Luminoso Desiderio

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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 26/6/2009, 00:09




Con tristezza il giovane 03590 passò la notte da solo, troppo inesperto per accalappiare alcuna preda evidentemente. Una notte insonne per alcuni, agitata per gli altri. Una notte carica di tensione, una notte che poteva essere l'ultima per molti di loro...

Mattino. Non che la luce facesse notare qualcosa. Il Porto era così distante dalla Terra del Centro che ogni luce proveniva dalle lampade, dalle torce e dai fari piazzati ovunque. Erano tante da essere, incredibilmente, eccessive, quasi se fossero state messe come forma di adorazione verso quell'elemento che era la luce. Vi si poteva forse leggere un certo fanatismo tanto l'illuminazione era curata. Una voce tonante ruggì agli ospitanti dei dormitori.


Sveglia marmaglia! E' l'ora di alzarsi!

La voce non era la stessa del vecchio soldato.

Allora? Se volete mangiare dovete lavorare!

In realtà molti erano già in piedi ma il soldato non pareva farci caso. In brevissimo tempo sul cortile le squadre erano schierate. Tante squadre di volti sconosciuti tranne una: Tutti i nuovi arrivati di Flames City erano stati riuniti nella squadra "Enneor". Nome bizzarro, difficile capire se avesse un significato recondito. Le persone sul piazzale erano centinaia, forse un migliaio intero. Del vecchio soldato nessuna traccia.

Di fronte ai soldati schierati un piccolo palco. Lì salì un uomo dai capelli lunghi e neri, magro ed asciutto ma ugualmente imponente, vestito con abiti poco sfarzosi ma di buon gusto. Era seguito da due bambini con toghe azzurre. Parevano avere dei veli di fronte al viso, un vestito rituale probabilmente. L'uomo attese che calasse il silenzio, dunque, con voce tranquilla e potente parlò a tutti i presenti.

Soldati! Voi ora siete qui per il bene di tutti, anche di chi non si rende conto dei pericoli che ci circondano! La società ci invita ad una vita di vizi e avidità, una vita ristagnante che non potrà portare alctro che disperazione e depravazione! Voi! Voi che ora qui siete pronti a rischiare la vita per fare ciò che va fatto! Voi che siete qui anche sapendo quali orrori rischiate di affrontare! Voi che siete qui perchè sapete che è giusto, voi che sapete che il futuro è qui, fa noi! Non disperate mai, la Stella d'Argento è con voi come voi siete con lei! Ed uniti non vi è nessuna ombra che mai potrà calare sulle nostre teste perchè i nostri animi illumineranno qualunque oscurità!

Urla di gioia seguirono il discorso. Il morale delle truppe era altissimo e anche coloro che non parevano interessati ai valori dell'ordine erano stati presi da una sorta di euforia.

Gioite! Abbiamo tre rotte! Le nostre navi solcheranno il buio oceano e ci porteranno lì dove il nostro operato è più necessario! Gioite, gloria, onore e richezza ci attendono!

Un boato. Le promesse erano ricche e gli animi si lasciarono facilmente andare in grandi cori, preghiere ed urla. Un nome si levò dalal folla.

Sallan! Sallan! Sallan!

Con espressione compiaciuta l'uomo guardò le folle esaltate ai suoi piedi. Crogiolandosi delle urla inneggianti il suo nome attese prima di concludere il suo discorso.

Ed ora partite! Portate il nostro verbo e la nostre luce per tutto il mondo!

Le festose truppe vennero velocemente rimesse in riga dai capisquadra. Il caposquadra non era il vecchio soldato. Dopo poche domande si scoprì che il vecchio ormai non era più in servizio attivo ed era stato incaricato del reclutamento di volontari nelle Terre del Sud. Al suo posto un ragazzo dai capelli corti e mori. Lo sguardo duro e severo e pareva poco loquace. Subito mise in chiaro come la squadra si sarebbe dovuta comportare. Si chiamava Weyk.

Nella mia squadra non ammetto disordini. Nella mia squadra non ammetto disubbidienti. Nella mia squadra non ammetto errori. Ogni volta che uno di voi sbaglia la squadra intera rischia la vita. Tutti voi avete in mano la vita dei vostri compagni. Loro sono la vostra sicurezza. Badate ai vostri compagni e loro baderanno a voi. Seguite i miei comandi e tutto andrà bene.

I modi duri nascondevano un serio interesse per i membri della propria squadra. Insegnò a tutti alcune forme di rispetto necessarie ai membri dell'Ordine e parole segrete per poter operare in campo nemico anche se uditi. Infine li scortò alla nave.
Tutte le squadre parevano aver finito il l'ascolto dei loro capisquadra nello stesso istante. La massa di uomini si mosse ordinata anche se le voci si levavano ancora in alto. Il morale era alle stelle. Dieci navi partirono quella mattina. Avvicinandosi al vascello la squadra potè meglio osservare quel veicolo. La forte luce dei fari aveva certo esaltato la bellezza del mezzo. In effetti l'aspetto da vicino faceva supporre che la nave fosse stata ritrovata più che creata: consunta in certi punti, sebbene ben conservata, aveva un qualcosa di arcaico in quelle forme che tanto ricordavano i manufatti antichi che ogni tanto venivano riportati alla luce. Dove mai potevano aver trovato questi mastodonti galleggianti? Per ora la domanda non avrebbe avuto risposta.
A bordo furono date le istruzioni basilari, furono fatte conoscere le stanze necessarie e non di più. Era Weyk ad istruirli su tutto.


Vedete vicino a questa porta? C'èuna banda colorata. Determina il rango necessario per poterla varcare. Voi siete di primo rango dunque non potrete varcare altre porte se non quelle contraddistinte da una banda blu. Sarete severamente puniti se sarete trovati ad infrangere questa importante regola.

Mostrò ai membri della squadra gli alloggi che, a differenza del Porto, erano comuni. Non vi era spazio da perdere a bordo. Weyk suggerì alle ragazze di non mostrarsi intimidite o in imbarazzo o sarebbero potute nascere inutile risse. Ed infine la partenza. Con grandi festeggiamenti le navi partirono. La squadra era libera di girare ma era stato dato tassativo ordine di rispettare le bande delle porte. Ben poche erano blu.

