Addestramento Vincent Valentine, CONCLUSO

Addestramento Vincent Valentine
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Era da oarecchio tempo che camminava, ancora non sapeva la direzione, la meta, vagava silenziosamente, lentamente, in quella melma maleodorante che le sporcava le scarpe, ringraziava di aver comperato tanto tempo fa quegli anfibi... La sua mente ripercorreva vecchi ricordi, svariati e fugaci ricordi... Aveva il mantello alzato, come al suo solito, cappuccio in viso e corpo completamente nascosto da questo... Qui la luce sembrava tanto fioca da non esistere, solo alle volte coraggiosa si intufolava tra la nebbia fitta...
Quasi non si vedeva ad un palmo dal naso, quando ecco, una piccola raduna erbosa in mezzo a quella palude, non era tanto, ma meglio di nulla...si sarebbe seduta lì...

"Adesso non resta che aspettare... il seguito verrà da se..."

LA sua falce nera si mimetizzava con il buio e il manto scuro...doveva essere verde alla luce, un bel berde smeraldo, ma qui la luce non consentiva di riconoscerlo... Ringraziava la sua vista, che le concedeva il pregio di vedere nella notte... abilità donatole dalla razza a cui apparteneva...uno dei pochi pregi...

Ad ogni suo passo sembrava che il vento lo seguisse, come se fosse in trepitante attesa dello scontro.
Il terreno era come al solido umido e melmoso, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine, tanto che lo preferiva alla città.
Era buio, ma ormai conosceva quei posti quasi a memoria che anche a occhi chiusi sapeva dove si trovava.
Nessun rumore...solo il lamento del vento a tratti più forte, come una voce alle spalle, una voce amica che lo rassicurava.

Finalmente vide quello spiazzo d'erba dove era solito allenarsi e meditare.
Si avvicinò con calma finchè non vide una figura...forse era la persona che lo avrebbe addestrato.

"Meglio stare in guardia..."

Lo aveva sentito arrivare prima ancora che la vista lo rendesse visibile...Era abituata a sentire i passi delle persone distanti, adorava sentirli avvicinare sempre più in quel insolito silenzio, mentre ad occhi chiusi immaginava le fatezze del suo avversario, era divertente, non ci azzeccava mai!
Si alzò in piadi fissandolo silenziosamente, era un tipo ambiguo, ma abbastanza calmo all'apparenza, anzi, non sembrava turbato della sua presenza, al massimo un poco interessato come lei a suo modo lo era da quell'uomo...

Salve... Voi siete?

Pronunciò quelle parole lentamente, come un alito di vento... voce bassa e calma, quasi fredda...
Tutto in lei faceva pensare a qualcosa di freddo, morto, eppure era lì, parlava, si muveva, respirava... ma era morta... che strano mistero... Attendeva pazientemente la risposta del ragazzo mentre si alzava da terra

Allungò la mano e aiutò quella strana ragazza ad alzarsi.
La sua mano era congelata, fredda come le Terre del Nord, dove andava a praticare allenamenti intensivi.
La sua voce emanava un velo di malinconia e il suo volto aveva un'espressione incuriosita...attendeva una risposta.

Vincent Valentine...deduco che sarai tu ad allenarmi.

La squadrò ancora una volta e nel riguardare la sua espressione capì che era una persona solitaria, proprio come lui.

Potrei conoscere il tuo nome?

Afferrò la mano del ragazzo, era tiepida, un tepore piacevole al tatto...Poca, davvero poca gente nella sua vita le aveva offerto una mano per alzarsi, era insolito che la gente fosse gentile, o che si avvicinasse tanto a lei...quel gesto le aveva scaldato per un attimo il cuore... Quel cuore che non batteva più da anni... non in questo modo...
Vincent eh? Sarebbe stato bello passare questo poco tempo con lui, e di certo nascondeva anche delle doti abbastanza potenti sotto quell'aria calma, sarebbe davvero stato interessante scontrarsi con un tipo come lui...

Non vi è motivo di mantenere l'anonimato, il mio nome è Ayame Missin, e si, sarò la vostra allenatrice, se voi mi acconsentirete di esserlo...

Detto questo si allontanò di qualche passo, come era suo solito fare in questi casi, e con un sorriso malinconico lo invitò alla battaglia...

a voi l'onore di iniziare...

