Luminoso Desiderio

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† Yuffie
view post Posted on 14/1/2010, 19:25




Ayame era ancora provata dalle visioni, nella sua mente c'erano solo immagini di disperazione e dolore. Quel volto... il SUO volto... ed il suo sangue... di nuovo...
Fissava il vuoto... eppure i suoi occhi parevano implorare la morte... Si, quegli occhi stavano chiaramente chiedendo di lasciare che la vita scivolasse distante dal suo corpo... ma ella non sopraggiunse. No, Ayame era ancora lì, e fissava il vuoto, con gli occhi offuscati dalle lacrime e le mani sporche di terra e sangue.

Attorno a lei vi era uno strano silenzio. Ma era ben diverso da il solito silenzio che domina il momento per la pace e la tranquillità... Bensì quello era un silenzio teso... addolorato, spaventosamente lungo... Non potè che attendere che qualcosa mutasse.
L'odore dolciastro sembrava pervadere quel luogo, e nonostante si trovassero all'aria aperta, sembrava non voler lasciarli soli nemmeno un attimo. Era strano, le era familiare, eppure non trovava nessun collegamento con quell'odore. Forse era troppo sconvolta per riuscire a ragionarci a mente fredda.

Lo sguardo era fisso sul terreo, e pareva perdersi nelle schegge di quelle strane rune, quando qualcosa le bloccò la vista di quel noioso paesaggio... Era Vincent, accostato dinanzi a lei, fissandola con o suoi occhi rossi. Alzò il capo fissandolo impaurita... non che avesse paura del demone... era semplicemente terrorizzata da quel misto di emozioni che l'avevano da poco assalita. Poi accadde qualcosa che subito la ragazza non capì... era accaduto in fretta, così in fretta da rendersene conto quando ormai il ragazzo si era staccato da lei.
L'aveva stretta a se, scaldandole il freddo corpo, ma soprattutto il gelido e morto quore... sembrava quasi che potesse ancora battere sotto quella stretta. Poi quelle parole... risuonavano dentro di lei con un eco assillante, come una litania. Eppure era piacevole...

"Non scendere nell'oscurità, resta qua con me..."

Poi la mano del ragazzo l'afferrò, e dolcemente la invitò ad alzarsi. Non oppose resistenza, lasciò che il demone facesse del suo corpo la sua volontà, così che quando egli le sorrise e la invitò a seguirlo ella non potè che camminare dietro a lui...

Durante il corto cammino si rese conto di stringere tra le sue mani un pezzo di runa, la esaminò con uno sguardo vacuo, assente, eppure indagatore ed attento. Lo lasciò scivolare da una mano all'altra e poi tentò di spezzarlo.
... un impercettibile rumore, che però per Ayame era assai "palpabile" e poi quell'odore dolciastro. Infine la vista che s'offuscava, un senso di svenimento...e la testa... pareva scoppiarle... Si fermò di colpo incerta sul da farsi, barcollante nel suo stato. Appoggiò le mano sulle tempie, come per massaggiarle, ma pian piano gli effetti stavano già scemando, così riprese il cammino verso Vincent, che era a qualche passo da lei...

Durante la camminata passarono accanto ai due uomini stesi. Vincent non parve preoccuparsene, forse li aveva già veduti quando si era diretto verso di lei, così si fermò un attimo e decise di provare ad interpellarli per capire quanto era accaduto. In fondo loro erano stati quelli più vicini alle rune, quindi forse i loro sogni erano stati più vivi, in un certo senso, ma forse anche più chiari...

So che vi trovate in uno stato di shock emotivo abbastanza elevato, concepisco questo fatto sicchè non siete gli unici qui ad aver subito tale destino. Ma voglio chiedere il vostro aiuto. Vi prego, se davvero sapete o avete visto qualcosa di rilevante, anche il più piccolo dettaglio... vi scongiuro di dirmelo...

Fu seguito da strani lamenti e parole disconnesse, evidentemente ancora non erano in grado di concepire alcun pensiero o di parlare secondo logica... aveva solo sprecato temo e fiato con loro... Così affrettò il passo e raggiunse Vincent mentre egli stava parlando con Tefar...

......divergenti non significa che tu non mi piaccia. Semplicemente alle volte non approvo la tua condotta e le tue idee. Cosa che mi pare legittima aggiungerei!

Di certo si era persa parte del discorso, ma non tutto, quindi decise di ascoltare in silenzio le probabili risposte ed in caso necessario di intervenire a sua volta nella discussione.

Nulla di nuovo... il solito atteggiamento fastidioso di Tefar. Ma oltre a questo nulla. Solo risposte disconnesse. Risposte inutili. Così futili da renderle quasi seccanti per Ayame.Non proferì parola. Forse era meglio così: non sarebbe ancora riuscita a sostenere alcun tipo di relazione con nessuno di loro... Poi lo schiocco di un mantello la fece rinsavire dai suoi pensieri... Vincent si stava allontanando a grandi falcate, verso il bosco. Con aria seccata. Forse anche lui era rimasto insoddisfatto della risposta dell'uomo... o forse c'era qualcosa di più sotto.