E così le navi si separarono. Quattro andarono a Ovest. Tre andarono ad Est. Due andarono a Sud. E proprio in quest'ultima erano i nostri eroi...
 
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Joker™
view post Posted on 26/6/2009, 00:40




Era notte fonda che Vincent decise di entrare nel suo alloggio: un appartamento modesto, con un letto singolo che parva comodo..e non era solo un impressione: vi si sdraiò e subito le membra corrugate dal viaggio si rilassarono.
Riprese il manuale e lesse le pagine che ancora gli mancavano.

"Che cosa?!"

I tre fondatori delle Stelle d'Argento erano di Fog City??? Impossibile! Una città come quella! E non si era mai accorto di nulla...ora sentiva la necessità di parlare con il vecchio soldato a riguardo dei nomi.

Si addormentò...

In sogno la vide, incastonata in un cristallo, priva di vita...lui si avvicnava e si sedeva difronte a lei: sembrava un angelo, avvolta da una misteriosa aura azzurra...davanti a lui..che era come un diavolo.
Sentì la sua voce...dapprima disturbata...poi pian piano si capiva..finchè non la sentì:

"Scusami!"

Si alzò di colpo...il sogno era finito, si sedette sul letto e guardò fuori dalla finestra.

"Sono io...quello che si deve scusare..."

Un attimo di silenzio...finchè un urlo potente rimbombò in tutto il palazzo. Scese per vedere cosa stesse succedendo e capì che era il momento della partenza.
Notò con dispiacere che il vecchio soldato non c'era...forse l'avrebbe rivisto dopo..o almeno così sperava.
Seguì l'uomo, insieme agli altri membri della scuadra.
Nel vedere Ayame fece un sorriso per salutarla, poi continuò a fissare l'uomo che li aveva svegliati.

Raggiunsero un cortile che brulicava di persone disposte in modo ordinato: erano tutti membri delle Stelle d'Argento!
Allora era vero quello che sospettava e che aveva letto: non erano uno sporadico gruppo di disperati..erano un'organizzazione ben strutturata!

Su un palco li difronte salì un uomo che doveva avere un ruolo fondamentale nell'organizzazione, dato il modo di vestire e dal suo modo di parlare molto plateale.
Si imponeava davanti a loro come se fosse una divinità, parlava in modo poco adeguato secondo il suo parere.


Sallan! Sallan! Sallan!

Un unico coro che gridava quel nome...Sallan...se lo sarebeb ricordato di sicuro.
Finito il discorso arrivò un ragazzo, il loro caposquadra.
Aveva un tono autoritario e deciso, probabilmente l'unico modo per mettere in riga una squadra così eterogenea.
Finito il discorso vennero imbarcati su una nave che, da quello che aveva capito andava a Sud.
Le restrizioni a bordo somigliavano a quelle che aveva letto nel manuale, così cercò di tenersele a mente.

Finito di parlare, Vincent si avvicinò ad Ayame che fino a quel momento, come tutti era rimasta in silenzio:


So che tu sei forte e puoi farcela, ma se comunque avete bisogno di aiuto sai dove trovarmi...capito?

Il suo volto era serio, non voleva che accadesse nulla di male a nessuno.
Si ritirò in un alloggio a caso e prima di entrare riguardò Ayame per far capire dove si trovava.
Entrò così in quella che sarebbe stata la sua nuova casa.

Era stretto e umido, al contario della stanza d'albergo.
Quello che si poteva chiamare letto era stato montato con della paglia e un telo sopra. Notò che non ce n'era solo uno, ma bensì quattro, messi a casaccio come meglio potevano stare.
Si sedette in quello più vicino alla porta e rimase li attendendo ordini.

 
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† Yuffie
view post Posted on 26/6/2009, 17:18




Ayame era rimasta tutta la nottata sul molo, fissava i riflessi della luce del porto, scomparivano, sempre più, il cielo si stava schiarendo... probabilmente sarebbe arrivata l'alba, a breve... eccola, la stella delle terre del Sud iniziò ad espandere la propria luce in ogni dove, Ayame dovette coprirsi meglio con il cappuccio per evitare di essere lesionata dai suoi raggi aggressivi... Si alzò lentamente, infilò i suoi anfibi, la sensazione della pelle contro il suo corpo, era piacevole... Lenta s'incamminò verso il luogo dove si dovevano radurare al mattino, non era nemmeno rientrata negli alloggi, forse aveva sbagliato... ma ad Ayame il sonno non portava pace e tranquillità... oltre al fatto che un vampiro non necessita di dormire... era solo un'abitudine che aveva mantenuto negli anni...

Era arrivata prima del tempo, ancora nessuno, poi ad un tratto una persona, due, tre... Un cumulo di persone, tutte unite, esultanti, un uomo dinanzi a tutti, arrivato da poco, probabilmente uno dei capi di quella folle congrega... Incitava i propri adepti con parole di conforto, di speranza, di illusione, come fosse un Dio tutti lo aclmavano...

"...Stupidi..."

Con una punta di disprezzo aveva pensato queste parole, mentre con raccapriccio fissava la folla, probabilmente ancora intenta a farsi passare la sbornia della serata appena trascorsa...Infine vide Vincent, le sorrideva, abbassò il capo lievemente imbarazzata, e alzò solo una mano facendo un piccolo cenno di saluto, non era abituata a quelle atmosfere che il ragazzo spesso e volentieri le dava... aveva paura di quel calore che alle volte sentiva, quando la gente era gentile con lei... Vincent e poi Aelon...erano stati gli unici che l'avevano trattata bene, e questo le creava disagio...

Sallan! Sallan! Sallan!

Quel coro di adulatori non si fermava di urlare e sbraitare, quasi la testa le scoppiava da quella cantilena ripetitiva che "cantavano" i sottoposti. Pensava a loro, tutti una manica di pecore, pronte a gettarsi da un ponte, se solo gliel'avessero chiesto...
Durante la nottata aveva letto il manuale... sarebbe rimasta nel primo rango, non voleva che nessuno indagasse su di lei...

