| Era una giornata piovosa a Fog City: nulla di strano.
Perennemente coperta da nebbia e bagnata da pioggia, Fog City aveva un aspetto tetro, simile ad una città fantasma. Ma bastava addentrarsi nella nebbia che si potevano intravedere gli abitanti di quella scolorita città, che ormai erano abituati alla poca visibilità.
Tra tutti, spiccava per il color rosso sangue, Vincent che a passo svelto si dirigeva verso un palazzo alto 20 piani, forse uno dei più alti a Fog City.
Doveva svoglere un nuovo lavoro, non sapeva di che si trattava, ma il sindaco lo aveva fatto chiamare da una delle proprie guardie del corpo.
I capelli erano fradici e pesati, gonfi dell'acqua che cadeva dal cielo e i suoi passi producevano un suono tenace ogni qual volta i piedi affiondavano in una pozzanghera.
Giunto all'edificio venne portato immediatamente dal sindaco che parlò subito:
Vincent! Mio caro Vincent! Temevo che non ti saresti presentato! Ora sono molto più rilassato!
Il sindaco era un uomo basso e cicciottello, portava un paio d'occhiali da vista con una montatura eccentrica e in testa aveva un parrucchino, segno che i suoi capelli stavano cedendo agli sforzi del tempo.
Abbiamo un problema con il reattore nella zona C-23: sembra che ci sia qualcosa o qualcuno che abbia ostruito l'emissione di energia in quella zona della città. Vorrei che andassi a dare un'occhiata. Prendi tutti gli uomini che ti servono.
Sarà fatto...
Il reattore si trovava a dieci minuti di distanza dall'edificio del sindaco, così si diresse subito all'uscita per raggiungere di corsa il reattore.
Comandante il sindaco ha detto...
Ha detto di prendere chi voglio...e io non voglio nessuno...
Così rispose ad un ragazzo che faceva parte della squadra speciale d'ordine.
Non voleva immischiare i giovani che ancora non avevano fatto alcun tipo di rodaggio, e poichè la squadra era stata creata da poco, tutti i ragazzi erano senza esperienza.
Raggiunto il reattore Vincent notò subito che le luci e le telecamere di sorveglianza erano spente, così estrasse subito la Cedrberus e con un paio di salti scavalcò il cancello e si portò all'entrata.
Iniziò a salire le rampe di scale quando la sua strada fu sbarrata da un gruppo di Pyros, dei mostri con sembianze di palle di fuoco, probabilmnete evocati da qualcuno.
Puntò la Cerberus verso il gruppo e sparò un'intero caricatore eliminandoli.
Continuò a salire verso l'alto: li infatti c'era la sezione comandi, di sicuro il problema stava li.
Salì senza problemi finchè raggiunse la cima del reattore.
Notò la presenza di un uomo con un camice bianco...sembrava avere un'aria familiare...si girò in un attimo...era Hojo!
Che cosa?!
Lo scienziato fece un sorriso e si avventò su un pulsante e dopo averlo premuto iniziò un sonoro conto alla rovescia, 60 secondi di tempo.
No! Il sistema di autodistruzione!
Vincent corse verso le scienziato sparando, ma questi era gia riuscito a volare via, tramite un elicottero della ShinRa. Non era il momento di pensare a vendicarsi ora, se il reattore sarebbe esploso, la città sarebbe stata ridotta in cenere.
Aprì il computer che controllava il sistema: una serie di fili che ricordava.
Ma certo! Quando ero un Turk ne ho visti a centinaia!
Invertì il flusso di due cavi e dopo aver scritto una specie di password sul pc il countdown si annullò, seguito da un sospiro di sollievo di Vincent.
Restò qualche minuto immobile ripensando alla figura dello scienziato poi si diresse verso l'impianto elettrico principale, aprì il pannello e notò un paio di Madragore che stavano ostuendo il flusso di energia.
Di sicuro anche quelle erano poera di Hojo.
Sparò alle due Mandragore e l'energia tornò a fluire normale a Fog City.
La città era salva, ma la sua memoria e i suoi sentimenti in questo momento avevano ricevuto una scossa troppo forte. Decise di passare dal sindaco per avvertirlo del pericolo imminente e del lavoro concluso
[OT Lavoro terminato! /OT]
Edited by Joker™ - 13/8/2009, 12:00
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