Chi ha paura del lupo cattivo?

Akemi ritornò a fissare il demone, ma questa volta con sguardo perforante che non aveva nulla di elegante o raffinato.
Io sono un vampiro. si limitò a dirgli la Vampira, con tono sprezzante, cercando di mantenersi calma.
La calma era fondamentale: non poteva permettersi di distrarsi dal restare concentrata neppure per un istante, o sarebbe letteralmente andata fuori di testa, anche solo per una goccia di quel dolce, caldo sangue demoniaco, che l'attirava così tanto.

Vampiro... quel termine non gli era noto, ma almeno ora sapeva a cosa collegarlo: pelle diafana, praticamente traslucida, odore di morte malata e... sangue...
Sì... il sangue sembrava essere stato molto importante per la vampira precedentemente conosciuta...
E oh... ovviamente una velocità soprannaturale, per quel che aveva visto...
Sesshomaru sostenne lo sguardo, ma questa volta con ostilità: essere fissato in quel modo negli occhi, era, per il Demone Cane, un'aperta sfida, oltretutto i ferormoni della vampira chiarivano ogni pensiero, dichiarando la fame e verso cosa....
Sesshomaru posa la mano sull'impugnatura di Tokijin, continuando a ricambiare lo sguardo, per mettere in guardia la vampira....

Akemi rimase immobile, all'erta: il comportamento di quel demone non le piaceva per nulla.
Qual è il vostro nome? chiese, con voce sottile, tuttavia distaccata, come se in realtà non le importasse. Bugia bell'e buona: le importava assai di conoscere colui che le stava davanti... E inoltre le sarebbe interessato scoprire qualcosa sulle creature demoniache.
Il suo sguardo si fece meno insistente.

La vampira aveva ceduto all'evidente superiorità di Sesshomaru, o almeno, questo pensava lui, secondo i criteri di valutazione canini, e quindi il demone aveva concesso la pace momentanea alla giovane, non dovendo difendere la propria dominanza con uno scontro...
Il mio nome è Sesshomaru, nome che presto sarà conosciuto da tutti... risposi con il mio tipico tono, mascherando l'orgoglio insito nelle parole, con tono distaccato...
E qual è il tuo? domandai quindi, preferendo sapere con chi avevo a che fare, per una questione di memorizzazione a livello nome, odore...

Per poco non gli sghignazzò in faccia, anche se, purtroppo -o forse no- si lasciò sfuggire una risatina maliziosa dalle labbra. E che ci si poteva fare? Akemi era proprio fatta così, non riusciva a rimanere seria per più di cinque secondi se "stuzzicata" in tal modo.
Si mise una mano davanti alle labbra, nascondendo il sorriso che non aveva intenzione di andarsene, e pronunciò il suo nome.
Akemi Mitsui

Il demone non reagì alla maliziosità della vampira, di cui non aveva colto il motivo e memorizzò invece il suo nome: Akemi Mitsui....
Il demone non era molto propenso a dialogare ma d'altronde voleva sapere altro...
Cosa mi dici del sangue? domandai vagamente, con un accenno di curiosità, anche se talmente lieve da non poter essere notato...

Akemi si riprese quasi subito, soprattutto a causa della domanda che il demone le svolse.
Il Sangue. Per lei era vita, era come l'ossigeno, il vino per gli esseri umani... senza di esso non poteva vivere.
E che cosa vorresti sapere, sentiamo. chiese la Vampira, senza nascondere la sua curiosità, come invece faceva il demone. Akemi pensava che nascondere i propri sentimenti e i propri stati d'animo fosse una cosa da stupidi e da insicuri.

Ho avuto modo di incontrare uan tua simile... e ho potuto notare l'importanza del sangue nelle sue tecniche di combattimento... tu desideri cibarti di me... ma che cosa ti interessa precisamente? domandai con impassibilità nel volto, i candidi e lunghi capelli, scossi dal gelido vento delle terre del nord...
I lupi ululavano la loro fame e presenza: non mi volevano nel loro territorio, ma mi avrebbero lasciato passare se avessi voluto... sapevano di essere inferiori a me, pur in tutto il loro branco...
Avrei voluto rispondere loro, ma non mi piaceva trasformarmi o cedere ai mie istinti in presenza di altri, nemmeno dei mie alleati, figurarsi gli sconosciuti...