Un nuovo uomo, autoritario, si era fatto avanti, il loro caposcquadra, così si era presentato, sarebbe stato colui da cui avrebbe dovuto prendere ordini da oggi in avanti, il suo tono duro e grezzo nascondeva infine solo un'infinita preoccupazione per il suo equipaggio, l'ennessimo uomo che mascherava i suoi sentimenti e che in realtà era una persona debole... Così definiva Ayame le persone, deboli, perchè erano spinte da sentimenti...
Ascoltò quello che aveva da dire alla ciurma, ed infine si diresse sulla nave che sarebbe stata la sua nuova dimora... bhe, era certo meglio di quello che fin'ora lo era stato...

Sentì la voce di Vincent come un sussuro ovattato che si infiltrava nel groviglio dei suoi pensieri... Non ci aveva fatto troppo caso, ma alla fine dopo breve tempo scandì quelle parole... parole colme di peroccupazione e premura...

Non dovete avere timore per me... siate il protettore delle altre fanciulle, poichè loro non bramano la morte...

Disse queste ultime parole e vide il ragazzo accomodarsi negli alloggi, forse non si era accorto che sarebbero stati comuni, non sarebbe stato difficile trovarlo, siccome dormiva nella stesso luogo angusto... Fissò un attimo la porta, una banda blu, doveva ricordarsi quei particolari, non voleva assolutamente dare nell'occhio... non avrebbe varcato altra soglia se non quella tinta di blu...

Infine prese il coraggio a due mani ed entrò nella "stanza" dove alloggiava anche Vincent, non voleva essere osservata, ma era certa che così sarebbe stato, chi non guarderebbe la porta quando un cigolio sospetto urlava che qualcuno stava varcando la soglia?
Non importava... camminò lenta e si sedette su una branda, in un angolo, l'importante era stare a meno contatto possibile con la gente... quindi quell'angolo era perfetto, per quanto fosse logoro e sudicio...
Posò le sue cose e si sedette sul letto, il suo cappuccio sempre calato sul viso...

Edited by † Yuffie - 26/6/2009, 18:35
 
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.Yunie.
view post Posted on 26/6/2009, 20:48




SPOILER (click to view)
Pensato
Parlato

La nottata era passata tranquilla. Aveva dormito un sonno sereno. Il mattino era arrivato e un urlo la svegliò. Doveva essere la sveglia. Infatti dopo essersi preparata e uscita dalla stanza una grande folla si era concentrata sul piazzale

"Quindi non siamo gli unici ad aver accettato una missione tanto pericolosa.."


Si meravigliò della tanta gente che c'era. Tutti incitavano un uomo che parlava su un piccolo palco.

Sallan! Sallan! Sallan!


Sallan.. Quello doveva essere il suo nome. Dopo il dicorso dell'uomo si presentò a loro il caposquadra. Si presentò subito come ragazzo severo e rigido. Non accettava errori e voleva la perfezione dalla sua squadra. In effetti aveva tutte le ragioni, in una missione così pericolosa non potevano esserci errori.
Dopo la presentazione del caposquadra, il cui nome era Weyk, la Ninfa inseme agli altri della squadra furono portati alla nave.
A bordo Aelon ascoltò tutto quello che dicevano passo dopo passo. Avevano spiegato che la nave era divisa in sezioni, ed ogni sezione aveva una porta con sompra una banda diversa. Lei che era del 1° grado aveva diritto ad entrare solo nelle sezioni con la banda colorata di blu, ed erano pochissime.
Poi fù portata agli alloggi, che curiosamente non erano divisi per sesso. Dopo la lunga spiegazione fù data la libertà di esplorare la nave a tutti, rimanendo sempre nelle sezioni abilitate.
Il ragazzo scarlatto, di cui ancora non sapeva il nome, e la ragazza misteriosa andarono subito nelle stanze.
Aelon, invece, incuriosita dalla ragazza con le orecchie dacise di rivolgergli la parola

Salve! Il mio nome è Aelon Mizuno.. Bè in realtà dovrei presentarmi con il nome di 03587, ma non sarebbe molto carina come presentazione. E posso sapere il tuo nome?


Fece una piccola risata, non le sembrava il caso di presentarsi con il numero sopra il medaglione..
 
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†.FaLLen AnGel.†
view post Posted on 27/6/2009, 10:42




Il riposo sicuramente le aveva fatto bene, i muscoli erano rilassati, la mente pulita e il corpo pronto a scattare. Eris fu svegliata da una voce tonante, probabilmente la sveglia del Porto. La ragazza si alzò, si aggiustò i capelli e i vestiti, prese la sua roba e dopo essersi aggiustata la mantellina sulle spalle uscì dai dormitori.
Venne sommersa dalla luce dei potenti fari delle navi, già tutte pronte a salpare, e quando gli occhi si abituarono a quella luminosità rimase stupita dalla quantità di gente che si era raggruppata davanti ad un piccolo palco dove stava salendo un uomo magro e dai lunghi capelli neri, seguito da due bambini vestiti con delle toghe blu. Con fare imponente e sicuro cominciò un discorso alla folla lì radunata. Parole ricche di conforto e promesse riempirono il piazzale e l'umore delle truppe salì alle stelle. Un solo grido di levò dalla gente.

Sallan! Sallan! Sallan!

Guardò la scena con un sorriso. Quelle parole avevano colpito anche lei ed ora era sempre più entusiasta della partenza. Nel frattempo aveva raggiunto i suoi compagni di viaggio.
Dopo il clamoroso successo del discorso, il loro caposquadra arrivò, si presentò con il nome di Weyk ed elencò con durezza le cose che non accettava dalla squadra. Non ci sarebbero dovuti essere errori, Eris se lo augurava con tutto il cuore. Finito il breve colloquio, Weyk li accompagnò sulla nave.
Il veicolo sembrava un manufatto antico che galleggiava sull'acqua. infatti ad osservarla meglio, la nave sembrava consumata e in alcuni punti mostrava anche segni di corrosione. Apparte questo, Eris la trovò molto bella.

