Il mostro di Cold City, lavoro di Yuka

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view post Posted on 28/9/2009, 18:41
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I fiocchi di neve, cadevano lenti e con delicatezza, sulla strada umida. Sembrava che si stessero cimentando in una specie di danza, bellissima e armoniosa. Le vie della città erano deserte e buie e sembrava che la città stessa fosse disabitata, a parte quei pochi barboni che cercavano, nonostante l'aria pungente, di dormire rannicchiati su dei pezzi di cartone. L'unica creatura che sembrava avere vita era Yuka, cercando di ripararsi dal freddo sotto il suo mantello, con il cappuccio che le copriva il viso. Si guardava intorno cercando qualcuno, qualche forma di vita che le potesse dare delle informazioni su un certo mostro che da tempo seminava panico nella città. Solo il vento freddo delle Terre del Nord le faceva compagnia e sembrava voleva tentare di cingerla con il suo gelido abbraccio per darle il benvenuto. Yuka continuava a camminare per le vie, sempre deserte, quando ad un tratto udì delle voci: sembravano grida festose e di gioia. Sembravano quasi irreali, in quanto sembrava facessero contrasto con quel luogo triste e deserto. Così, decise di seguire le voci, fino a quando non arrivò ad una taverna. Ora le voci si distinguevano chiaramente. Sull'insegna c'era scritto a lettere cubitali:
" La casa della felicità" .
Con fare scettico, Yuka aprì la porta e si guardò intorno. Il locale era caldo a acogliente, un posto carino, ma di certo non tranquillo. Sulla destra, un gruppo di uomini all'incirca sulla trentina stavano festeggiando qualcosa e la maggior parte di loro erano ubriachi. Su un'altro tavolo a sinistra, altri uomini intendi a giocare a poker con in braccio delle cortigiane, con cui a volte si scambiavano "efusioni". Su dei tavolini sparsi qua e là c'erano uomini soli, o forestieri come lei che erano lì di passaggio. Intanto, Yuka, con disinvoltura si avvicinò al bancone e si sedette.

Desidera?

Avete del Rum?

Si, glielo porto subito.

Yuka ringraziò e con estrema delicatezza si levò il cappuccio dalla testa, senza spettinarsi. Subito dopo il barista ritornò da lei con un bel bicchiere di Rum. Yuka lo prese con la mano sinistra mentre sulla destra appoggiò la guancia. Mille pensieri le percorrevano la mente. Come poteva trovare delle informazioni? Chissà quando sarebbe apparsa quella creatura?

"Oh al diavolo!"

Avvicinò le labbra alla superficie fredda del bicchiere e fece un sorso, poi un altro e di nuovo un altro ancora. Ormai era abituata a bere, e di certo non si sarebbe ubriacata per quel "poco" di Rum. Ad un tratto qualcuno si sedette accanto a lei ordinando del vino e come prima il cameriere era scattato per servire il nuovo cliente. La voce dello sconosciuto sembrava armoniosa e seducente. Yuka si girò un attimo verso di lui, così, era curiosa di vederlo in faccia. I capelli, corti e scompigliati erano marroni, non troppo scuri, la pelle bianca, come quella della neve. Vestiva di nero, e i suoi abiti facevano risaltare i suoi grandi occhi color del ghiaccio. Dietro la schiena, risiedeva maestosa ed elegante la sua grande spada, dalle bellissime decorazioni e raffinata intagliatura. Sull'orecchio (sinistro) era attaccato un orecchino a forma di croce nero anche esso, come i suoi vestiti. Il barrista ritornò di nuovo con un bicchiere di vino, gicantesco e lo porse al ragazzo. Quello, impassibile, prese "l'involucro di ghiaccio" e iniziò a bere. Posò poi il bicchiere sul bancone e si voltò verso Yuka.

Cosa ci fa in un posto del genere una ragazzina come voi?

Yuka si voltò e lo osservò un attimo e poi disse

Sono una forestiera, vengo dalle Terre dell'Est . . . sono venuta a trovare un vecchio parente qui a Cold City . . . e voi deduco siate un cacciatore di taglie . . .

