Addestramento Akemi Mitsui, CONCLUSO

Akemi notò eccome il sorrisetto ambiguo dell'altra Vampira, di cui ancora non conosceva il nome.
La tecnica che usava l'affascinava molto: era insolita, e la ragazza pensava che fosse, in qualche modo, nobile ed elegante, nella sua diversità da quelle che erano, per esempio, le sue di tecniche.
Non erano un granché per il momento, ma Akemi era decisa a diventare un'ottima necromante, in modo da riuscire a possedere -oltre che alla sua- anche le menti altrui.

I suoi tre difensori si disposero attorno a lei, con l'intento di difenderla dal nuovo attacco della vampira.
L'altra lanciò un'altra delle sue sfere di sangue, che colpì in pieno due dei suoi difensori, che si accasciarono a terra, profondamente feriti e, l'ultimo, si parò davanti a lei, vedendo che l'altra correva verso di lui con una falce.
Si mise in posizione di difesa, ma comunque riportò dei danni, e tutti e tre svanirono nel nulla.

Ringhiò appena, osservandoli mentre scomparivano sotto i suoi occhi, che avevano assunto una tonalità sul porpora. Diavolo! pensò Akemi, piuttosto irritata dal fatto che le sue difese fossero andate a farsi benedire all'inferno.

Con uno scatto alzò il volto sulla vampira, fissandola per un microsecondo negli occhi, dopodiché comparì alle spalle dell'altra, cercando di morderle il collo, con le zanne velenose.

Uno...due e Tre! Eccoli cadere uno dopo l'altro i suoi difensori, quegli stessi mostri che si erano sacrificati per la Vampira. Era riuscita nel suo scopo, il suo UNICO scopo, siccome ora non era più intenzionata ad attaccare, ormai aveva avuto sufficienti risposte, quelle che almeno desiderava farsi sussurrare dal tempo. Ma ecco proprio nel momento in cui abbassò la guardia che la vampira scompare, la sente ricomparire dietro di lei... Ayame era impossibilitata a crearsi una difesa e non aveva il tempo necessario per pensare ad un piano più elaborato, così si gettò a terra compiendo una capriola in avanti e rialzandosi dinanzi alla Vampira...

Sembrava essere andato tutto per il meglio quando la vista iniziò ad annebbiarsi e le gambe le tremavano intenzionate a cedere. Si posò una mano sul collo: sangue! Non erano tagli profondi, ma dei graffi che le avevano creato questo stato quasi di allucinazioni ed annebbiazione. Fissò la vampira, l'aveva morsa, si, quella dolce e delicata creatura. Cosa nascondevano i suoi canini? Allora questo era un altro potere! Certo lei poteva....

Nessun pensiero, non riusciva più a concepire il più misero pensiero... Barcollava e le gambe cedevano... Era infuriata con se stessa, ma non riusciva ad elaborare un perchè, ma sentiva che era pericoloso restare in quel luogo, così si allontanò correndo all'impazzata verso l'unica cosa che riusciva a distinguere in quella opacità di colori smunti. una macchia nera quella avrebbe seguito. Ci posò le mani, era la grande pietra sulla quale si era posata... Doveva fare qualcosa, eppure non sapeva che cosa, così da quella distanza riuscì ad evocare un'anima, come è impossibile spiegarlo, ma riuscì, forse perchè il suo istinto di sopravvivenza le invocava una difesa estrema. Ed ecco un'anima smorta e rassegnata, si mischia alla nebbia perfettamente. Era quasi impossibile da vedere, soprattutto per Ayame, che ormai non distingueva più ne forme nè colori, ed infine le sue gambe cessarono di tenerla in piedi e cadde sbattendo la schiena e la testa sul masso... L'anima, ella era la sua salvatrice, si muoveva rapida in cerca della rivale, con l'intento di farle almeno perdere tempo...