Una volta saliti, il caposquadra mise in chiaro le regole da rispettare. Ogni porta era contrassegnata da una banda di un colore diverso. Per loro che erano del primo rango era possibile accedere solo a quelle con la banda blu, il che erano ben poche. Infine venne mostrato loro il dormitorio che a differenza del porto era comune. Finito il suo lavoro, Weyk li lasciò liberi di girare sulla nave mentre questa cominciava a muoversi verso sud.

Vide il ragazzo dal mantello scarlatto e la ragazza incappucciata sparire nella stanza del dormitorio. Eris non aveva voglia di chiudersi lì dentro e quando stava per avviarsi per conto suo sentì una voce parlarle, ma questa per poco non si confondeva con il suono del mare quanto cristallina fosse.
Si girò e vide la ragazza dagli occhi di zaffiro. Le aveva appena detto il suo nome, Aelon Mizuno e aveva riso. Le sorrise anche lei e rispose alla sua presentazione.

Salve a te! Io sono Eris Kuroga, o anche 03588. E' un piacere fare la tua conoscenza Aelon.
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 27/6/2009, 12:40




E io sono Maew!

Il giovane ragazzo della squadra si era presentato alle due che chiaccheravano. Ebbe il solo effetto di ricevere un silenzio significativo.

E i giorni passarono. L'entusiasmo iniziale andò via via scemando, soppiantato dall'irritazione e dalla paura. Una paura subdola che serpeggiava nell'equipaggio. Una paura che fortunatamente le squadre ricognizione potevano solo avvertire nei marinai che dovevano scorrere il tempo sul ponte: La terribile sensazione di essere un puntino luminescente in un'infinità di tenebre, la paura di aver iniziato un viaggio senza ritorno e senza speranza. Ma tutti gli addetti della nave erano persone scelte e addestrate e difficilmente si lasciavano andare ad attacchi isterici. Le truppe a loro volta stivate all'interno dovevano invece affrontare la noia e la claustrofobica sensazione di vivere costantemente a contatto con altre decine di persone senza avere nulla da fare, o meglio, senza poter far nulla.
In questa situazione Maew si comportava più che egregiamente. Sarà stato per il suo incrollabile ottimismo, per la sua educazione o per la sua tenacia ma fu uno degli adepti che meglio sopportò la situazione. Addirittura risollevò il morale di molti dei presenti con la sua allegria evitando al contempo di essere fastidioso e pedante. Divenne quasi come la mascotte della nave.
Il vecchio non pareva intenzionato ad attaccar bottone, particolarmente in quella situazione. Pareva soffrire la situazione e preferiva farlo da solo ed in silenzio.
Qualche ragazza si era lamentata, inutilmente, degli sguardi libidinosi dei membri che riposavano a lei vicino quando doveva cambiarsi ma non venne ascoltata dai superiori che l'avevano avvisata. Comunque non accadde niente di grave e per loro andava bene così. E i giorni passavano...
Era difficile capire quanto tempo fosse passato. Unica cosa a definire lo scorrere del tempo era la campanella che determinava il cambio dei turni che, in teoria, suonava ogni sei ore. Quei giorni monotoni si susseguirono fino alla trentottesima scampanellata.

La nave ondeggiava vigorosamente. Voci di marinai ed ufficiali urlavano ad alta voce ordini e danni. Pareva che una terribile tempesta avesse investito le due navi con forza inaudita. Il fragore delle onde che si schiantavano contro la nave era assordante, l'impatto violento devastante. molti ruzzolarono a terra. La porta degli alloggi si spalancò ed un marinaio si affacciò all'interno.

Tenetevi pronti ad ogni emergenza!

Poi sparì di corsa lasciando aperta la porta. Molti ricognitori si guardarono l'un l'altro preoccupati. Che avrebbero fatto se la nave fosse naufragata? Si stava per scatenare il panico. Anche in questo frangente Maew dimostrò un carisma eccezzionale tranquillizzando molti dei presenti. Forse aveva seguito un corso di leadership durante la sua formazione... o forse era un suo talento naturale. Minuti terribili trascorsero nel silenzio più assoluto, escludendo la tempesta sempre più violenta. Una voce gracchiante provenì da una sorta di tubo metallico.
Reggersi!

Uno schianto. Non si poteva dire se avessero scontrato qualcosa di solido o un'onda gigantesca. Tutti persero l'equilibrio e la nave sinclinò vistosamente. Quando ormai tutti pensavano che non ce l'avrebbero fatta tutto parve farsi più calmo. Quando la voce del tubo confermò che il peggio era passato urla di gioia e sollievo si sollevarono dai ricognitori. Ma la situazione non era rosea. Poche ore dopo erano arrivati e fu dato l'ordine di uscire dalla nave.

Avevano infine raggiunto una nuova terra. Tutti i ricognitori vennero fatti sbarcare su una spiaggia. Nessuna fonte di luce se non quella della nave che stava proiettando tutti i suoi potenti fari verso quel nuovo territorio per permettere ai presenti di vedere cosa avevano infine trovato. La sabbia era strana... fredda, pungente... non era sabbia... era... pietra? Era una nera pietra lucida, scura come la pece e brillante alla luce come diamanti. Era stupenda ed inquietante allo stesso tempo. E poco più in là qualcosa che non si sarebbero mai aspettato di vedere. Piante. Anche queste parevano essere completamente nere. Come potevano vivere senza neanche una fioca luce? Pareva impossibile. Arrivarono i capigruppo ad informare le proprie squadre e, ovviamente, arrivò anche Weyk.


La nave ha subito danni ingenti ma riparabili. La "Luce infinita", la nave che era assieme a noi è sparita durante la tempesta e non ne abbiamo più notizia. Le scorte sono andate in parte perse e nostro compito è cercare qualcosa di commestibile fino alla fine delle riparazioni. Purtroppo a causa della burrasca abbiamo perso molti uomini e non potrò seguirvi come farei di norma. Non allontanatevi troppo, non separatevi, tornate indietro se trovate cibo, acqua o pericolo.

Non aveva indorato la pillola... La situazione non era delle più rosee ma neanche disperata. Nonostante tutto il morale delle truppe pareva essere abbastanza alto, forse per essere riusciti a sopravvivere fino ad ora.
I sei dunque erano liberi di agire come credevano finchè avessero seguito gli ordini. La nave alle loro spalle, la spaiggia alla loro sinistra e destra che proseguiva fino a sparire nell'ombra e l'oscura foresta di fronte a loro...



