Creatura Perversa, Lavoro di Ayame Missing

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† Yuffie
view post Posted on 1/9/2009, 15:21




Camminò per diverse ore, senza sosta, non voleva fermarsi, finchè il dolore alle sue gambe riempiva i suoi pensieri nulla avrebbe potuto buttarla a terra. Erano settimane che camminava, non si era cibata da allora... quel misero giorno... Una traccia dopo l'altra, era tornata nelle sue terre, le Terre del Nord, il rumore soffocato dei passi sulla neve era confortante... Il peso sulla sua coscienza andava pian piano scemando, sciogliendosi come la neve su un corpo vivo...

Doveva cibarsi, ormai anche la vista le si annebbiava tanto era lo sforzo del cammino. Guardò nella sua sacca, portava ancora con se il vestito che aveva sotratto a quelle cortigiane quella notte... Era un bel vestito, rosso bordaux con rifiniture nere. Molto scollato sul decoltè e lungo sino alle caviglie, stringeva con forza sul punto vita, per creare maggiori curve. Una lunga corsettatura sul davanti... In fondo forse le avrebbe fatto comodo cambiarsi d'abiti...Lo indossò. Una sensayiona strana la pervase, non aveva mai usato abiti diversi, anche perchè essendo priva di vita le era impossibile sporcarli con secrezioni di alcun genere. Le sue vecchie vesti, quelle che sino a quel fatale giorno aveva indossato... come poteva separarsene? Piegò le vecchie vesti e le mise all'interno della sacca. Si scrutò intenta d capire come quel vestito poteva starle indosso, non avrebbe potuto mai goderlo in ogni caso, nè la fotografia nè lo specchiarsi potevano mostrare il suo aspetto... Infine alzato il viso al cielo che piangeva lacrime ghiacciate s'incamminò verso la città più vicina.

Erano terre talmente oscure che nemmeno quando la stella si spegneva si poteva capire che quel tempo era veramente passato, solo la grande clessidra le diede la certezza che ormai era notte inoltrata. S'incamminò per le vie attendendo il suo prossimo "cliente". Pazientò solo quelche istante, ed ecco dirigersi verso di lei un uomo basso e robusto, dallo sguardo avido e perverso, una creatura di indole meschina di certo. I capelli lunghi e lasciati cadere sulle strette spalle, erano di un biondo ramato. Era si basso, ma solo per i canoni maschili di Ayame, infatti egli era poco più alto di lei. Sotto le ciocche che cadevano sul suo viso si potevano intravedere due occhi marroni, ma non un marrone semplice, aveva dei riflessi dorati all'interno. In fondo preferiva questi occhi a quelli di...Edward. Si odiò subito per quel pensiero e chiuse e riaprì gli occhi come per scacciare quel lamentoso ricordo. L'uomo era dinanzi a lei, il suo alito puzzava di birra, doveva essere ubriaco, ma soprattutto si trattava quasi certamente di un alcolista. Si avvicinò modesto.

Bella signora, a quanto ammonta la vostra tariffa?

Personaggio scomodo, ma era stato l'unico che sino ad ora fosse arrivato da lei con l'intento di trattarla come una cortigiana meritava. Non che questo la rendesse felice, apparire come un oggetto di piacere. Ma questa volta non ci sarebbero state sorprese...

30 Marchi a notte...

Direi che la vostra modesta cifra posso permettermela...

Parlava dandole dei Voi, come se ella non avesse capito che era l'ennesima schifosa persona che con fare viscido voleva appoggiare le sue mani sulle sue carni. La guardò da capo a piedi con un sorriso soddisfatto in viso e poi le fece cenno di seguirla. La portò in un vicolo disabitato e buio. Il posto perfetto per consumare un crimine si disse... In fondo questo avrebbe fatto, ucciderlo velocemente e fuggire non appena sarebbe stata soddisfatta... Per lui era solo il luogo più scomodo per morire, ma non se ne sarebbe nemmeno accorto... quel vicolo sarebbe diventato presto la sua tomba...