Lo seguì senza emettere alcun suono, come era sua abitudine fare. Ma in realtà non si trattava di abitudine, ella voleva seguirlo senza essere scoperta... Forse alla fine dell'inseguimento si sarebbe lasciata scoprire, ma cio' dipendeva dallo stato mentale del demone. Si arrestò bruscamente, quasi fosse colto da un pensiero profondo, poi si riavviò verso il campo. Si era ripreso! Questo lo rendeva così maledettamente grandioso agli occhi di Ayame. Era un uomo con un doloroso passato -questo era certo! Nonostante ne fosse all'oscuro- che però lottava per la sua vita e quella degli altri, guidato da un immancabile senso di giustizia... Forse era questo che li legava, questa sottile differenza che li avvicinava. Perchè Ayame era proprio di questo che aveva bisogno! Di aiuto... e solo Vincent poteva darglielo in un luogo come quello...

Rimase nella foresta da sola per parecchi minuti, fissando incessantemente il luogo dove prima il demone era situato. Si sedette ed accarezzò la terra con una mano...
Cosa stava facendo?

"... dovrei tornare al campo..."

Così lentamente s'incamminò, con la sua marcia funebre ed il peso delle sue pene come compagna...

 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 21/1/2010, 20:36




Ok. Aprite quella porta.

Tutti i componenti del gruppo erano tornati in forma, o meglio, abbastanza in forze da poter proseguire la missione. I due uomini afflitti maggiormente dagli incubi erano stati sostituiti dagli Tefar e da uno dei due dal nome ancora sconosciuto. Con gli atrezzi in mano si dedicarono all'apertura dei portoni nel tentativo di forzarli. Dopo diversi tentativi riuscirono ad aprire un varco.
Le due lastre di pietra che prima ostruivano il passaggio crollarono a terra con un pesante tonfo. Aria calda dall'odor di zolfo investì tutti i presenti fuoriuscendo con forte correnti. Nessun occhio avrebbe potuto lacerare quelle tenebre senza l'ausilio delle torce. Quindi, dopo qualche attimo di indecisione, Weyk spinse il gruppo ad avanzare.
In avanti il demone e la vampira, sul retro weyk a proteggere da possibili attacchi alle spalle. Al centro i restanti quattro, compresi i due più sofferenti per i recenti eventi. Con passo incerto il gruppo avanzò scendendo corti e lisci gradini stando attenti a non cadere. Immersi nel buio il concetto del tempo venne nuovamente perso. Oltre all'asfissiante oscurità che li circondava ora un nuovo elemento di disturbo atterriva i loro cuori: la monotonia. Gradini identici l'uno all'altro, innumerevoli, all'apparenza infiniti. Tutti speravano che finissero in fretta, ma la discesa continuava, continuava, continuava... E infine l'ultimo scalino.

Parevano essere giunti in una grande, grandissima sala, ma le torce non erano in grado di illuminare tutto il luogo. Il pavimento era nero e in nera pietra, apparentemente uniforme. Forse era cesellato con un finissimo intreccio di rune, ma né tefar, né Weyk né i quattro uomini vollero controllare al possibile costo della propria sanità mentale. Anche le pareti erano dello stesso materiale, prive di alcun elemento se non di una singola bacinella subito alla sinistra del passaggio da cui erano entrati. Piena di un liquido trasparente e dal forte odore, abbastanza da far arricciare le narici, non pareva essere potabile. Il silenzio era loro compagno.
 
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Joker™
view post Posted on 26/1/2010, 23:23




Ed ecco che finalmente il portone si spalancò: un pungente odore di zolfo fuoriuscì dal varco che si era creato, costringendo il demone a coprirsi il naso per il tipico odore nauseabondo.

Weyk aveva deciso che Vincent e Ayame dovevano stare davanti, mentre egli stava nelle retrovie.


E così ci tocca guidare a noi la combricola...fortuna che non si fidavano.
Aveva commentato Vincent a bassa voce.

Così si avvicinò alla fidata compagna, le poggiò una mano sulla spalla e fece un cenno verso l'entrata.

Occhi aperti Ayame. Sinceramente non mi fido di questi qua.
E fece cenno verso gli uomini che dovevano stare al centro del piccolo plotone.
Ma sono più tranquillo a sapere che ci sei tu al mio fianco. Forza andiamo...

Detto ciò scese le scale seguito da tutti: la discesa sembrava portare in una gola infinita, una discesa verso un'oscurità maggiore rispetto a quella della foresta.
Scesero per un tempo incalcolabile e iniziò a sentire i primi lamenti degli uomini, turbati dalla continua monotonia che urtava i loro sistemi nervosi.
Finalmente con il piede sentì un terreno diverso: erano arrivati alla base.
Con il piede sentì una prima mattonella, poi un'altra e un'altra ancora.
Si trovavano in una specie di atrio, poco illuminato dalle torce, la cui pavimentazione monotona e appaerentemente infinita calzava a pennello con la discesa che avevano appena subito.
Guardandosi intorno, Vincent notò una bacinella: era riempita da un liquido con un forte odore.
Estrasse la Cerberus, quasi come una difesa istantanea, e rimanendo nella solita posizione e senza girarsi avvertì Weyk di ciò che aveva visto, chiedendo di mandare qualcuno a controllare.
Lui sarebbe rimasto in prima linea pronto a difendere quel manipolo di uomini alla ricerca di una disperata ricchezza.