SPOILER (click to view)
[OT/Potete mandarmi un MP per chiedere informazioni.

Esempio: MP:Guardo il cielo. Risposta MP:Il cielo è completamente oscuro e non puoi vedere alcunchè se non tenebre.

Potete mandarmi un MP per chiedere di poter raccogliere un oggetto.

Esempio: MP: voglio raccogliere un granello di sabbia. Risposta MP: Ti avvicini e raccogli un granello di sabbia.

Sabbia nera

Descrizione: Nera sabbia color pece e brillante alla luce del sole./OT]


Edited by Count Cidolfas Orlandu - 27/6/2009, 16:58
 
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Joker™
view post Posted on 27/6/2009, 16:36




Era nella sua stanza a riposarsi.
Odiava il trambusto della nave: i caposquadra che urlavano gli ordini più disparati, le urla dei membri della "ciurma" che rispondevano con altrattanto tono e poi si era creata un'aspettata ansia e tensione all'interno della nave.
Era tanto che viaggiavano e ancora nessun segno di terra.

Lui non era preoccupato, poteva comunque volare, ma non voleva mostrare la sua vera natura agli umani, a colo che gli ricordavano il suo passato.

Passò quasi tutto il tempo in cabina e usciva solo la notte quando tutti dormivano: era una sensazione bellissima, appoggiarsi ai bordi e vedere il nulla che urlava con le grida di Poseidone e che probabilmente li stava inghiottendo in chissà quali sperdute acque.

Un giorno ci fù un urto fortissimo che lo svegliò di colpo: sembrava che avessero urtato un'altra nave...forse l'altra che viaggiava insieme a loro.
Uscì per vedere ma l'unica cosa che vide erano uomini a terra, chi si rialzava, chi gridava e chi cadeva nel buio più profondo del mare.

Era una situazione pericolosa, non poteva rischiare che i membri della sua squadra rischiassero la vita, lo aveva anche detto il caposquadra...

"Tutti voi avete in mano la vita dei vostri compagni. Loro sono la vostra sicurezza."
Devo essere la loro sicurezza...devo cercarli ed aiutarli..non me lo perdonerei mai se succedese loro qualcosa!


Iniziò a correre lungo per tutta la nave a cercarli, mentre evitava con agili salti i barili che rotolavano.
Ogni volta che vedeva qualcuno in difficoltà lo aiutava: più erano e meglio era, ora non faceva più distinzione...anche perchè era quasi impossibile.
Un uomo stava per cadere di sotto, così lo afferrò prima che fosse inghiottito dal mare. Mentre lo tirò su si girò e li vide..i suoi compagni di squadra...
Lo fece risalire e lo mise al sicuro e scattò subito verso di loro per vedere se avevano bisogno di aiuto..

Era finito il peggio finalmente...i supestiti tirarono sospiri di sollievo, altri piangevano la morte dei proprio compagni, altri ancora cercavano di tirarli su di morale.

"Eh...a quanto pare no nsono stati la salvezza per i loro compagni..."

La sua squadra era tutta al completo e dopo poche ore raggiunsero una nuova terra: era stranissima...una sabbia nera che brillava e una folta vegetazione nera anchessa...

Si chinò a raccogliere la sabbia...sembrava un liquido tanto era fine...così nera ma così brillante...sembrava quasi una sabbia fatta da ossidiana erosa...forse c'era un vulcano attivo nei pressi di questa terra...
SPOILER (click to view)
"sembrava quasi una sabbia fatta da ossidiana erosa...forse c'era un vulcano attivo nei pressi di questa terra..." e non venitemi contro xk studiando geologia ste cose le so xDDD

Ne raccolse una manciata e la mise in una delle tasche dei pantaloni. Sperava che non l'avrebbe persa. Non sapeva perchè ma aveva deciso di prenderla, forse sarebbe stata utile a qualcosa, magari a scacciare le creature che si potevano nascondere all'interno della foresta, che non si avvicinavano per questo motivo forse.

"Sto delirando...penso troppo, ma in queste situazioni è meglio pensare a un piano.."

Decise così di andare dal caposquadra e gli chiese se era possibile muoversi a gruppi per esplorare la zona e che poteva fare una sorta di provvisorio caposquadra: gli rispose che potevano muoversi e che non si fidava del singolo ma del gruppo.

Con un leggero saluto si allontanò e si avvicinò alle piante: anche queste sembravano fatte di ossidiana!!!

"L'ossidiana è comunque una pietra che si forma con la rapida cristallizzazione del magma, è molto nera e brilla in ogni punto. Com'è possibile? Un vulcano nei pressi? Troppo strano...forse sotto quest'isola c'è una forte attività ignea..."

Erano nere, lisce e abbastanza resistenti. Provò infatti a rompere il ramo ma non ci riuscì. Forse con più forza ce l'avrebbe fatta ma non provò.

Decise di tornare indietro e andò dal suo gruppo.
E finalmente parlò con gli altri:

Ragazzi il caposquadra ha detto che ci possiamo moverci ma non troppo. Io consiglio di esplorare quest'isola, ma di non addentrarci troppo.
La sabbia e le piante sembrano fatte di ossidiana, una pietra che si forma dal magma cristallizzato velocemente.
Se davvero fosse così è possibile che ci sia una forte attività magmatica nel sottosuolo o la presenza comunque di un vulcano. Fate attenzione.


Si girò verso la fitta foresta poi li riguardò:

Chi è del mio parere mi segua, ma comportiamoci come un gruppi ragazzi. Ah..scusate la maleducazione..io sono Vincent Valentine.
 
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† Yuffie
view post Posted on 27/6/2009, 20:26




Le giornate passavano tutte identiche, nemmeno era possibile capire quando fosse giorno e quando fosse notte, là, in mezzo a quel mare, era impossibile scorgere la luce della stella, nemmeno un piccolo bagliore, un puntino...nulla solo buio, sopra e sotto di loro.
Ayame non dormiva mai, rimaneva nel suo alloggio anche quando tutti dormivano, il suo unico passatempo erano i ricordi... ogni giorno, lo stesso doloroso ricordo che le fustigava il corpo, strappando brandelli della sua identità... Ogni giorno si rendeva sempre più conto di quanto fosse stata una follia seguire quella gentaglia... Non poteva nutrirsi, sarebbe stata scoperta, non sarebbero passate insosservate le sparizioni di uomini... ogni 3 settimane...