Le se avvicinò frettoloso sbattendola con forza contro un muro, mentre le sue avide mani percorrevano il suo corpo. Quella sensazione di calore sul suo corpo era quasi una nuova scoperta, ma il suo corpo si era concesso il piacere carnale... ma non avrebbe lasciato che uno stolto e misero personaggio come quest'uomo avrebbe sporcato le sue caste promesse...promesse stupide ed inutili si disse. Solo dopo la morte aveva capito che sarebbe stato meglio consumare la sua vita il più possibile... Il fiato dell'uomo sul collo, un respiro ansioso e frettoloso... la riportò subito alla realtà, scaraventando lontani i pensieri passati. La prese con forza alzandola dal terreno ed appoggiando la sua schiena sulla parete dietro, intento a soreggerla con le sue forti braccia... Avrebbe finto. Mentre egli alzava la sua sottana Ayame gli cinse le braccia al collo e si avvicinò con uno sguardo pieno di passione, peccato che la sua passione non era la stessa che spingeva l'uomo a commettere quegli atti... Spostò il viso fissandola con approvazione come se fosse appagato dalle sue mosse... non sapeva cosa lo avrebbe a presto aspettato. Un rivolo di sangue scese dal suo corpo e cadde a terra. I suoi occhi confusi scrutavano invano il luogo in cerca di aiuto, Ayame aveva premuto con forza la sua mano sulla bocca dell'uomo strappando la sua vita sino all'ultima goccia di sangue... Aveva tentato di sottrarsi a lei, ma inutilmente, il dolore dei denti nella sua carne e lo sottrarsi delle energie provenienti dal sangue lo avevano bloccato...
 
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† Yuffie
view post Posted on 10/9/2009, 14:52




Ed ora fissava quel corpo esanime a terra, lo scrutava con interesse, anche nella morte aveva mantenuto la sua umanità... e lei -come una bestia- lo aveva stretto in una vinghia togliendogli il respiro per sempre. Rimase qualche istante ferma, a fissare quel corpo, come una statua il suo corpo non sembrava muoversi, si era pure scordata di respirare... Lo fissava e lo rifissava, la sua vita ora scorreva nel corpo di Ayame e la sensazione del sangue che scendeva per la sua gola poteva quasi essere paragonato a quello di un orgasmo. Un piacere che non saziava mai, perchè si desiderava sino all'eccesso...

Tornò in se di colpo, quasi spaventandosi delle circostanze. Si diede un ceffone per riprendersi e tornò a pensare a come celare i segni lasciati sul corpo... non aveva con se nè la sua falce nè un pugnale, dunuqe doveva insegnarsi come poteva... Di certo chiunque avrebbe notato i due fori sul collo; erano così evidenti. Non poteva lasciare prove così compromettenti. Prese dunque il corpo -assai pesante- e lo trascinò per le vie. Con aria circospetta ogni svolta avanzava senza il corpo scrutando se altre forme di vita erano presenti, poi, come un gatto, sgattaiolava via, trascinando con se il suo peccato. Arrivò dopo qualche ora alle oscurità del bosco e richiamando tutte le sue forze si mise il corpo in spalla e corse con quanto fiato avesse in corpo verso il folto. Non si accorse di aver corso tanto di arrivare alla fine del bosco là dove la terra era più vicina possibile alla luce; la stella si sarebbe accesa entro poco tempo. Arrivò nei pressi di un grande salice. Il suo enrome tronco e le grandi radici spiccavano all'occhio, aveva un aspetto così regale, come se fosse il re della foresta. Posò il corpo a terra e con le mani dolenti dallo sforzo iniziò a scavare. Scavava e scavava sempre più in fretta. Le mani non sarebbero mai bastate. Salì sul salice e con forza staccò un grande ramo. Nell'impresa cadde a terra priva di alcun equilibrio, ferendosi la gamba. Infatti cadde proprio sul ramo che aveva raccolto e questo si infilò tra le sue carni con arroganza. Non se ne curò, non era importante: avrebbe fasciato la gamba prima di partire. Doveva seppellire il corpo, correre al suo rifugio e attendere il calare del sole... Una volta raggiunto il suo mantello sarebbe stata salva. Peccato fosse davvero distante.

Prese il ramo e lo affondò nella terra là dove con le mani aveva già creato un piccolo buco. Con forza spostò la terra. Riuscì in un'ora circa a scavare una buca non estremamente profonda, ma abbastanza larga da contenere un corpo rannocchiato. Prese il cadavere e lo gettò nella piccola fossa ranicchiandolo come poteva e poi con tutte le forze rimaste lo seppellì. Infine prese della neve e la gettò sopra la terra appena battuta, chi non avrebbe notato una grande chiazza scura là dove doveva esserci le neve? Quando si accorse della sua dimenticanza, un piccolo particolare che le sarebbe costato la vita; la luce...