L'ululato dei lupi irritava leggermente la Vampira, ma nonostante questo, rispose senza dare segno del suo nervoso.
Sono più che sicura che se bevessi anche solo poche gocce del tuo sangue, i miei poteri aumenterebbero. La cosa mi tenta assai, ma come vedi per il momento non ho intenzione di attaccarti. spiegò Akemi, respirando, in modo che l'odore del sangue del demone Sesshomaru, il quale le stuzzicò ancora una volta le narici. La Vampira sapeva benissimo di essere masochista, ma era così sublime quell'odore...

Integrazione del potere tramite il sangue dei nemici... interessante... ma non utile nel mio caso.... pensai riferendomi al veleno in costante circolo nei mie vasi sanguigni...
Il demone non apprezzava, da predatore, essere considerato una possibile preda, e gli atteggiamenti di estasi della vampira nei confronti dell'odore del suo sangue, lo minacciavano implicitamente singendolo all'aggressività...
Per un secondo il demone spalancò a dismisura gli occhi, mentre questi diventavano completamente rossi, escluso l'iride, diventato indaco, e i disegni sulle sue guance sembravano propagarsi, frastagliandosi, ma Sesshomaru si riprese immediatamente, reprimendo il momentaneo eccesso di istintività, prossimo a una trasformazione...
Come se nulla fosse accaduto, parlai in tono clamo e indifferente...
Ti piace la notte. Non vivi alla luce.

Akemi osservò il suo comportamento, ed arricciò appena appena il naso: era proprio un cane...
Inarcò un sopracciglio, quando finalmente si riprese: la Vampira stava per chiedergli se aveva bisogno di un biscottino per riprendersi.
Esattamente. sussurrai, sistemandomi una ciocca sbarazzina dietro l'orecchio: mi dava fastidio avere i capelli davanti agli occhi!
Però ci sono certe notti in cui preferisco non svegliarmi. aggiunse, di colpo malinconica.

Il demone si era scoperto: quel principio di trasformazione non sarebbe dovuto trapelare... era troppo pericoloso scoprire le propri carte...
Ma come è possibile che mi abbia influenzato così? E' vero, fin'ora non ho mai dovuto sopportare la minaccia dell'essere preda, ma... I Questi vampiri sembrano avere qualcosa in comune con gli umani: solo loro, il mio cibo, riescono a farmi cedere all'istinto per così poco... pensai appena dopo il mio mutamento, mentre la vampira confermava le mie, già, affermazioni...
Il demone prestò nuovamente attenzione, quando venne la seconda affermazione della vampira, pronunciata con malinconia, come da odore....
E si può sapere perchè? domandai semplicemente, con la tipica indifferenza nell'espressione e nel tono, benchè la cosa mi interessasse, come d'altronde tutto ciò che domandavo...

Perché, chiedeva il demone Sesshomaru.
La vampira spostò lo sguardo sulla mezza luna... veramente splendida, quella notte.
Rimase in silenzio per qualche istante, perdendosi ad ammirare la luna, fino a che non spostò nuovamente lo sguardo, sul demone.
Perché, benché sia ambita da molti, l'Immortalità ti distrugge. dissi in un sussurro, con voce melodica, dolce e delicata.

Ci furono alcuni istanti di silenzio, rotto solamente dall'insistente ululato dei lupi, poi la vampira rispose con voce angelica...
Il demone corrucciò appena le sopracciglia, dimostrando la sua sorpresa...
Immortalità? Io posso vivere milioni di anni... ma l'Immortalità... è una cosa inconcepibile, una dannazione... La dannazione del non-morto: un'eterna esistenza di non-vita... pensai rimanendo in silenzio a mia volta per alcuni istanti...
Non può nascere un'essere immortale in terra. commentai, sperando mi desse maggiori informazioni sulla sua natura: sapevo benissimo che la vampira non era certamente nata così in terra, in mio dubbio era se essa venisse dagli inferi o fosse cambiata dopo la morte...

La Vampira notò che, benché dimostrasse tutt'altro, il demone era piuttosto interessato all'argomento.
Sorrise, quasi amaramente, portando una al pendente in oro che le ricadeva sul petto.
No... In effetti non esistono i veri Immortali, perché come ti ho detto prima, la vita eterna dopo un pò ti distrugge. Ma esistono alcuni Vampiri, i cosiddetti Anziani.. Oh, quelli sono i veri Immortali. spiegò Akemi.
Lei non ne aveva mai visti in vita sua, ma ne aveva sentito molto parlare.