Non aveva voglia di parlare del suo vero scopo. Se veramente quel ragazzo era un cacciatore di taglie, si sarebbe fatta dare le informazioni giuste e avrebbe ucciso il mostro prima di lui. Ad un tratto il ragazzo sorrise con arroganza.

Dalle Terre dell'Est eh? Comunque si, sono un cacciatore di taglie. Ti conviene tornare a casa ragazzina, qui in giro si aggira un mostro.

Yuka cercò di imitare una faccia impaurita, ma intanto fra di sè se la rideva.

"Bingo!"

Davvero?!. Disse, poi con un filo di voce.

Il ragazzo fece un altro sorso e poi disse

E' da un pò ormai che si aggira qui, alcuni dicono di averlo visto nella città, sulla piazza centrale . . . altri nel bosco . . . quel maledetto mostro ha già ucciso tre uomini . . .

Yuka sussultò. Dunque c'erano già state delle vittime. Si fece cupa in viso e voltandosi verso il barista chiese il conto. Con disinvoltura lasciò le monete sul bancone (3 marchi) e poi si voltò verso il ragazzo che un attimo prima era seduto accanto e lei e ora la guardava con aria interrogativa. Yuka sorrise maliziosa e poi disse.

Mi sei stato proprio di grande aiuto . . . grazie mille!

Detto questo, avvicinò il viso al suo e lo sorprese con un bacio. Dopo poco si riconpose e si rimise il cappuccio in testa, di nuovo si voltò verso il giovane che la guardava con aria confusa e imbarazzata. Yuka gli fece l'occhiolino e prima di uscire disse

Ah a proposito, il mio nome è Yuka

Detto questo uscì dalla taverna. Di nuovo il freddo vento di quelle Terre l'avvolsero in tutta la loro freddezza, ma in fondo a lei piaceva quella sensazione. Ad un tratto riprese a camminare, quando sentì una voce chiamarla.

Ehi! Aspetta!

Di colpo si voltò e vide il ragazzo che aveva baciato nella taverna.
 
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view post Posted on 29/9/2009, 18:11
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Quella notte, nel cielo nero splendeva maestosa ed elegante la Luna, che illuminava quella terra buia e fredda, come se tentasse di riscladarla. I due giovani, si trovavano uno di fronte all'altro, in silenzio. Yuka, ad un tratto, con sguardo malizioso e senza scomporsi lo guardò sugli occhi.

Dimmi pure. Desideri qualcosa?

Il ragazzo non disse nulla, la scrutava solamente. Poi ad un tratto si decise a parlare.

Sei una cacciatrice di taglie?

Forse . . . chi lo sa

Disse Yuka in tono di sfida, sorridendo. Il ragazzo, aveva uno sguardo divertito.

Non ti sembra di essere un pò troppo arrogante, ragazzina? Comunque, voglio proporti un affare, aiutami a sconfiggere il mostro e faremo a metà la riconpensa . . . che ne dici?

Yuka parve confusa. Di punto in bianco quel ragazzo le aveva fatto quell'offerta, perchè? C'era forse qualcosa sotto? Rimase per un pò in silenzio, cercando una soluzione, intanto con la coda dell'occhio, notò che il ragazzo la guardava di vertito. Si voltò verso di lui, tutto un tratto

D'accordo, accetto. Però vorrei sapere il tuo nome.

Arsel

Un nome davvero particolare, pensò Yuka. Ora rimaneva soltanto trovare un posto per la notte. Di certo non avrebbe dormito accovacciata sulla strada vicino un barbone. A quell'ora le locande dovevano essere chiuse. Si voltò verso Arsel.

Scusa la domanda, ma dove passeremo la notte, "collega"? disse sorridente Yuka.

Arsel si voltò e prese a camminare, sgignazzando.

A casa mia . . . a meno che tu non voglia congelare qui . . .