Molte ragazze erano intimorite da quelli uomini, e spesso si lamentavano dei loro sguardi peccaminosi, era ovvio che sarebbe stata così, poche donne, tanti uomini, su un'unica nave, che per mesi si sarebbe persa nell'orizzonte senza fare ritorno... Ad Ayame non importava, non si spogliava mai, il suo cappuccio non era mai sceso dalla sua testa, nemmeno una singola volta... non si era mai cambiata... presto la ciurma iniziò a parlare di lei... quella strana ragazza, come sarebbe mai stata sotti quel capuccio? Era sfigurata? Era brutta? Per quale motivo non si mostrava a nessuno? Non sarebbe stato strano se avessero iniziato a scommettere sul motivo di quell'incapucciamento e sul suo aspetto...
I giorni passavo identici, ancora giorni, giorni di straziante lavoro, sempre uguale... ma un giorno le cose cambiarono...

Ad un tratto la nave inizò a barcollare, il panico completo, tutti preoccupati cercavano la fuga, una via di salvezza in quella frustrazione... delirio completo... Era troppo tempo che Ayame non si cibava... aveva bisogno di sangue... ma non poteva uccidere nessuno, le sue forze andavano scemando, ancora qualche giorno e avrebbe perso la capacità d'intendere... Il mare sembrava irritato dalla loro presenza, voleva punirli della loro arroganza, questo causò un maggiore caos tra tutti i passeggeri, decise così di uscire dagli alloggi e camminare sino al ponte della nave.
Gente che urlava, correva, cadeva e rischiava la vita... Non le importava... ma doveva salvare quelle che sarebbero state la sua fonte di energia, così senza pensarci due volte si gettò a capofitto nell'orgia di uomini agitati, cercando di proteggerne il più possibile, salvando anche uomini che stavano per cadere dalla nave. In molti la ringraziavano, lei freddamente se ne andava senza rivolgere nemmeno una parola agli altri. In molti le avevano chiesto di mostrarle il viso, il viso della loro salvatrice, dicevano, nulla... nemmeno una parola, se ne andava...

"Salvatrice? ...no... è diverso... voi siete il mio cibo..."

Stava delirando, era guidata dal suo istinto, siccome la sua lucidità sembrava svenuta... e no naveva intenzione di svegliarsi... Sentiva un enorme bisogno di quel liquido scarlatto... voleva solo quello, era arrivata al punto di scegliersi una vittima, ma ad un tratto la sua logica tornò a farsi viva, come un ceffone...un ceffone ricevuto per svagliarla dalla sua follia... lucidità, bentornata amata lucidità...

Ad un tratto la situazione si calmò, come per magia gli umori erano mutati, urla di gioia e speranza... Si guardò attorno, visi rigati da infinite lacrime sorridevano guardando avanti a loro... si girò per vedere... Una landa nera, il cielo era nero, anche la sabbia, tutto là sembrava essere nero...
Scese lentamente dalla nave, i suoi piedi appoggiavano debolmente sulla sabbia, iniziava ad annebbiarsi la sua vista, quella perfetta vista che le consentiva di distinguere a perfezione quel luogo ombroso...
Il loro capitano ancora una volta ieratico dinanzi a loro, quell'aria sicura, ma allo stesso tempo spaventata... Aveva dato loro istruzioni sul dafarsi, le avrebbe seguite, doveva stare al loro gioco, finchè il suo scopo non sarebbe stato realizzato.

le forze iniziavano a mancarle, la vista peggiorava ed il suo respiro, per quanto fosse simulato era quasi ansimate... Ad un tratto distisse la voce di Vincent, la volle seguire per trovarsi davanti a lui, sembrava comportarsi da ottimo leader, magari sarebbe stata la sua occasione per sfamarsi...

Io sono con te...

La sua voce era chiara, forte sopra tutte le altre, ben distinta, qualcuno si girò a fissarla, poi piano si avvicinò a Vincent, gli si accostò e si avvicinò alla sua orecchia...

...a...aiutami...

Gli sussurrò quella richiesta nell'orecchio... un alito di vento soffocato dalla sofferenza del suo corpo stremato... Sperava nella benevolenza si quel ragazzo...ma in fondo non era da tutti porsi come "cibo", se lui l'avesse aiutata sfamandola di certo non lo avrebbe ucciso, bensì gli avrebbe dovuto la vita... le bastava così poco, un poco di sangue, il nettare della vita... doveva vivere... Ayame sapeva sarebbe successo prima o poi, ma la sua foga l'aveva costretta ad agire senza logica, senza pensare alle conseguenze... ma voleva andarsene, trovare una cura... e se proprio morire, ma non sarebbe morta senza prima combattere, senza prima aver ucciso quell'ultima speranza...

Edited by † Yuffie - 27/6/2009, 21:52
 
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.Yunie.
view post Posted on 27/6/2009, 21:35




Quei giorni nella nave passavano lenti. Non accadeva niente. Tuto era uguale al giorno prima. Ad Aelon non rimaneva altro che dare un'occhiata al manuale di volta in volta e di fare qualche giochetto di magia con l'acqua dell'oceano per intrattenere i marinai. Non c'era altro da fare.
Un'altro problema era cambiarsi gli abiti. I marinai lanciavano sguardi ambigui e ad Aelon non piaceva per niente. Andò a reclamare al capo, ma guadagnò soltanto una sgridata, dicendo che erano state avvisate.
I giorni si susseguivano uno dopo l'altro, ma, in un giorno come un'altro, il fatto accadde. La nave era più agitata del solito, e i marinai preoccupati. Un grande boato susseguì l'ondeggiare violento della nave e un pericoloso urto fece caere la Ninfa. Sembrava che la nave fosse andata a scontrasi con qualcosa. Dall'esterno urla e caos avevano preso il controllo, e gli uomini venivano abattuti a destra e a sinistra urtando violentemente contro le pareti della nave. Provò a tranuillizzare la ciurma ma il caos regnava sovrano.
Il tutto accadde in una mezza giornata. Per Aelon era stato un'inferno ma il peggio era finito. Molti soldati furono dispersi in mare e pochi erano rimasti.
Dopo poche ore una nuova terra si presentò all'orizzonte. Quello che Aelon vide in lontananza era solo una grande massa nera.
Approdata vide che lì tutto era nero. Anche le piante. Non poteva imaginare di vivere in un posto così.

