| Era passato del tempo dallo scontro con quello strano essere, ma sino ad allora non aveva perso nemmeno un suo spostamento, nemmeno il piu' piccolo particolare... Era attratta da quell'essere tanto misterioso, l'eccitazione di avvicinarsi sempre piu' a quello che poteva essere il suo carnefice... Adorava quella sensazione di paura e di curiosità che la circondava ogni volta quando Vox sembrava quasi scoprire del suo inseguitore...
Dopo un lungo viaggio, arrivò in una città, abbastanza grande... Sino ad allora non si era cibata, infatti le energie tendevano a lasciarla... Delle volte capitava che le gambe cedessero, altre volte che la vista si annebiasse, ma non aveva mai perso di vista il suo obbittivo, nonostante molte volte scompariva all'orizzonte. Qui la luce era soffocata dalla nebbia, eppure era chiara, stranamente chiara, ma era normale stupirsi di quel chiarore essendo nata e cresciuta nelle terre del Nord; le terre piu' buie del mondo per ora conosciute... Si mise il capuccio sulla testa, coprendo con la sua ombra il viso, e cammiando a capo basso seguì ancora quell'uomo...
Lo vide entrare in una locanda... una locanda squallida...dava proprio l'idea di essere una baracca, sia esternamente che internamente. Non volle entrare, avrebbe attirato gli occhi curiosi della gente, in pochi erano abituati a vedere una ragazza aggirarsi con una falce in mano, una falce ancora sporca del sangue di Vox. Non voleva pulirle quella lama, quel rosso le piaceva, nonostante ora fosse piu' vicino al nero... quando non ricordava l'odore del suo nemico le bastava annusare quel sangue, tal volta lo assaggiava piu' eccitata di prima, bramava quel sangue, diverso da quello sino ad ora mai assaggiato... Dicono tutti che il sangue umano è dolce, bhe, se questo era sangue umano non era affatto dolce!
Aspettò nel silenzio che passasse qualche ora, per poi avvicinarsi al retro del locale, dove con qualche balzo riuscì ad entrarvi, senza troppo sforzo, attraverso una piccola finestra posta sul corridoio delle camere. Ci mise poco a trovare quella del suo nemico, cercò quello che doveva essere il foro della chiave, e cercò di spiare il suo nemico, peccato che la chiave fosse nella serratura e non le dava modo di vedere nulla.
"pazienza... ci sarà pure una finestra che dà sull'esterno nella camera..."
Uscì dalla stessa finestra dalla quale era entrata, e con scatti decisi, come un'ombra silenziosa, si trovò su una facciata della locanda dove non dava troppo spettacolo alla gente, anche se sino ad ora non ne aveva incontrata, sembrava proprio una città fantasma... Ed eccolo! Era impossibile non riconoscerlo... Il cuore le rimbombava nel petto, veloce, eccitato... Un misto stra paura e piacere. I brividi le salivano su per la schiena... Che cosa stava facendo quell'uomo? Cosa stava escogitando in quell'angusto angolo di mondo? Chi era...? Ayame voleva delle risposte, ed era certa che le avrebbe avute...un giorno... la nebbia del luogo l'abbracciva dolcemente, cullandola nel silenzio di quella giornata, sembrava volerla proteggere da quel sole che aggressivamente la colpiva ovunque...
|