L'importante è restare uniti...

Parlò a bassa voce, come se non volesse essere sentito da figure estranee.
 
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† Yuffie
view post Posted on 27/1/2010, 16:49




La porta si aprì lentamente -o meglio si liberò da tutte le macerie della vecchia porta...- e le lastre che prima la coprivano l'entrata ora erano distese a terra come corpi di cadaveri... silenziose... fredde... inquietanti.
Ayame rimase in silenzio, il suo pensiero vagava su tutt'altri argomenti, su tutt'altre scene. Ma forse era ora che si riprendersi! Tutti sognano di salvare se stessi dal dolore... ma prima o poi ci si deve svegliare...

Un'aria calda e pesante pervase le sue narici, riempiendo il suo campo olfattivo del solo odore del zolfo...

Zolfo... possibile che ci sia un vulcano?

Sussurrò queste parole tra se e se, lasciando che il bisbiglio morisse sulle labbra tremanti della giovane vampira. In fon do la sua domanda avrebbe presto trovato risposta.

Ayame si trovò fiancheggiata dal demone, in prima fila. Strane coincidenze... Oltre che essere facile bersaglio per eventuali nemici era anche affiancata dall'unico che davvero -così credeva- potesse salvare tutti in caso di vera necessita. Non era una mossa molto astuta, a meno che non fosse programmata allo scopo di proteggersi con i due membri che parevano più "dotati"... in questo caso sarebbe stata una mossa da codardi...
Non c'era tempo per stupidi pensieri, bisognava camminare, ed i passi incessanti del gruppo riuscivano perfettamente a contrastare il suo, altrimenti, logorroico pensiero...

Un passo...ed un altro ancora... Ad ogni passo un gradino, e ad ogni respiro una nuova pedata fiancheggiata da un alzato...
Vincent le aveva parlato ma ella si era limitata ad annuire fissando di sottecchi i presenti. Era ancora turbata, e sinceramente non era intenzionata a pensare a nulla... quindi nemmeno alla possibile risposta da dare al "suo" demone.
Un altro gradino... di nuovo...
Qualcosa era cambiato!
SI! sotto i loro piedi non vi era più una nuova pedata, ma bensì un terreno molto più grande, più vasto... finalmente la fine di quell'interminabile scala...

La sala era scura, quasi impenetrabile alla vista, se non fosse stato per le torce ancora accese... Poi vide la bacinella...
Si avvicinò velocemente e affondò un dito in quella sostanza, la esaminò, era viscosa, e allo stesso tempo oleosa, emanava uno strano odore, eppure le ricordava qualcosa. Poi l'idea!
Tornò dal gruppo di persone e senza dire nemmeno una parola strappò una delle torce di mano ad uno dei soldati e si avvicinò alla bacinella, avvicinò la torcia al liquido oleoso. Se la sua idea era corretta quel liquido avrebbe presto preso fuoco...
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 14/2/2010, 14:44




Il liquido oleoso prese subito fuoco con ua piccola vampata. Dopo poco tempo altre luci illuminarono la grande sala: probabilmente tutti i bracieri erano in qualche modo collegati. E finalmente sotto gli occhi di tutti apparve la città.
Alte mura ne proteggevano l'ingresso, senza però arrivare fino al soffitto. Un grande portone aperto lasciava intravedere le case all'interno, basse e compatte. Il gruppo si avvicinò con cautela, meravigliato. Tutti potevano notare i numerosi simboli delle porte mentre varvano l'ingresso e con sollievo e stupore nessun influsso negativo pareva manifestarsi. Una volta dentro era visibile metà del luogo. Una lunga e larga strada principale avanzava serpeggiando fra le case di scura pietra sparendo in una ripida discesa. Ai fianchi le abitazioni tanto basse da costringere i presenti a chinarsi per poter accedere. Ogni costruzione non sembrava essere stata costruita ma scolpita. Probabilmente questa caverna è stata ottenuta con lo scavo e le abitazioni stesse sono state ottenute con abilità dagli scultori sulla nuda pietra che occupava questo luogo.
Diversi utensili di poco conto erano sparsi dentro gli edifici come se fossero stati abandonati in fretta e furia. Lo spesso strato di polvere indicava come da tempo immemore nessuno passasse per questi luoghi. Weyk diede l'ordine di raccogliere qualche manufatto poi avanzò invitando alla cautela tutti i membri del gruppo. Tornando a seguire la grande strada ai avvicinarono verso 'improvvisa discesa continuando a guardare con rispetto alla grande opera compiuta nell'erigere questa città sotterranea. Quanto tempo aveva richiesto la sua costruzione? Quante fatiche? Nessuno dei presenti sapeva darsi risposta.
Giunti alla fine della parte pianeggiante con disappunto Weyk osservò una lingua di fiamme a che partiva dal muro ed arrivava fino a terra. Evidentemente l'antico sistema di illuminazione aveva avuto una perdita e l'illuminazione non aveva raggiunti i focolari alla base della cittadina. Sarebbero stati costretti a scendere armati di torce, almeno fino a quando non avessero trovato altri bracieri funzionanti. Il capo della spedizione guardò con volto serio tutti gli altri e con un cenno ordinò di seguirlo fino in fondo. Quindi poggiò il piede sul primo scalino dei molti che avrebbero dovuto affrontare...