"Questo luogo è spaventoso.."


Il ragazzo scarlatto si comportò da vero leader. Aveva in poco tempo analizzato di cosa potesse eessere fatta tutta la sostanza nera, e aveva organizzato in poco tempo una squadra di esplorazione.

Chi è del mio parere mi segua, ma comportiamoci come un gruppo ragazzi. Ah..scusate la maleducazione..io sono Vincent Valentine.


Vincent.. Finalmente sapeva il suo nome.

Io sono con te!


Disse la ragazza. Poi si avvicinò a lui e sottovoce disse

Io sono Aelon Mizuno. Finalmente abbiamo avuto l'opportunità di parlarci..


 
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†.FaLLen AnGel.†
view post Posted on 30/6/2009, 11:43




I giorni sulla nave passavano tranquilli, quasi monotoni. Maew, il biondino logorroico, era l'unico che riusciva a rendere un po' più divertenti le giornate con le sue chiacchiere e il suo entusiasmo da bambino cresciuto troppo in fretta.
Per quanto riguarda Eris, la ragazza passava le giornate a girovagare sulla nave e aiutare quando serviva. Le piaceva stare sulla prua e farsi accarezzare i capelli e il viso dal vento. Quando doveva cambiarsi i vestiti sentiva sulla pelle gli sguardi dei marinai ma non le importava, non si vergognava molto.

Eris aveva perso la cognizione del tempo quando un giorno, all'improvviso la nave ebbe un sussulto ed un boato annunciò un urto violento. La ragazza perse l'equilibrio cadendo a terra e scivolando sul pavimento inclinato dell'imbarcazione fino ad arrivare con la schiena alle sbarre di protezione ai bordi della nave. Era meglio non alzarsi, quindi Eris si allontanò dai bordi per raggiungere la propria squadra strisciando a terra. Vide alcuni marinai cadere giù dalla nave. Scattò in avanti e prese al volo la mano di uno di questi; la nave sussultò un pò ma aiutò l'uomo a risalire. L'imbarcazione si piegò dall'altra parte facendola cadere di nuovo ma infilò le unghie nel pavimento per non scivolare via.

Una voce confermò che il peggio era passato anche se la nave sussultava ancora. Eris si rialzò lentamente e sentì un conato di vomito salirle alla gola; si portò una mano alla bocca e con le lacrime agli occhi resistette, non voleva essere debole.
Approdarono a quella che sembrava un isola. Scesero tutti dalla nave e lei si unì alla sua squadra. Il luogo era completamente buio, illuminato soltanto dai potenti fari della nave; la sabbia era fredda e... Nera? Si, era nera e lucente, come anche le piante, gli alberi. Tutto su quella terra pareva essere di quello strano vetro nero. Il ragazzo dal mantello rosso aveva preso il comando della squadra e si era presentato con il nome di Vincent Valentine. Vide la ragazza incappucciata avvicinarsi a lui e dirgli qualcosa all'orecchio, quasi accasciata sulla sua spalla. Stava male? Non fece in tempo a rispondersi che Aelon si avviccinò a Vincent dicendo di essere con lui. Allora anche Eris si unì a loro.

Vengo con voi! Io sono Eris Kuroga.
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 30/6/2009, 13:30




Gli uomini continuavano animatamente a lavorare sulla barca. La spiaggia che proseguiva fra le ombre e l'oscura foresta. Non sembravano esserci altre opzioni...

[OT/Nulla di fatto è successo. D'ora in poi i post del narratore saranno più brevi per lasciare più spazio ai giocatori. Ogniqualvolta ne sentiate bisogno potete mandarmi un MP per chiedere informazioni, per raccogliere oggetti e per qualunque altra cosa vi venga in mente./OT]
 
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Joker™
view post Posted on 30/6/2009, 17:46




Vincent vide Ayame accasciarsi su di lui, così la prese, si allontanò un pò dal gruppo e dopo poco tornarono assieme.
Lei sembrava stare meglio.
Tutti si erano presentati a lui come se fosse una sorta di capo gruppo, ma non era questo che voleva il loro superiore.
Ognuno era libero di fare quello che voleva, per quello non lo aveva imposto a nessuno. Voleva che tutti si fidassero di tutti, non di uno solo, non così sarebbe andato il gruppo.

Metto subito in chiaro che nessuno qua è il capo di nessuno..

Poi, indicando il caposquadra con gli occhi aggiunse:

...tranne lui ovvio.

I volti dei suoi compagni di squadra sembravano fiduciosi, erano anche loro convinti.
La ragazza misteriosa che aveva visto a Fog City si chiamava Aelon, mentre l'altra si chiamava Eris.

Bene allora, noi saremo un gruppo! Non dobbiamo perderci d'animo ed essere sempre tenaci...non sappiamo cosa ci aspetta all'interno di quella particolare foresta.
Vi posso solo consigliare di impugnare le vostre armi e stare sempre all'erta. Chiunque si trovi in pericolo si faccia sentire dagli altri e appena si troverà qualcosa di utile avvertiamo il compagno più vicino.


Poi tirò fuori lo specchio e aggiunse:

Vi ricordo questo...se avete letto il manuale saprete anche decifrare i messaggi luminosi. Qundi se ci perdiamo o dobbiamo comunicare in silenzio, questi saranno preziosi. Se qualcuno non ha avuto tempo di leggere, lo può fare ora oppure può venire con me. Ci muoveremo comunque tutti insieme.

In queste situazioni bisognava essere pronti e decisi, l'indecisione era quello di cui avevano meno bisogno.
Estrasse la Cerberus che con quell'oscurità aveva un aria ancora più demoniaca, tanto che, le tre teste di Cerbero che erano saldate sulla canna, sembravano spalancare le fauci in cerca di vittime.

