| Le giornate passavano tutte identiche, nemmeno era possibile capire quando fosse giorno e quando fosse notte, là, in mezzo a quel mare, era impossibile scorgere la luce della stella, nemmeno un piccolo bagliore, un puntino...nulla solo buio, sopra e sotto di loro. Ayame non dormiva mai, rimaneva nel suo alloggio anche quando tutti dormivano, il suo unico passatempo erano i ricordi... ogni giorno, lo stesso doloroso ricordo che le fustigava il corpo, strappando brandelli della sua identità... Ogni giorno si rendeva sempre più conto di quanto fosse stata una follia seguire quella gentaglia... Non poteva nutrirsi, sarebbe stata scoperta, non sarebbero passate insosservate le sparizioni di uomini... ogni 3 settimane...
Molte ragazze erano intimorite da quelli uomini, e spesso si lamentavano dei loro sguardi peccaminosi, era ovvio che sarebbe stata così, poche donne, tanti uomini, su un'unica nave, che per mesi si sarebbe persa nell'orizzonte senza fare ritorno... Ad Ayame non importava, non si spogliava mai, il suo cappuccio non era mai sceso dalla sua testa, nemmeno una singola volta... non si era mai cambiata... presto la ciurma iniziò a parlare di lei... quella strana ragazza, come sarebbe mai stata sotti quel capuccio? Era sfigurata? Era brutta? Per quale motivo non si mostrava a nessuno? Non sarebbe stato strano se avessero iniziato a scommettere sul motivo di quell'incapucciamento e sul suo aspetto... I giorni passavo identici, ancora giorni, giorni di straziante lavoro, sempre uguale... ma un giorno le cose cambiarono...
Ad un tratto la nave inizò a barcollare, il panico completo, tutti preoccupati cercavano la fuga, una via di salvezza in quella frustrazione... delirio completo... Era troppo tempo che Ayame non si cibava... aveva bisogno di sangue... ma non poteva uccidere nessuno, le sue forze andavano scemando, ancora qualche giorno e avrebbe perso la capacità d'intendere... Il mare sembrava irritato dalla loro presenza, voleva punirli della loro arroganza, questo causò un maggiore caos tra tutti i passeggeri, decise così di uscire dagli alloggi e camminare sino al ponte della nave. Gente che urlava, correva, cadeva e rischiava la vita... Non le importava... ma doveva salvare quelle che sarebbero state la sua fonte di energia, così senza pensarci due volte si gettò a capofitto nell'orgia di uomini agitati, cercando di proteggerne il più possibile, salvando anche uomini che stavano per cadere dalla nave. In molti la ringraziavano, lei freddamente se ne andava senza rivolgere nemmeno una parola agli altri. In molti le avevano chiesto di mostrarle il viso, il viso della loro salvatrice, dicevano, nulla... nemmeno una parola, se ne andava...
"Salvatrice? ...no... è diverso... voi siete il mio cibo..."
Stava delirando, era guidata dal suo istinto, siccome la sua lucidità sembrava svenuta... e no naveva intenzione di svegliarsi... Sentiva un enorme bisogno di quel liquido scarlatto... voleva solo quello, era arrivata al punto di scegliersi una vittima, ma ad un tratto la sua logica tornò a farsi viva, come un ceffone...un ceffone ricevuto per svagliarla dalla sua follia... lucidità, bentornata amata lucidità...
Ad un tratto la situazione si calmò, come per magia gli umori erano mutati, urla di gioia e speranza... Si guardò attorno, visi rigati da infinite lacrime sorridevano guardando avanti a loro... si girò per vedere... Una landa nera, il cielo era nero, anche la sabbia, tutto là sembrava essere nero... Scese lentamente dalla nave, i suoi piedi appoggiavano debolmente sulla sabbia, iniziava ad annebbiarsi la sua vista, quella perfetta vista che le consentiva di distinguere a perfezione quel luogo ombroso... Il loro capitano ancora una volta ieratico dinanzi a loro, quell'aria sicura, ma allo stesso tempo spaventata... Aveva dato loro istruzioni sul dafarsi, le avrebbe seguite, doveva stare al loro gioco, finchè il suo scopo non sarebbe stato realizzato.
le forze iniziavano a mancarle, la vista peggiorava ed il suo respiro, per quanto fosse simulato era quasi ansimate... Ad un tratto distisse la voce di Vincent, la volle seguire per trovarsi davanti a lui, sembrava comportarsi da ottimo leader, magari sarebbe stata la sua occasione per sfamarsi...
Io sono con te...
La sua voce era chiara, forte sopra tutte le altre, ben distinta, qualcuno si girò a fissarla, poi piano si avvicinò a Vincent, gli si accostò e si avvicinò alla sua orecchia...
...a...aiutami...
Gli sussurrò quella richiesta nell'orecchio... un alito di vento soffocato dalla sofferenza del suo corpo stremato... Sperava nella benevolenza si quel ragazzo...ma in fondo non era da tutti porsi come "cibo", se lui l'avesse aiutata sfamandola di certo non lo avrebbe ucciso, bensì gli avrebbe dovuto la vita... le bastava così poco, un poco di sangue, il nettare della vita... doveva vivere... Ayame sapeva sarebbe successo prima o poi, ma la sua foga l'aveva costretta ad agire senza logica, senza pensare alle conseguenze... ma voleva andarsene, trovare una cura... e se proprio morire, ma non sarebbe morta senza prima combattere, senza prima aver ucciso quell'ultima speranza...
Edited by † Yuffie - 27/6/2009, 21:52
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