SPOILER (click to view)
OT/Se volete compiere azioni nel giro in città potete farlo come al solito anche se ho già descritto l'azione. Poi scriverete nel vostro post cosa avete fatto/OT
 
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Joker™
view post Posted on 21/2/2010, 12:40




*Mio dio...*

Ci fu un bagliore, causato dal liquido che prendeva fuoco, che per qualche istante accecò gli occhi di Vincent, abituati al buio della grotta.
Quando potè di nuovo vedere, ecco qualcosa che non si sarebbe mai aspettato: una città.

Una città provvista di mura difensive che lasciavano intravedere uno strutturato complesso di case, con una strada principale.
Ma la cosa che più rendeva incredibile quella città è che tutte le strutture non erano state costruite, bensì intagliate nella pietra.


Quale meravigliosa perfezione. Quale incredibile sfrozo e possanza sono stati impegnati per questa meraviglia.

Parlava guardando come incantato quella meravigliosa città, una sublime visione di una roccaforte ancora intatta dopo chissà quanto tempo; protetta dall'erosione e da alterazione pareva ancora "viva".

Weyk ordinò di avanzare, e il suo ordine fu come una sveglia alle orecchie di Vincent, ancora incantato.
Entrati nelle mura, Vincent notò che la città era abbandonata, con utensili e manufatti sparsi un pò ovunque.
L'altro ordine di Weyk fu quello di raccogliere qualcuno di questi manufatti: Vincent era contrario; queste cose appartenevano alla città e a coloro che l'avevano costruita, non voleva depredarla dei propri averi, così ignorò quell'ordine e proseguì con disappunto.
Avanzarono fino alla fine della parte pianeggiante della strada finchè non trovarono un'altra scalinata che portava in basso.
Questo tratto però non era illuminato: dovevano proseguire con le torce.
Sempre con la Cerberus ben impugnata e pronto a qualsiasi pericolo iniziò a scendere.
 
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† Yuffie
view post Posted on 24/2/2010, 18:41




L'improvviso divampare delle fiamme la accecarono per pochi istanti; i suoi occhi erano abituati al buio da così tanto tempo...
Si volse lievemente turbata quando dinanzi a se qualcosa riuscì a coglierla alla sprovvista... una visione meravigliosa, ed allo stesso tempo terrificante: un città...

Il grande ingresso portava in quello strano villaggio, scavato nella fredda pietra. Forse anche milioni di mani avevano operato scolpendo a duri colpi l'ossidiana... Forse generazioni intere. Per cosa? Abbandonarla in un modo così inglorioso? Cosa era accaduto?
Si, questa era la domanda che Ayame si porse... quale motivo aveva spinto i nativi dell'isola ad abbandonare quel luogo, ma soprattutto... c'erano ancora superstiti?

Fissava con relativo stupore ogni incavo di pietra, ogni sfumatura diversificata dal tocco dello scalpello. I simboli erano parassiti su quelle mura. Sanguisughe che parevano voler succhiare tutta la meraviglia di quel luogo.

Entrò in una delle case, dovette abbassarsi per evitare lo scontro con quella fredda roccia. Strofinò le sue mani sulle lisce pareti e seguì ogni rilievo con un leggerlo fremito delle dita... era una sensazione così piacevole in fondo...
Guardò con sufficienza l'arredo e gli utensili sparsi, inutili forse, ma sempre utensili pratici erano... Uscì rimanendo nella massa del gruppo.
Ella -no!- non avrebbe sottratto nulla a quel luogo... le sembrava qualcosa di sacrile... ma in fondo perchè un essere come essa si preoccupava dell'ira di Dio?

Camminava con il viso immobile, eppure i suoi occhi riuscivano a scrutare grandissima parte del luogo, viaggiavano senza di lei... in luoghi che il suo viso non voleva vedere... Poi si fermarono... a quanto pare era finita la parte "istruttiva" del viaggio.
Attese, un passo, due, e ormai il gruppetto di soldatini era pronto per la sua lunga marcia, ognuno con la sua baionetta in mano e la casacca rossa... Ayame era solo un'altra di tutti loro... avrebbe seguito il comandante, nonostante si sentisse autonoma nelle sue scelte...
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 22/3/2010, 00:02