Inizò a correre non appena fu certa di aver compiuto al meglio il suo lavoro, corse, come una dannata scivolando più volte. Non aveva nemmeno il tempo di curare la ferita alla gamba, la luce la raggiungeva. Era un fuga sfrenata e la gamba le duoleva come poche volte, il sangue le colava sulla gamba... Prima di partire si era comunque fasciata per non lasciare che il sangue colasse sulla neve lasciando evidenti tracce. Ma ora iniziava ad uscire dal bendaggio provvisorio. Non le importava: era abbastanza distante da corpo che il suo sangue poteva apparire come quello di una lepre ferita da un lupo. Si era maledetta, non si era ricordata a primo impatto che là dove aveva deciso di seppellire il corpo la luce della stella riusciva comunque in minima parte a rischiarare la terra. Le terre del Nord erano completamente buie, ma una piccola parte del bosco veniva comunque illuminata. La stella si stava accendendo, la luce fioca la colpiva, delle piccole pianghe seguirono prima el sue gambe poi la schiena. Inciapò di nuovo e la luce fu su di lei. Richiamò le ultime forze e con uno scatto veloce riuscì a nascondersi nel folto più oscuro della terra... Le piaghe si erano notevolmente espanse ed ora erano grandi e doloranti.

Non riusciva più a correre, iniziò a camminare con passo affrettato, poi a passo normale, infine a passo lento, per poi cadere a terra tra la neve. Il fresco delle lacrime ghiacciate sulle piaghe erano una sensazione indescrivibile per lei. Rimase così, per qualche ora. Rimase sdraiata sulla neve sofferente e priva di forze sufficienti ad alzarsi. Le piaghe sparirno lentamente ma la ferita alla gamba non smetteva di sanguinare... Ad un tratto il buio corpì ogni speranza; Era svenuta...

Tornò la notte, era rimasta ferma nell'oscurità più completa per un giorno intero. Ora le piaghe erano guarite completamente e la ferita alla gamba si stava rimarginando, tentò di alzarsi ma per svarite volte si vide ricadere a terra, poi -con le gambe tremanti- riuscì ad alzarsi e tenersi in piedi. Si appoggiò con la schiena ad un fusto d'albero, ancora incerta a riguardo del proprio equilibrio. Ci mise svariati minuti a fare chiarezza sui ricordi, ma non appena furono immacolati e comprensibili nella sua mente si voltò intimorita di essere seguita... nulla... forse l'aveva scampata... Doveva cibarsi... in una notte aveva acquisito il massimo delle energie, ma ne aveva perse ancor di più per celare il suo crimine... Non avrebbe commesso una seconda volta lo stesso errore...ma ormai era tardi per riparare al danno; qualcosa mutò il silenzio... c'era qualcuno...
 
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† Yuffie
view post Posted on 12/9/2009, 14:37




Si voltò di scatto senza capire, la sua vista era annebbiata e subito qualcosa le diede fastidio agli occhi. Passarono pochi minuti, era tornata la calma e con essa la completa vista di Ayame. Luce! C'era la luce! Si accasciò subito a terra tremante coprendosi il più possibile con le mani, chiuse gli occhi implorando nella sue mente di essere salvata, quando sentì posarsi una mano sulla spalla di Ayame, spaventata balzò indietro e vide dinanzi a se un uomo.

Cercò di dargli età -di dargli un nome- ma sembrava mutare magicamente e il suo aspetta era sia quello di un anziano piegato dal tempo che quello di un giovane fanciullo pieno d'energie. Se avesse avuto un cuore ancora attivo questo ora palpiterebbe con una velocità inumana, ma fortunatamente -o meglio sfortunatamente- il suo cuore era morta da anni...

Calmati, questa luce è una stupida illusione ottica, ma non nuocerà sul tuo essere...

Quelle parole calmarono Ayame che un po' titubante si alzò dal terreno. La voce di quell'uomo suonava come la più dolce delle melodie, come un canto leggiadro che danza nel vento, eppure i suoi occhi erano così malinconici, sembrava portare con se un enorme fardello che mai nessuno avrebbe potuto concepire... L'uomo le porse un mano.

Seguimi, ti porterò fuori da questo labirinto. Attenta a non errare...