Vincent seguì la ragazza con lo sguardo e quando pronunciò la frase sentì quasi un blocco: come se non volesse scontrarsi con lei.
Non per la paura dello scontro, ma per una specie di istinto di protezione nei confronti di quella ragazza, che come lui, sembrava essere solitaria.

Però sapeva che doveva farlo e così accettò l'invito di Ayame.

"Mi tocca farlo..."

Vincent estrasse la Cerberus, la fece roteare con abilità sulla mano e, dopo averla fermata con un colpo rapido, sparò i primi proiettili in direzione della ragazza, mirando a parti non vitali.

Il ragazzo aveva accolto la sua sfida, sembrava intenzionato ad iniziare a combattere, o almeno il suo ultimo gesto aveva dato quest'impressione ad Ayame.
Sorrise celando il suo viso sotto l'ombra del cappuccio, un sorriso sforzato, dovuto all'ambiguità della situazione...
Avrebbe avitato facilmente quei proiettili se avesse voluto, ma lasciò passare un pò di tempo, in modo che un proiettile le trpassò da parte a parte il braccio sinistro, un secondo colpo la co`lpì di striscio il fianco, gli altri si avvicinavano minacciosi, ma questi li avrebbe evitati, infatti scomparve in una nube nera, densa evitando il resdo dei colpi, comparve dinanti al suo nemico, velocemente appoggiò la mano sul fianco ferito e premendo vi prese più sangue possibile, lanciandolo verso il suo avversario con un rapido gesto della mano, per poi allontanarsi, sperava che il sangue lo macchiasse...
Intanto lentamente la ferita sul braccio e sul ventre si richiudevano in modo innaturale..

Vincent vedendo la ragazza sparire rimase un pò interdetto finchè non la rivide vicino a lui.
Notò la mano che raccoglieva il sangue e quando glielo lanciò contro capì che quella mossa non era fatta di certo per caso.

Quando il sangue era vicino a lui, una vampata di vento lo spazzò via facendolo cadere a terra con un leggero rumore.

Sfruttando la corrente del vento spiccò un salto di circa 10 metri portandosi sopra la testa della ragazza.
Cambiò il caricatore e sparò una serie di proiettili esplosivi che al suolo sarebbero esplosi in una vampata di fuoco.

Il suo colpo era andato a vuoto, bhe, poco male, si sarebbe rifatta a breve.
Era incredibilmente agile quel ragazzo, tanto da farsi perdere di vista alle volte, eccolo riapaprire sopra di lei, i proiettili veloci che sfrecciavano verso di lei, non potè fare altro, cerco di cambiare la loro traiettoria sforzandosi...
I colpi virarono lievemente finendo a pochi centimentri da lei, esplosero e la vampata di fuoco colì parte del suo corpo, questo la obbligò per un attimo a terra, un attimo di sofferenza che sfrutto, grazia alla ferita inferta dal fuoco, di disegnare sotto di lei, proprio in linea d'aria con l'avversario un pentacolo con il sangue...
La gamba le bruciava da morire, e ansimava lievemente per la ferita, ad u ntratto notò una seconda ferita, doveva essere stata ferita da un altro colpo che esplose silenzioso nella sua spalla, tratenne un gemita, il dolore era immenso, ma si concenrò sulla sua tecnica Le gocchie si sangue si cristallizzarono e velocemente, come proiettili si dirigevano verso il suo avversario.



Mentre la sua tecnica cercava di colpire il nemico Ayame si accasciò a terra dolorante, bruciava, incredibilmente, sia la gamba che la spalla, ringraziò la sua abilità, che lentamente spegneva il dolore...

Le esplosioni avevano colpito la ragazza che sembrava aver subito il colpo.
Ma notò che ora, sotto di lei c'era un pentacolo rosso...sembrava tinta, ma dove l'aveva trovata..
Trovatosi a mezz'aria notò che non era vernice ma...sangue..sicuramente quello della ragazza...

"Possibile che abbia calcolato tutto?"

Vide uscire dal pentacolo dei proiettili decisamente veloci e l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di coprirsi con il suo mantello mentre si trovava ancora in aria, per farsi scudo contro l'improvvisa minaccia.
Non sapeva se quegli strani proiettili comparsi da nulla avrebbero penetrato la sua difesa, ma era l'unica possibilità di limitare i danni.