La cascate di fuoco zampillava vorace andando ad aggredire la nera pietra che pareva però immune alle fiamme. Ultima sorgente di luce "locale". La superarono e subito tto parve farsi più nero. Passo dopo passo le tenebre si diradavano all'avvicinarsi delle torce lasciando sempre più intravedere ciò che per tempo immemore avevano celato. Eppure il senso di oppressione non cessava, anzi! Sempre più giù scendevano, sempre più si lasciavano inghiottire dall'oscurità e tanto maggiormente si faceva grande la paura di non poter più tornare indietro. Il silenzio era finalmente infranto però: le torce sulle pareti della città sfrigolavano donando una piacevole sensazione rassicurante. Quanto sarebbe durato? Le scorte di combustibile prima o poi sarebbero finite. Nessuno ci pensò o forse non vollero pensarci. Non c'era tempo né bisogno di tristi pensieri in quei momenti di grande tensione.
Il tragitto era lungo ma ancora una volta gli esploratori non potevano sapere quanto. Gli uomini pensarono di distrarsi osservando alcuni degli oggetti raccolti illuminandoli con le torce e rigirandoli fra le dita lanciandogli critici sguardi come a valutarne il valore. Weyk li osservò e li riprese, raccomandandosi di tenere gli occhi aperti. Non potevano permettersi sorprese.

*Cruck!*

Tutti si fermarono, sorpresi. Il rumore forte, secco, di qualcosa che si spezza. L'uomo tarchiato che era stato preda del violento attacco allucinogeno guardò preoccupato ai suoi piedi per poi balzare all'indietro trattenendo a stento un urlo. Aveva calpestato un osso. Subito le torce di tutti si avvicinarono rivelando uno scheletro intero sdraiato lungo la scalinata. Indossava abiti bizzarri ma laceri, quasi distrutti. A parte il danno provocato dall'uomo della "Stelle d'Argento" pareva integro, escludendo facilmente una possibile caduta mortale o morte violenta a causa di armi da impatto. La polvere e gli indumenti rivelavano l'antichità dei resti della persona. Nessun lembo di pelle mummificato era rimasto. La statura era bassa, molto bassa e l'ossatura più spessa del normale. Nessun oggetto particolare nelle tasche e nessun altro segno visibile. Weyk decise che non vi era altro da indagare e il gruppo avanzò.
Non ci volle molto perché gli uomini si fermassero di nuovo. Non uno. Decine di scheletri, forse centinaia. Una grande muraglia di pietre a semicerchio pareva fosse stata eretta al termine della caverna per ostruire uno stretto passaggio. Evidentemente senza successo. Il muro era stato lavorato con fretta, riparato spesso e in più punti con materiali improvvisati e, ormai, era crollato in più punti. I cadaveri indossavano abiti simili a quelli del primo trovato ma erano armati e possedevano grandi armature con pregiate rifiniture. Al dito tutti loro indossavano un anello di legno dalla nera colorazione con uno strano simbolo che però aveva lo stesso sconfortante effetto delle rune. dietro alla cinta muraria si poteva vedere un altro stretto passaggio dalla quale gelidi soffi di fuoriuscivano con tetre promesse di sventura...
 
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Joker™
view post Posted on 31/3/2010, 11:43




Vincent guardò impietrito la scena: non si sarebbe mai aspettato una tale ecatombe e per qualche secondo preferì distogliere lo sguardo.
Quale minaccia avrebbe potuto uccidere così tanti uomini? E da quanto i cadaveri degli sventurati giacevano in quel luogo dimenticato da tutti?
Riguardò la scena e vide una specie di muro, diverso dal resto delle altre infrastrutture: sembrava stato fatto frettolosamente, come se gli abitanti volessero nascondere qualcosa il più velocemente possibile.
Era ancora distante dal mucchio di scheletri, si trovava affianco al cadavere solitario e cercò di analizzare la scena.
*E' possibile che quelli erano dei guerrieri, pronti a proteggere questa persona. Sicuramente era qualcuno di importante...*
Seguì con gli occhi una traccia immaginaria dal cadavere solitario al gruppo di scheletri.
*...ma a quanto pare non ci sono riusciti.*
Guardò oltre il muro, ormai logoro da tempo e non vide altro che presagi di morte.
Senza dire nulla Vincent si avvicinò a Weyk e gli parlò a bassa voce.


Io sono in grado di creare una copia di me stesso. Se vuole la mando oltre il muro, così possiamo controllare cosa c'è veramente. Anche perchè se centinaia di uomini sono morti qua, non credo sia una buona idea proseguire senza sapere cosa ci aspetti.
 
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† Yuffie
view post Posted on 7/4/2010, 15:41




Qualunque fosse il motivo per cui il ritmo ripetitivo dei passi; alzato-pedata, si fosse bloccato era ancora un incognita nella mente di Ayame... si, sapeva che si erano fermati perchè la scala era certamente finita... eppure ancora non riusciva a capacitarsi di quell'irreale silenzio che si era andato a creare tra gli uomini.
Le torce danzavano nell'oscurità, come tanto fuochi fatui, volteggiavano incutendo quasi timore, simili a spettri, illusioni di chi da troppo tempo è rimasto rinchiuso nel buio...
I pensieri di Ayame andavano pian piano scemando, quando un rumore forte la bloccò, arrestandone il passo lento.
Si volse nell'oscurità cercando la causa scaturente di tale angosciato suono. Un uomo, paralizzato dalla paura, tremante, il balzo appena compiuto e la visione l'avevano reso assai nervoso.
Dunque era un osso... no, non uno, la sala ne era piena, ora l'odore forte di morte le si impresse nelle narici, prima non lo aveva proprio notato!