Akemi sorrise soddisfatta delle ferite che aveva provocato all'altra Vampira... non che avesse qualcosa di personale contro di essa, piuttosto non voleva essere ferita, o perdere la lucidità, ad esempio.
Akemi vide l'altra vampira perdere la lucidità, inoltre le sue gambe tremavano, e sapeva che la sua vista era annebbiata.
Ebbene sì, queste erano tutte conseguenze del suo morso velenoso.
La Vampira sconosciuta si portò una mano al collo e capì di essere stata ferita dai canini maledetti di Akemi, e poco dopo si mise a correre, probabilmente alla cieca, cercando di inventarsi qualcosa.
Che cosa avrebbe fatto, ora?
La vampira dai ricci capelli notò che l'altra si stava concentrando... Ma cosa stava facendo?
Akemi capì all'istante: stava evocando un'anima dannata, perché faceva le stesse cose di quando anche lei le evocava durante i combattimenti.
Ed ora? Che faccio? Non ho intenzione di permettere a quell'anima di confondermi le idee... La sua instabilità mentale durerà ancora per una decina di minuti, ma non posso sapere per quanto durerà l'effetto su di me. pensò dentro di se Akemi, che non riusciva a trovare un modo per contrastare l'altra anima.
Avrebbe potuto evocare gli zombie, ma erano feriti e di sicuro non sarebbero riusciti a venire, quindi quell'ipotesi era fuori discussione.
Aveva pochissimo tempo, sentiva la presenza dell'Anima Dannata avvicinarsi a lei, affamata della sua mente.
Poi, un'idea perversa fece capolino nella sua mente.
Cosa sarebbe successo se anche lei avesse richiamato un'Anima Dannata?
La cosa era allettante... doveva provarci... Quindi si concentrò, entrando in contatto con l'Anima, che poco dopo, comparì da nulla.

Due anime sguinzagliate in un mondo ormai non più loro appartenente... Due pianti miti che vagano e come poli opposti delle calamite si attraggono con forza. La nebbia le cela, è ormai impossibile notare dove siano, solo la loro presenza, prima distinte, perfettamente separate. Ed eccole a volteggiare e danzare nella nebbia, abbracciandosi in scambi miti e roteare attorno a loro stringendosi come serpenti sulle lapidi. Si toccano, un tocco leggero ed ecco che le presenze scompaiono, distrutte da un'attrazione mortale. Una portava con se il più atroce dei morbi e l'altra portava con se la capacità di persuadere ed ingannare... Ed ora entrambe scomparse per sempre nel fitto banco opaco.

Ayame era sdraiata alla roccia, ora la vista iniziava a tornarle pian piano normale, le gambe tremavano, eppure meno, il dolore al collo era fitto ma non le importava, posò una mano sulla grande pietra e si destò in piedi. Rimase un attimo aggrappata ad essa poi dando forza iniziò ad incamminarsi nel folto. Non riusciva ancora a formare i propri pensieri, vagava senza pensare, senza ricordare, lungo un sentiero sconosciuto. Qualcosa le premeva, come se si stesse dimenticando di una cosa importate...come se avesse l'asciato indietro qualcuno...

Camminava...e solo quando sarebbe stato troppo tardi avrebbe ricordato...

[OT/ puoi avvalerti di un ultimo post di conclusione oppure finire così.
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Le due anime scomparvero assieme, dopo essersi sfiorate, ed Akemi rimase immobile a fissarle. Incantata.
Si ridestò dalla visione, solo quando sentì i passi della Vampira. Se ne stava andando.
E così, un'occasione era andata perduta.
Le sarebbe piaciuto, un giorno, rincontrarla e magari parlarci civilmente, senza combattere. Anche se, doveva ammetterlo, quel combattimento aveva risposto a molte delle domande che si era sempre posta.
Sospirò, sistemandosi un ciuffo di capelli ribelle, sporco del sangue dell'altra vampira, dopodiché riprese il suo cammino verso il suo paesino natale, quel paesino sperduto che fin da piccola aveva detestato.