Il sangue colpì il mantello senza esito alcuno, a questo punto Ayame cambiò la struttura del sangue, che divene liquidò e con un piccolo rumore si attaccò al mantello, che piano assorbiva il sangue.
A breve il sangue avrebbe mutato, diventando spie che avrebbero trafitto il mantello, questo se la difesa fosse un po' calata grazie al primo colpo...sperava di non errare, ancora non era riuscita ad attaccarlo, e lei era già stata ferita più volte, ma per una masochista quale era, questo era quello che dicevano tutti di lei, non era un problema...
Non le restava che aspettare, sperando che il suo colpo fosse andato a segno...

La difesa aveva funzionato, quei proiettili sembravano essere come esplosi sul suo mantello macchiandolo di sangue.
Tornato a terra restò a fissare la strana ragazza...a quanto pare poteva modificare il sangue a suo piacimento, da quello che aveva capito.

"Può controllare il sangue...quindi!!"

Non fece in tempo che le macchie di sangue diventarono come degli aghi che lo trafissero.
Alcuni affondarono completamente nella carne, altri, a causa delel pieghe del mantello, non lo colpirono; restava comunque il fatto che più della metà degli aghi lo avevano trafitto.

Cadde su un ginocchio per il dolore, ma la prima cosa a cui pensò fu subito quella di strappare il mantello e facendo soffiare il vento in direzione opposta a lui, lo spazzò via, insieme al sangue che gli stava uscendo dal corpo.

"Meglio sbarazzarsi di tutto ciò che è insanguinato...potrebbe sfruttare anche il mio sangue..."



Ora senza mantello aveva perso la sua unica forma di difesa, ora doveva stare attento ad ogni mossa, doveva sfruttare la sua agilità per schivare ogni suo attacco.

Si alzò in piedi, e nel farlo, dietro la ragazza iniziò a spirare un vento fortissimo, ma sembrava concentrato in un solo punto.
Il vento si accumulò finchè non si formò una copia di Vincent.
Subito questa saltò e sprò una raffica con dei proiettili esplosivi.
Vincent fece lo stesso spostandosi intorno alla ragazza.

Questa volta lo aveva ferito, ci era riuscita, non potè trattenere un piccolo sorriso, ma scomparì subito... Il suo avversario l'avrebbe attaccata a breve, non era tempo di distrarsi, infatti eccolo rialzarsi, concentrato su qualcosa...ma cosa? Non capirva, non vedeva cosa stava accadendo.
Si voltò di scatto, una copia, perfetta del suo avversario, un vento di forme umane... chi mai poteva concedersi tale magia?
Non era tempo di spaventarsi, doveva agire, come si sarebbe difesa in questo caso? I colpi arrivavano da tutte le parti, persino dall'alto, se fosse scomparsa sarebbe certamente riapparsa in un luogo dove i proiettili l'avrebbero colpita, aveva poco tempo per pensare...

Prese in mano la sua falce, con un rapido gesto si ferì su svariate parti del corpo, superficialmente, il tanto che bastava per coprire le parti più importanti...
Il sangue iniziò veloce a colare sul suo corpo, ovviamente questo no nvenne coperto tutto, anzò probabilmente solo il 40% del suo corpo era sporco da esso, il sangue s'indurì sul suo corpo, parando svariati colpi, ma non tutti, molti la colpirono alle braccia, altri alle gambe, alcuni sii fianchi, un dolore straziante, percorse tutto il suo corpo ferito, non importava, il suo corpo si stava già riparando lentamente di tutte le ferite...
Era a terra gemeva silenziosamente per il dolore, sperava che quella raffica di colpi fosse finita, purtroppo sapeva che le sue difese erano nulle a confronto di quelle che necessitava in un tale scontro...

Si alzò veloce, sparendo e ricomparendo a distanze di 2 metri, per disorientare il nemico, alla fine si avvicinò ad esso scomparve e ricomparve sopra di lui, pronta a sferrare un potente fendente dall'alto verso il basso, questa volta la lama della sua falce era impremiata di qualcosa...una strana aura..

La ragazza si stava colpendo da sola..come poteva una persona arrivare a tal punto?
Poi notò che il sangue fuoriuscito le aveva fatto come da scudo per una buona parte del corpo.
Pensò alle abilità della ragazza...tutte le volte che doveva attaccare o difendersi, doveva comunque ferirsi. Cercò di comprendere il modo in cui ragionava il fato, che le aveva donato poteri di questo tipo. Ma più che un dono sembrava quasi una condanna, e capì quanto doveva soffrire la ragazza, non solo nel combattere.