Quasi come un cimitero questo luogo era saturo di cadaveri, o meglio, scheletri abbandonati. L'acre odore di chiudo, e la fredda brezza di tensione che percorreva quel luogo le ricordarono in qualche modo la sua vecchia casa... Si limitò a sorridere per qualche secondo, tornando poi, subito seria.

Scrutò avidamente ogni angolo di buio, cercando cosi di scorgere qualcosa che prima non aveva veduto, ma ormai era evidente... l'unica via d'uscita era quella ora dinanzi a loro... quella meno ambita... Scrutò Vincent mentre sussurrava qualcosa nell'orecchio del capitano, era curiosa di sapere cosa venisse a lui narrato, ma preferì rimanere al suo posto... scrutando ancora una volta nella fitta oscurità...
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 16/5/2010, 21:12




Weyk attese un attimo perdendosi in calcoli e riflessioni. Poi, con un cenno, acconsentì al piano del demone. Con voce bassa ma decisa si rivolse al drappello di uomini.

Pausa per tutti. Occhi attenti ed orecchie aperte, riprendiamo il fiato ma rimanete concentrati.

Poi tornò con lo sguardo su Vincent.

Ok, procedi pure. Non più di un'ora di esplorazione però.

Vincent notò il cenno di Weik il quale diede un pò di pausa agli uomini. Ora era il suo turno.

Spero di far prima di un ora.

Diede un'occhiata furtiva alle sue spalle e poi continuò

Se permette però vorrei che questa tecnica per ora rimanga nascosta agli altri uomini: non vorrei che li spaventi troppo.

Il tono di Vincent era serio. Si avvicinò all'apertura e cercando di evitare sguardi indiscreti creò un clone all'interno di quella specie di stanza misteriosa. Una copia identica al giovane si palesò di fronte a lui, pronta a svolgere i suoi ordini. Con lo sguardo osservò il proprio creatore per poi voltarsi e sparire nell'oscuro antro tanto misterioso e carico di promesse di morte. Al drappello non restò che aspettare.

Nessuno poteva dirsi a suo agio in quel luogo misterioso e tetro. Sebbene affascinante troppi erano i pericoli in agguato e al solo pensare di poter morire per una distrazione manteneva tutti allerta e sul chi vive. Weyk era forse l'unico a mostrarsi sicuro e sereno. Proabilmente fingeva, dava l'esempio ai suoi uomini. O forse era davvero tanto determinato da poter reggere le pressioni a cui era sottoposto. I minuti passarono.
L'attesa era snervante. Nessuno osava parlare come se fosse sacrilego spezzare il cupo silenzio che regnava incontrastato, sebbene forte fosse il desiderio di urlare, lasciarsi cullare dalla follia e abbandonare la fatica dei pensieri tanto opprimenti. Ma tutti resistevano, chi meglio chi peggio. Tefar si grattava con insistenza come se un fastidioso prurito insopprimibile lo stesse facendo impazzire. Una reazione nervosa? Nessuno gli badò particolarmente. Anzi, i quattro uomini fecero quadrato, l'uno dando le spalle agli altri. Forse sentendosi maggiormente parte di un gruppo cercavano di aiutarsi a vicenda ad affrontare la situazione. Meglio così, se per loro funzionava.
Ormai era passata un'ora.

Uomini, si riprende il cammino.

Guardò verso il volto del demone che però non aveva avuto alcun tipo di risposta dal clone e fu costretto a far intendere di non poter fornire alcun tipo di aiuto. Qualunque fine avesse fatto era ancora integro e non aveva subito attacchi. Un buon segno? O l'esatto contrario? L'avrebbero scoperto a breve.

Di fronte allo stretto ingresso nel cuore di tutti si faceva nuovamente vivo il sentimento provato dal portone che li aveva introdotti in questa serie di cunicoli. Non era stato piacevole ma non vi erano altre possibilità. Weyk si mise in prima fila e volle con sé il demone. Non sapeva, o così voleva far credere, cosa Vincent avesse fatto. Per sicurezza era dunque meglio averlo al proprio fianco. dietro di loro sarebbero venuti la vampira e Tefar, a chiudere i quattro uomini. Nuovamente in cammino scesero nuovamente verso le viscere di Sternya. Torce alla mano Weyk faceva strada con sguardo particolarmente attento alla ricerca del possibile nemico o della letale trappola. Continuarono la discesa fino a quando trovarono quello che pareva essere il gemello di Vincent.