Yuka sorrise e iniziò a seguirlo.
 
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view post Posted on 4/10/2009, 09:23
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Mmmm . . . mmm . . .

Yuka tentò di aprire gli occhi. Dove si trovava? Si guardò intorno: una modesta casetta con qualche mobile. Ah, adesso ricordava. Era venuta nelle Terre del Nord, per abbattere un mostro e riscuotere la sua taglia, aveva incontrato un bellissimo ragazzo e aveva ceduto al peccato di lussuria. Si stiracchiò e osservò Arsel che dormiva beato tra le coperte. Yuka sorrise e lo baciò sulla guancia. Le faceva tenerezza, sembrava un bambino addormentato. Si alzò infine dal letto e andò verso una sedia dove si trovavano i suoi vestiti. Li indossò, con non curanza e uscì fuori dalla casa. Le tenebre avvolgevano ogni cosa, era sempre buio e le vie delle strade si presentavano come il giorno precedente: fredde, non c'era un altro aggettivo per descriverle. Volse lo sguardo al cielo. Un vasto telone nero, con le sfumature blu, copriva quel cielo che poteva essere azzurro e pieno di vita. Poi ad un tratto qualcosa sembrava cadere dal cielo. Dei candidi fiocchi di neve volteggiavano nell'aria e infine si appoggiavano stanchi sulla superficie della strada, per poi ritornare acqua. Ad un tratto il cigolio di una porta risuonò nell'aria, rompendo quel silenzio. Yuka si voltò e sorrise: Arsel si era finalmente svegliato, ed ora sbadigliava a più non posso appoggiato alla porta di casa sua.

Potevi aspettarmi no?

Arsel si era avvicinato e la guardava con aria di rimprovero, ma Yuka non si fece abbindolare, e con un sorriso disse:

Dormivi così bene . . . non avevo voglia di svegliarti . . . eri molto stanco . . . chissà perchè?

Le ultime due frasi le disse con una certa malizia e con un pò di irnonismo, poi fissò per un momento il ragazzo e poi riprese a camminare. Arsel arrossì un pò e poi anche lui iniziò a camminare. Yuka ad un tratto si fermò.

Arsel, dov'è il bosco?

Arsel sbadigliò e poi con il braccio tesò indicò davanti a loro.

Da quella parte.

Entrambi si diressero verso il folto del bosco. Le loro ricerche, sarebbero iniziate, proprio da lì. Yuka non conosceva quel posto, ma di sicuro non sarebbe stato un luogo molto sicuro. Era meglio stare in guardia. Ad un tratto si sentì un urlo. Cosa poteva essere?
 
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view post Posted on 4/10/2009, 20:41
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Un urlo disumano. Il mostro forse? Yuka correva a perdifiato. Non sapeva neanche se Arsel la seguiva, non aveva tempo di fermarisi ad aspettarlo. Se non si muoveva, qualcun altro poteva rimetterci la vita, doveva correre, correre più veloce possibile. Ad un tratto notò una scia di sangue. Alzò lo sguardo e rimase inpietrita. Il mostro ormai aveva sbranato un uomo, di cui rimase solo una grandissima chiazza di sangue essorbita dalla neve e nient altro che un po di brandelli di carne sparsi ovunque. Ad un tratto apparve da dietro il mostro una ragazzina. Lunghi capelli mossi, biondi come le spighe di grano, un vestito rosso che veniva mosso dal vento con violenza, bellissimi occhi di ghiaccio.

Attenta ragazzina!

Urlò Yuka. La bambina sorrise, un ghigno di pura malvagità, ma nello stesso tempo tristezza e disperazione le si stampò in viso. Poi ad un tratto iniziò a suonare uno strano strumento, doveva essere un flauto. All'improvviso, il mostro si mosse minaccioso verso Yuka, che però venne pressa alla sprovvista e stava per essere colpita. Poi ad un tratto il rumore di una spada risuonò in tutto il bosco. Arsel era riuscito a bloccare il colpo del mostro con la sua fedele spada. Yuka rimase un attimo stupita poi Arsel le disse cercando di resistere alla forza del mostro.