Aspettò che il gruppo fosse pronto, poi si avvicinò alle piante e, tendendo l'orecchio e osservando nell'oscurità all'erta, entrò nella fitta "vegetazione".
 
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† Yuffie
view post Posted on 30/6/2009, 19:51




Vincent l'aveva condotta con lui per qualche istante, poi tornarono là dove vi erano altre due ragazze. Adesso stava meglio, le fissava con aria fredda, per 1 settimana adesso sarebbe stata a posto... sperava tanto che in quella settimana riuscisse a cibarsi seriamente...

Vincent aveva specificato con il suo solito tono pacato e deciso di non voler essere loro capo, semplicemente voleva aiutare tutti... Per quanto si sforzasse era una cosa più grande di lui, era un leader in quel gruppo, forse non di Ayame, lei era indipendente e non si preoccupava affatto di ricevere ordini, semplicemente era andata con lui per il suo squallido scopo di cibarsi... adesso se ne sarebbe anche andata...ma qualcosa la incitava a rimanere... qualcosa dentro... quell'uomo le ispirava fiducia... forse poteva fidarsi davvero di lui... no... Ayame non si fidava mai... l'ultima volta era stata "uccisa", questa volta nessuno avrebbe più toccato il suo cuore gelido...

Ayame s'incamminò tranquillamente verso quel bosco tetro e oscuro, era affascinata le piaceva immensamente quel luogo, ogni angolo, ogni cosa, ispirava timore, tenebre... macchie di impurità su quello che era un mondo troppo fantasioso per lei... osservò la sabbia ai suoi piedi, nera anch'essa, interessante... qui la sua pelle era cone un faro, cercò di coprirsi al meglio, non voleva essere apparisciente agli occhi degli altri... voleva celarsi nell'ombra il più possibile... In questo momento era intensamente bianca... poco sangue che aveva bevuto le aveva ridato le forze ma non l'aspetto "sano" che raggiungeva con un vero posto... sembrava malata... ma non importava, nessuno aveva visto il suo viso...se non Vincent e Aelon...ma lei ancora non sapeva di essere in compagnia della ragazza malinconica...

la vegetazione, se così si poteva chiamare, era scura, nera come i lresto del luogo, chissà se dentro quel giuscio vi era lo scorrere di una vita oppure fossero privi di vita come lo è un sasso... l'avrebbero scoperto...

Si avvicinò ad un albero era lucido nero... provò a staccarne un ram, faceva resistenza, era duro, ci provò con più forza ed il ramo si staccò dal tronco...nero e lucido anch'esso...
Era pesante, e all'apparenza non era nulla più che un sasso come quelli a terra, semplicemente aveva un'altra forma...Lo fissò incuriosita e provò a romperlo ulteriormente sbattendolo con forza contro il busto ferito dell'albero...delle scheggie volarono veloci ed il ramo si crepò ed infine un ultimo colpo, si ruppe... tanti framment idello stesso ramo...identici...neri, lucidi, con qualche sbavatura opaca là dove era stato rovinato dall'urto...

"interessante..."

COncluse tra se e se che in quelle terre non vi poteva essere forma di vita, con cosa si sarebbero sfamati? Pietre no... forse più all'interno vi poteva essere un cambiamento radicale del paesaggio, non restava che entrarvi... s'inoltro nel manto scuro del bosco...

Edited by † Yuffie - 2/7/2009, 15:29
 
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.Yunie.
view post Posted on 1/7/2009, 09:19




SPOILER (click to view)
Pensato
Parlato

Anche gli altri avevano accettato di seguire Vincent. Lui aveva premesso di non essere un leader, ma sicuramente il resto del gruppo non la pensava così, e anche Aelon sapeva che era un'ottimo comandante.
Entrarono nel bosco completamente nero. Quel luogo gli dava un senso di tristezza, di malinconia. Un posto senza vita, senza colore, completamente diverso dalle Terre dell'Est, dove il verde della natura e l'azzurro del cielo gli davano un senzo di purezza.
Qui la Natura non le comunicava, non la consolava, era tutto morto. La ragazza con il cappuccio staccò il ramo di un'albero e lo scagliò contro il fusto. Il ramo si frammentò in tante piccole schegge nere, tutte uguali tra loro.

Questo posto non mi piace. O Dea aiutaci e proteggici dal tuo immenso e magnifico regno..


Disse sottovoce. Intanto si osservava intorno, e studiava il paesaggio circostante che sembrava essere tutto uguale.
La ragazza seguiva il gruppo senza staccarsi un'attimo da loro..
 
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†.FaLLen AnGel.†
view post Posted on 2/7/2009, 10:18




Vincent aveva detto che bisognava lavorare in gruppo e Eris concordava; sarebbe rimasta vicino agli altri e avrebbe aiutato i suoi compagni in caso di pericolo, anche se sapeva che questi sapevano benissimo cavarsela da soli.
Si inoltrarono tutti nella vegetazione. Eris tese le orecchie pronta a catturare qualsiasi rumore sospetto mentre provava a trovare qualcosa di commestibile o di utile rimanendo comunque vicina al gruppo. La ragazza misteriosa avvolta nel mantello aveva staccato un ramo per poi spaccarlo contro il tranco dell'albero. Il fuscello si disintegrò in tante schegge brillanti ma sempre nere. Aelon pregava sottovoce la sua Dea.
Eris si guardò intorno. Gli occhi si abituarono alla poca luce. Tutta quell'oscurità in qualche modo la confortava, si sentiva avvolta da quel buio così denso che quasi si poteva toccare. Quel luogo era inquietante ma affascinante allo stesso tempo e a Eris piaceva. Gli alberi erano alti e con le loro chiome cristallizzate coprivano il cielo.
Eris continuò a seguire il gruppo che cominciava a inoltrarsi ancora di più nella foresta sperando di trovare un paesaggio diverso tenendo i sensi all'erta per ogni evenienza.

Edited by †.FaLLen AnGel.† - 2/7/2009, 22:06
 
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134 replies since 24/6/2009, 18:57   1648 views
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