Il lungo corridoio era finalmente terminato e si apriva su un grande terrazzo. Una gigantesca grotta oscura passata da parte a parte da un grande ponte che univa un'altro terrazzo identico a quello dove erano attualmente tutti i presenti, clone escluso. Al centro un foro dove, presumibilmente, il pavimento aveva ceduto facendo cadere la copia del demone. Questi era invischiato in una sorta di ragnatela apparentemente incapace di muoversi. Al suo fianco qualcosa di indefinito, grande... Al brillare di una torcia si mosse. La vampira grazie alla sua acuta vista subito si rese conto di cosa fosse: una creatura uguale a quella che avevano eliminato all'esterno, un incrocio fra ragno e scorpione. Guardandosi attorno Ayame capì che erano completamente circondati. Appesi alle pareti centinaia di mostri in apparente stato letargico. Forse erano in quello stato da secoli. Lo sguardo del clone era disperato, timoroso di svegliare quelle creature che avrebbero sicuramente attaccato anche l'intero gruppo dopo essersi disfatti di lui.
L'altro terrazzo non era deserto: diversi corpi, simili a quelli incontrati in precedenza. Un oggetto dorato brillava fiocamente al brillare delle torce.

Weyk pensava rapido sul da farsi. Guardava la propria torcia, dubbioso se spegnerla o meno. Con sguardo duro guardò gli uomini per assicurarsi che tutti avessero ben chiara la situazione e per ricordare di non fare rumore. Senza torcia non potevano agire, sperava che non risvegliasse con la luce quegli abomini. Voleva andare avanti come spiegò a gesti. Due degli uomini fecero un'espressione terrorizzata all'idea di dover attraversare il ponte ma il capo fu irremovibile. Guardò anche gli altri membri del gruppo e fece intendere che quando fossero stati pronti si poteva andare.
 
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Joker™
view post Posted on 23/5/2010, 11:13




*Dannazione!*
Vincent vide la scena impetrito: il clone era caduta in una specie di trappola e lo sguardo che aveva metteva quasi angoscia.
La situazione era davvero delicata: circondati da quelle temibili creature, assopite in un sonno che durava da chissà quanto. E ora loro si trovavano li, come disturbatori di quell'antico sonno.

Si fidava del clone, sapeva che non avrebbe attirato l'attenzione su di loro, tantomeno svegliato gli altri mostri.
Il problema che si poneva ora era come passare inosservati: sapeva di che pasta erano fatti gli uomini che lo seguivano e temeva in un loro passo falso.
Così si girò verso gli uomini e li guardò con sguardo deciso e con le mani gesticolò come per dir loro di tranquillizzarsi e non agitarsi.

Con lo sguardò cercò subito Ayame, l'unica persona insieme a Weyk della quale era certo di non essere deluso. Inoltre la vampira poteva vedere benissimo al buio, per cui anche senza torcia avrebbe avuto in pugno la situazione.
Vide poi il clone che distolse lo sguardo dal manipolo di uomini, probabilmente in questo modo avrebbe distolto l'attenzione su di loro.
Ma c'era da pensare e soprattutto agire in fretta: il mostro ci avrebbe messo poco a uccidere la copia.

*Come agire adesso? Ayame potrebbe stare in testa senza torcia, e in coda gli altri uomini con una torcia.
Oppure formare una catena umana al buio con Ayame in testa...Ma che penso..quei cosi vedono anche al buio..


Bisognava agire in fretta, così prese Weyk e Ayame per le spalle avvicinandoli a se e sussurrò le due opzioni ad entrambi.

 
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† Yuffie
view post Posted on 15/6/2010, 14:58




Talvolta Ayame amava maledire le proprie capacità... Quella maledizione...
Questa fu un di quelle volte; Sì, Ayame maledì la sua vista. Subito concepì la situazione: Chiunque altro, anche Vincent, non avrebbero mai potuto agire privi di luce, il buio avrebbe loro rubato la sicurezza, ed inoltre li avrebbe resi goffi e pericolosi, in quanto bisognava essere silenziosi...
Volse uno sguardo verso qualcosa che brillava, le luci della torcia lasciavano scintillare tale oggetto, rendendolo purtroppo indefinibile.

Il demone avvicinò Ayame e Weyk e propose loro due proposte, entrambe bizzarre, ma in fondo... erano le stesse che Ayame aveva calcolato.
Cercò dentro di se una migliore risposta, una soluzione decisiva, perfetta. Ma il suo egoismo le impediva di trovare soluzione migliore di: "Io vado avanti, e voi, rimarrete qui, abbandonati al vostro patetico destino".
No, non poteva pensarla così, non per Vincent... Lui certamente si aspettava qualcosa dalla vampira, ed ella era in debito col demone. Non poteva macchiarsi anche del crimine del tradimento.

Pare che uno solo di questi mostri sia "sveglio" e certamente hanno ottima vista nel buio. Ma anch'io ho questa capacità. Siamo 1 pari, perciò...
Abbiamo avuto modo di scoprire a nostre spese che queste creature sono aggressive. Ma è anche vero che la luce disturberebbe il sonno di tutte queste bestie. Non so come faremo, ma certamente mi aggrada meglio l'idea di formare una catena, priva di alcuna luce, con me in testa, così che, se anche l'unica creatura sveglia ci volesse attaccare, sarei vigile e pronta a difendervi. Abbiamo scoperto il loro punto debole... Pare che queste creature abbiano una resistentissima corazza al di sotto del corpo, ma la schiena è scoperta...