Cerca di prendere il flauto a quella dannata mocciosa" A questo bestione ci penserò io! Ora và!!

Yuka annuì e con grande velocità si diresse verso la ragazzina che stava suonando il flauto. Ella senza sosta continuava a suonare, come se niente fosse. Qualcosa non quadrava, ma non era quello il momento di pensare a quel tipo di cose. Ad un tratto, proprio quando era ad un passo dalla ragazzina, fu colpita inaspettatamente da una bariera. Cadde rovinosamente a terra, ma non aveva riportato gravi ferite, solo qualche graffio. Arsel intanto teneva testa al mostro, che era molto potente e faceva perdere molte forze al ragazzo.

Perchè fai questo?! Perchè fai uccidere la gente di questa città?!

Urlò Yuka, seduta a terra. La ragazzina smise di suonare e guardò Yuka con uno sguardo da far gelare il sangue. Anche il mostro smise di combattare e ritornò vicino alla padrona.

Tu mi chiedi il perchè?

Disse ad un tratto la ragazzina voltando lo sguardo verso il mostro che le stava di fianco.

Cinque anni fa, vivevo con i miei genitori e mia sorella in quella città. Vivevamo felici, nonostante la tristezza che emanava quel luogo. Mio padre era un demone e mia madre una comune mortale. La nostra famiglia veniva vista con un pò di timore. Ma quando raggiunsi i 10 anni, i miei poteri iniziarono a crescere e la gente inizò ad avere paura di noi. All'inizio si trattava solo di ignorarci o di scansarsi quando passavamo per le vie dalla città, ma poi, la loro diventò persecuzione. Un giorno decidemmo così di abbandonare la città, ma gli abitanti ci catturarono . . . io e mia sorella siamo le uniche sopravvissute. Mio padre e mia madre sono stati uccisi.

Yuka rimase senza parole. Una situazione che conosceva, anche lei aveva vissuto una situazione simile. Una cosa sola non le tornava . . . dove era finita la sorell di quella bambina? Ad un tratto capì.

Non mi dire che tua sorella è in realtà il mostro che incute terrore nella città!

La ragazzina fissò la creatura accanto a lei.

Si, è proprio così . . . per proteggermi dalla malvagità degli abitanti ed essendo più piccola di lei, si è tramutata in un mostro. Ascolta solo me e il suono del mio flauto.

Arsel assunse un'espressione scettica e si passò la mano dietro la nuca, ma non disse nulla, intando aveva rinfoderato la sua spada.

Mi dispiace, davvero . . . so cosa provi . . . ti capisco . . . ma non per questo devi comportarti come loro! Ora che puoi, va via da questo posto! Ricomincia da capo!

La ragazzina, guardò Yuka negli occhi, il suo sguardo era cambiato, c'era compassione.

Il fatto è che se anche volessi, non potrei andarmene, non potrei mai lascire mia sorella in questo stato e non credo anche che ci sarebbe qualcuno disposto ad accettarla

Yuka si alzò e si avvicinò. Fissò la ragazzina e poi l'abbracciò.

Di questo non devi preoccuparti . . . ci penserò io . . . conosco un incatesimo capace di far tornare tua sorella come prima . . . posso tentare?

Poi guardò il mostro, accanto a loro. Visto da vicino non sembrava neanche tanto spaventoso, anzi aveva uno sguardo dolce che la supplicavano di aiutarlo. Yuka lasciò di la ragazzina che intanto si era messa a piangere.

Non piangere più d'accordo? Adesso la faremo ritonare come prima, ma doreai seguire alla regola quello che tico ok?