Mentre la vide soffrire ad un certo punto sparì per ricomparire e di nuovo così un'altra volta, finchè non se la ritrovò sopra di lui pronta a colpirlo con la sua falce che emanava uno strano bagliore nero.

Era troppo vicina e lui aveva fatto l'errore di abbassare la guardia, cercò di schivare il colpo, ma le ferite lo avevano un pò rallentato così venne colpito al braccio.

Faceva male, ma Vincent trattene il dolore con un gemito quasi insonoro. Il braccio sembrava avesse preso fuoco e il dolore era lancinante, quasi non capiva quello che era successo.

Intanto la copia stava cedendo sulla ragazza sparando gli ultimi proiettili per poi sfracellarsi a terra esplodendo in un piccolo vortice.

"E così sta iniziando a mostrare la sua vera potenza...sarà meglio non deluderla allora..."

Chiamando in rassegna le sue forze si alzò con il braccio fuori uso e in quel momento il vento si era fermato. Tutto intorno era fermo, l'erba non si muoveva più e tutto taceva.
Ad un certo punto però intorno a Vincent si creò un turbine improvviso che lo avvolse al suo interno mostrando pochi particolari del suo corpo.
Si alzò da terra di una decina di centimetri, mentre ai lati del turbine spuntarono un paio di ali nere.
Di scatto dal turbine si vide uscire una creatura indefinita, tanto era veloce.
Quando si fermò a circa 50 metri di altezza era visibile:
una creatura scura, snella, con un paio di ali e una specie di corona rossa. Brandiva una pistola di dimensioni maggiori del normale:
era Vincent nel suo stato di Chaos.

"L'ultima volta che ero così...lei era ancora viva..."

Rimase perso nel vuoto per qualche secondo, poi a grande velocità si gettò in picchiata sulla ragazza, prima volandole intorno con rapidi cambi di direzione per confonderla, per poi inziaire a sparare con la sua Cerberus, ad ogni cambio di movimento.

La falce penetrò lievemente nelle carni avversarie, sembrava poco, ma Ayame sapeva che quella mossa gli sarebbe costata il braccio, o forse anche un poco di più, infatti il ragazzo sembrava essersi accorto di questo fatto, il suo viso non lasciava altra lettura se non quella del dolore...
Lo scrutava silenziosamente, mentre la copia scomparve a terra come era apparsa, in una raffica di vento... un vento che scosse i capelli della ragazza da tutte le parti, facendole cadere per un attimo il cappuccio. Subito lo rimise in viso, il sole le aveva colpito la guancia creando una piccola piaga, che però guarì quasi subito...

Si era distratta, quando volse il capo quasi non vide il ragazzo. dove era scomparso?
Due ali si muovevano nel cielo, un demone... allora quel ragazzo non era completamente umanmo, anzi probabilmente non lo era del tutto...
Si sarebbe dovuta spaventare a quella vista, invece rimase stupita, ammaliata da tale visione, le piaceva, era stupendo quell'essere di fatezze emoniache che la fissava con due occhi splendenti...non sapeva distiunguerne il colore.. apparivano gialli da quella distanza...

Eccolo muoversi velocissimo, ancora più veloce di quanto non fosse prima, verso di lei, adesso era in pericolo, un pericolo davvero grande, mai si trovò in una situazione simile in vita sua, e mai un avversario ers atato tanto potente... Non potè fare altro che scomparire e ricomparire ad ogni colpo, evitandone ovviamente ben pochi a confronto di quelli che furono sparati...

Ebbe un'idea, doveva agire in quel modò, blasò da terra calcolando la proiettoria dove l'avversario sarebbe arrivagto, scomparve e ricomparve dietro l'avversario, pronta a saltargli addosso, sperava si riuscire ad aggrapparsi alle sua schiena, o almeno ad una piccola parte di lui.

Le gambe le duolevano in modo incredibile, almeno 6 proiettili le avevano colpite, un proiettile l'aveva colpita pure sullo stomaco, perdeva davvero tanto sangue, ne aveva bisogno...sangue...

Mentre si avvicinava all'avversario, con l'intento di aggrapparsi caricò nelle sue mani un colpo, che se fosse andato a segno l'avrebbe fermato per un poco... bastava toccarlo...bastava cosi poco...solo toccarlo...



"Forse questa è davvero la volta buona che ci lascio le penne... bhe... in fondo è quello che attendevo..."

pochi pendieri, in quegli attimi interminabili, che in realtà erano secondi che scorrevano veloci, eppure sembravano lenti...troppo lenti...