Ayame non capiva di quale labirinto parlasse e nemmeno di quale errore ella potesse commettere. Poi scrutò il luogo, un labirinto di specchi ghiacciati, che strano luogo... La voce frustrata dell'uomo entrò nella sue testa con tutta la dolcezza che mai qualcuno avesse potuto esprimere, si fidò, non seppe perchè, ma si fidò. L'uomo avanzò dinanzi a lei voltandole le spalle. Continuava ad interrogarsi sull'errore, quale errore poteva mai commettere? Lo avrebbe seguito ed egli l'avrebbe condotta in salvo? Oppure l'errore era proprio questo? Egli voleva in realtà ucciderla? Poi capì, il suo sguardo si posò su uno degli specchi di ghiaccio e vide, vide quello che l'uomo realmente era. Un mostro dalle lugubri sembianze, marcio dal tempo e curvo da quel peso che sosteneva. La pelle innaturale. Egli si volse vero di lei e vide quello che erano i suoi occhi, acquosi e languidi occhi chiari che quasi si perdevano nella sclera... Si inorridì e l'uomo sogghignò.

Hai paura di me? Vorresti fuggire?

Quelle domande picchiarono nella sua mente con tormento e frustrazione, si! voleva fuggire, ma lui era l'unico appiglio, l'unica salvezza... se fosse fuggita sarebbe morta, debole come era in questo momento, non poteva permetterselo. Doveva vivere, per quelle poche persone -pocchissime- che erano i suoi tesori, le uniche persone per le quali avrebbe dato la vita. Eppure cercava costantemente la morte, perchè in un momento come questo andava a pensare a certe "conoscenze"? Strinse i pugni.

Si, ho paura, ma voi siete l'unica speranza sulla quale posso aggrapparmi per continuare la mia inutile esistenza... quindi guidatemi, ve ne prego...

"Se io non avessi paura sarei folle, ho già visto la morte in viso, ma cio' non significa che io ora non ne abbia un'estrema paura... la cerco, ma allo stesso tempo vi fuggo, che essere sciocco..."

L'uomo la fissò per svariati minuti poi si volse e continuò il suo cammino. Ayame fissava in continuo li specchi, come se volesse ricordare ogni più piccolo dettaglio di quell'aspetto orrido che l'uomo nascondeva. Chiunque al suo posto avrebbe evitato tali visioni, ma ella era curiosa, ella era assetata di sapienza e voleva sapere ancora. Arrivarono in un punto dove la luce iniziava a scemare e l'uomo annunciò che il confine con il surreale ed il reale sarebbe a breve stato varcato. Tentò di stabilire quanto tempo fosse passato da quando l'uomo l'aveva trovata. Ma non ci riuscì, forse erano passati pochi minuti, forse ore, o forse addirittura giorni, era impossibile stabilirlo, proprio come l'età della sua guida.

L'uomo si fermò di colpo, fissò un ultima volta negli occhi Ayame, il suo sguardo era quasi un misto tra compassione ed amore verso di lei. Abbassò il volto e sussurrò delle parole così sottovoce che un comune mortale non le avrebbe mai udite, ma lei si, Ayame era riuscita a scandire quelle parole.

"Grazie giovane vampira"


Questo egli aveva citato, allora egli sapeva della suo essere, egli aveva capito e nonostante tutto l'aveva condotta alla salvezza. Quando tentò di girarsi per guardare l'orizzonte qualcosa la spinse con forza, cadde a terra. Si alzò subito con confusione ma quando si volse tutto era tornato come prima, la foresta, l'oscurità, la stanchezza. Tentò di tornare nella direzione dove prima camminava a capo basso. Nulla, nemmeno le sue tracce sulla neve, l'uomo, e con se tutto il suo mondo irreale, erano scomparsi per sempre...

Che fosse tutto stato un sogno? No, era impossibile, Ayame sentiva vive le mani di quell'uomo che poco fa avevano spinto il suo corpo distante da quel mondo. Ricordava perfettamente il suo aspetto, ma soprattutto la sua voce... Quell'uomo era esistito, ed egli era stato la sua guida verso la salvezza... allora ella non aveva errato.

[OT/ Lavoro terminato /OT]
 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 12/9/2009, 20:27




*I giudizi sono scritti a discrezione dell'incaricato. Se si è interessati ad un giudizio e non è stato rilasciato si può fare richiesta via mp*

SPOILER (click to view)
Aggiungi i seguenti oggetti nel post di equipaggiamento della tua scheda. Aggiungi i Marchi nella giusta voce della scheda.

Ricompensa:

Marchi: 201
 
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3 replies since 1/9/2009, 15:21   82 views
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