Non seppe dire da dove proveniva quella sicurezza, quella forza d'animo.
Ma certamente non le dispiacque... Voleva mostrare a Vincent di non essere solo una povera vittima indifesa. Ella sapeva combattere, lottare contro le proprie paure.

Ho notato uno strano scintillio dorato tra quei cadaveri laggiù... Forse potrebbe essere una chiave, o qualcosa a noi necessario per avanzare. Non va dato nulla per scontato. Forse si, è solo una banale coppa dorata, un blasfemo tesoro caro a questi defunti esseri. Oppure, potrebbe trattarsi di altro...

I bisbigli di Ayame avevano una tonalità diversa dal solito, parevano quasi prendere vita... Solitamente le parole morivano sul nascere, vittime delle fredde labbra di Ayame, invece ora... ora erano così vive le parole!

Quanto meno, se ancora non si vuol agire, proporrei comunque di spegnere le luci, affinchè nulla fosse attratto dalla nostra postazione...
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 21/7/2010, 20:21




Weyk guardò entrambi i suoi "consiglieri" e con pochi gesti fece capire che la vampira sarebbe stata in testa a guidare il cordone. Facendosi capire anche dagli altri non appena possibile si sbarazzò della torcia, spegnendola e rimettendola al suo posto. I più stavano ancora guardando preoccupati il clone, alcuni con stupore. La creatura pericolosamente vicina al Vincent fasullo si muoveva, ma pareva non essersi ancora risvegliata dal secolare sonno che la ghermiva. Per ora il pericolo pareva scongiurato.
In fretta il gruppo si mise in posizione. La vampira doveva condurre e ovviamente era il membro più avanzato. Dietro di lei vi era Weyk, poi il demone. Gli uomini costituivano il corpo della fila e a chiudere Tefar copriva le spalle. Una volta pronti, con una pacca sulla schiena della giovane, Weyk ordinò di iniziare la traversata del ponte.

Il passaggio era ostacolato dai danni che il tempo aveva provocato all'imponente costruzione. Nel sentire centinaia di scriccolii, rumori di grotta, nell'evitare rocce e buche tutti gli uomini rimanevano col fiato sospeso e, se avessero potuto, non avrebbero respirato affatto. Ayame guidava con sicurezza potendo ella vedere il miglior percorso. Ma anche scegliendo la strada migliore tutti dovevano far attnzione a non far rumore alcuno e la pressione posta sulle spalle di ognuno era un pesante fardello. Weyk cercava con lo sguardo di incrociare gli occhi dei membri per poterli rassicurare, senza successo. Non poteva fare altro che affidarsi alla giovane che gli teneva la mano...

Non ci volle molto per attraversare il passaggio, ma doverlo percorrere alla cieca aveva fatto scorrere il tempo molto più lentamente. Nessuno aveva allertato l'orda ma ancora non era il caso di tirare un sospiro di sollievo. Arrivati dall'altro lato del ponte Ayame poteva vedere finalmente l'oggetto brillante. Un libro, un pesante libro dalla rilegatura completamente metallica. Molto semplice e scarno e chiuso da un grosso lucchetto, ancora stretto fra le mani di uno scheletro con indosso una pesante corazza dorata. Attorno a lui altri scheletri armati, evidentemente periti nel tentativo di difenderlo. Un altro passaggio sulla parete, inagibile. Grosse rocce franate ostruivano la strada. Forse lavorando si sarebbe potuto avanzare, ma così facendo avrebbero sicuramente fatto rumore. La compagnia era immobile in attesa che la vampira agisse...

Edited by Count Cidolfas Orlandu - 21/7/2010, 21:39
 
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Joker™
view post Posted on 2/10/2010, 00:21




Ce l'avevano fatta..erano dell'altro lato. Quegli umani alla fine avevano reagito bene al peso psicologico della situazione.

*Spero solo che la loro bassa psiche non cedi in questo momento..*

Era un punto critico: ora erano come in un vicolo cieco.
Mentre prima potevano scappare indietro, adesso non potevano. Si poteva solo andare avanti..ma dove?
Vincent notò un pesante libro custodito dalle ossute braccia di uno scheletro corazzato. La cosa strana era che oltre a lui erano morti altri uomini quasi per difenderlo, ma nonostante tutto il libro era ancora li.

*Un libro "metallico"? Chissà cosa può contenere...*

Non ebbe tempo di pensarci su, che notò un'apertura dietro gli scheletri. Il passaggio però era inagibile. Non sapeva quanto lavoro ci sarebbe voluto per passare, dato che l'oscurità impediva una corretta valutazione di esso, ma una cosa era scontata: avrebbero fatto rumore.
In casi normali non si sarebbe posto il problema, ma ora si trovava circondato da mostri addormentati e apprte Ayame, non conosceva il potenziale bellico della compagnia.

Si avvicinò a Weyk e ad Ayame, serviva un parere sul da farsi...


Credo che anche voi abbiate notato quel passaggio. Non è ben visibile, ma non pare agibile a cose normali. Temo che faremo rumore per passare. Per come la vedo io, sarebbe meglio fare il più in fretta possibile..

Edited by Joker™ - 23/10/2010, 02:22
 
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