La bambina smise di piangere e annuì. Arsel sorrise compiaciuto.
fece allontabare tutti, mostro compreso e iniziò con la sua spada a tracciare degli strani simboli sulla terra piena di neve. Infine, chiese di far andare il mostro proprio nel mezzo del disegno che aveva tacciato prima. Arsel e la ragzzina si allontanarono e rimase solo Yuka davanti alla creatura. Chiuse gli occhi e iniziò a pronunciare delle strane formule in una lingua sconosciuta. Poi ad un tratto una luce si sprigionò illuminando qualsiasi cosa. Un bagliore accecante, e poi di nuovo oscurità e silezio. Yuka cadde a terra, stremata. La creatura era scomparsa e al suo posto vi era una ragazza. Lunghi capelli marroni e pelle candida come la neve. Aveva all'incirca l'età di Yuka se non un anno di meno. Tutti si avvicinarono ad ella. Yuka la coprì con il suo mantello e la prese in braccio dopo di che, si avviarono tutti a casa di Arsel.
Dopo qualche giorno la ragazza si svegliò e ad accoglierla trovò l'abbraccio della sorellina. Rimasero entrambe per un pò di giorni e poi decisero di partire e trasferirsi in altre terre.

Andremo alle Terre Del Sud. Grazie di tutto. Addio.

Dissero solo questo e entrambe partirono alla volta delle Terre del Sud. Il giorno successivo, anche Yuka dicese di ripartire. Arsel l'accompagnò all'entrata della città. Arsel si passò una mano tra i capelli.

Allora hai proprio intenzione di ripartire eh?

Yuka sorrise. E si calò il cappuccio sulla testa.

Eh si. Ho voglia di ritornare a casa mia . . . ogni tanto vieni a trovarmi.

Yuka fece per andarsene, quando le parole di Arsel la trattennero.

E la riconpensa della taglia che pendeva sul mostro? Non la desideri più?

Yuka sorrise fra sè e senza girarsi rispose

Quale mostro?

Era sicura che anche Arsel stesse sorridendo. Con un cenno del braccio, senza voltarsi, salutò l'amico, sicura che lo avrebbe incontrato di nuovo.


[OT/Lavoro Terminato/OT].


 
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Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 5/10/2009, 20:49




Giudizio Lavoro

Primo lavoro! Un buonissimo inizio ^^ Iniziamo a discutere dei lati negativi. Vi sono errori di battitura che poco tolgono all'opera mentre altri evidenti difetti gravano più pesantemente: ripetizioni frequenti (Esempio: "...sembravano grida festose e di gioia. Sembravano quasi irreali, in quanto sembrava facessero contrasto con quel luogo triste e deserto."), qualche errore coi tempi verbali (Esempio: "Solo il vento freddo delle Terre del Nord le faceva compagnia e sembrava voleva tentare di cingerla con il suo gelido abbraccio per darle il benvenuto.") o errori grammaticali in genere (Esempio: "Sulla destra, un gruppo di uomini all'incirca sulla trentina stavano festeggiando qualcosa e la maggior parte di loro erano ubriachi."). Il testo è scorrevole, piacevole e articolato nel linguaggio sebbene afflitto dai problemi sopra citati che ne hanno purtroppo abbassato il giudizio finale.
La trama è buona e la protagonista risulta efficace nel ruolo di eroina maliziosa e un poco piccante ma buona e coraggiosa. Qualche dubbio su come Yuka sia riuscita a capire la professione di Arsel con così pochi elementi e forse risulta un pò troppo facile la risoluzione dello scontro con il mostro. La storia alla fin dei conti è buona, i personaggi si muovono al suo interno con naturalezza e risulta appassionante alla lettura. Bella la scena con cui termina il racconto. Riassumendo un'ottima idea che però ha perso nella sua stesura e in qualche punto della trama troppo poco sviluppato o considerato. Complimenti, un buon lavoro ^w^

*I giudizi sono scritti a discrezione dell'incaricato. Se si è interessati ad un giudizio e non è stato rilasciato si può fare richiesta via mp*

SPOILER (click to view)
Aggiungi i seguenti oggetti nel post di equipaggiamento della tua scheda. Aggiungi i Marchi nella giusta voce della scheda.

Ricompensa:

Marchi: 173
 
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