| Ed ecco che, dopo quella lunga corsa, finalmente era arrivata dove ella aveva lasciato il demone qualche tempo prima. Era ancora come ella lo aveva lasciato... No, non esattamente, puntava la sua stessa arma alla sua testa come se tentasse il suicidio. Era distante, non sarebbe riuscita a fermarlo se egli avesse sparato, le energie le mancavano e le gambe iniziavano ad urlare tanto era forte il dolore che sentiva. Riprese a correre verso di lui. Doveva arrivare prima che egli sparasse, ed immobile sembrava volerlo fare.
La carcassa del mostro era come la ricordava, putrida ed immobile, adagiata sul terreno nella stessa ed identica posizione dell'ultima volta... Eppure Ayame diffidava ancora, sia sulle sue carni sia sulla sua morte. Certo, che fosse stesa esanime era ovvio, eppure il timore non l'abbandonava mai... Le era impossibile fidarsi anche un minimo di ogni sue teoria.
Ormai era arrivata accanto a Vincent, era fermo, quasi come una statua, con la sua amata pistola puntata, forse non l'aveva sentita, forse non poteva sentirla. Non lo sapeva, di certo non poteva attendere che egli cambiasse atteggiamento, magari avrebbe premuto il grilletto entro pochi istanti. Gli arrivò a qualche passo di distanza, lo vedeva di spalle, nonostante riuscisse a vedere anche parte del braccio che puntava l'arma. Non appena gli fu a pochi centimetri gli roteò attorno per raggiungere il suo viso. Era insanguinato, aveva una ferita sulla testa e il suo odore era stato coperto dalla polvere da sparo, eppure ora lo sentiva, quell'inebriante sapore del sangue.
Ebbe degli spasimi, dovette stringere i pugni per trattenere i suoi istinti... E come se non bastasse era debole, affamata, stanca... Poteva assaggiarne anche solo un poco...NO! Doveva fermarlo, quell'arma non le piaceva, e nonostante lei bramasse sangue ora -senza saperselo spiegare- voleva solo salvare la vita del demone. Posò una mano sull'arma di Vincent spingendola con forza per toglierla dalla sua testa.
Vincent...
Lo chiamò, un gesto forse inutile, eppure doveva provarci! Magari una voce famigliare sarebbe stata in grado di svegliarlo da quell'apparente coma. Oppure egli avrebbe potuto reagire colpendola con ferocia non riconoscendola. Era un gesto irresponsabile, ma l'unico che realmente vedeva concreto... Era dinanzi a lui, e lo fissava negli occhi.
"Svegliati..."
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