Il Carillon

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† Yuffie
view post Posted on 28/1/2010, 20:01




Il Carillon


Una sinfonia distante…

Il carillon suonava la sua malinconica melodia -rompendo quell’immutato silenzio- quando mi svegliai. Non seppi dire quale sentimento alloggiava maggiormente in me, forse un misto nauseante di rabbia e dolore. Era impossibile definirlo. Non ora. Non in quella piccola camera spoglia.
Un cigolio.
Un altro ancora.
Qualcuno stava caricando il carillon. Gli scricchiolii degli ingranaggi riuscivano a mutilare quel silenzio, sino quasi ad ucciderlo, lentamente. Ad ogni cigolio una coltellata…
Uno strano pensiero mi salì alla mente, e nel vuoto della stanza si fece spazio un esile figura genuflessa sul pavimento.
Non ero sola, e questa era l’unica certezza che potessi avere, ora, tra queste mani sudate e tremanti...
Mi alzai in piedi e mi diressi verso “l’oscura figura” e quando le arrivai accanto notai qualcosa di estremamente familiare avvolgerla dolcemente.
Era una bambina. Una piccola ed ingenua bambina seduta con un carillon in mano -il mio carillon-. Era tornata la stessa melodia del mio risveglio, ma questa volta era più chiara, più decisa… più triste.
“Il carillon sta suonando per te.”
Una voce squillante, forse troppo acuta, ma estremamente gelida e distaccata per essere quella di una piccola bambina.
Avrei voluto rispondere, ma ogni parola moriva sulle mie labbra e bruciava lentamente la mia gola ostruendo ogni respiro ed ogni sillaba….
“Vuoi giocare con me?”
Il volto della bambina si volse, il suo viso era arrotondato ma purtroppo nascosto dall’ombra della posizione per scorgerne i lineamenti. Esso era incorniciato in una corta e spettinata capigliatura bionda. Un biondo chiaro come i raggi del sole.
Mi guardava negli occhi, e i suoi, così freddi e lucidi, parevano essere dello stesso colore della salvia: un misto tra verde e grigio.
Posò il carillon e si alzò in piedi venendomi in contro, si fermò a pochi centimetri da me e alzò la testa in modo di mostrare, alla luce dell’unica finestra della camera, il suo viso deturpato da lunghi solchi sotto gli occhi e lungo le guancie, sino alla gola. Solchi scavati dalle lacrime che incessanti scendevano dai suoi occhi.
Da quanto tempo stava piangendo senza ritegno?

Le posai una mano sulla spalla lentamente e lei si ritrasse con uno scatto così veloce da spaventarmi.
Non pareva essere inorridita da me, ma bensì spaventata. Eppure poco prima mi aveva chiesto di esser sua compagna di giochi… Perché questa diffidenza ora?
La melodia stava rallentando dolcemente, e ad ogni nota si anteponeva un respiro profondo della bambina. Pareva non riuscire a capacitarsi di nulla. Si guardava attorno spaurita, e poi guardava me, e forse trovò un punto d’ancoraggio perché parve calmarsi e riscuotersi coraggiosamente!
“Voglio un foglio e una penna!”
Senza esitare feci ciò che desiderava, senza preoccuparmi troppo del tono autoritario che aveva usato. In fondo era una bambina di poco più di 5 anni!
Si sdraiò a terra noncurante della mia presenza e iniziò a disegnare. Decisi di sedermi sul letto in attesa di qualcosa… di qualunque cosa!
Il tempo passava e la melodia rallentava, sino a smettere definitivamente il suo ripetersi di note e rintocchi. La bambina accorse subito in suo soccorso ricaricandolo dolcemente e poi rimettendosi all’opera. Le lacrime bagnavano il suo foglio deturpando quello che altrimenti sarebbe stato un bel disegno.
Poi ad un tratto le scorsi in mano una bambola, la stringeva con un braccio al suo petto. Le mancavano gli occhi, come se le fossero stati cavati. La bambina dovette accorgersene perché mi parlò di nuovo.
“Angela non ha gli occhi. Li ha persi perché ha voluto vedere tutta la verità… Ma forse tu li puoi ritrovare! Guarda, forse sono in quel cuscino!”
Puntò un dito verso il cuscino che stava a fianco a me, e proprio in quel momento il cuscino parve macchiarsi di uno strano liquido color cremisi. Dai lati delle cuciture iniziò a sgorgare a fiotti, lasciando evaporare nell’angusto spazio un forte odore ferroso.
Rimasi impietrita dinanzi a quella scena. Tutto portava ad una semplice conclusione: dentro quel cuscino vi erano certamente gli occhi di qualcuno.
Slacciai i bottoni della fodera e vi misi una mano. Emisi un urlo strozzato quando la mia mano incontrò qualcosa di viscido e maledettamente rotondo!
Lo estrassi lentamente e mi ritrovai in mano due occhi azzurri. Mi fissavano malignamente. Li gettai a terra nauseata e spaventata, e proprio in quel momento scorsi sul viso della bambina un sorriso diabolico dipingersi su quel, fin troppo, innocente viso…
“Vuoi vedere la verità?”
Rimasi impietrita dinanzi a tanta malignità e innocenza. Cosa avrei dovuto fare? E poi, quale verità andava scoperta?
Annuii debolmente e la bambina si fece spazio nella mia visuale e mi toccò il viso.
“Allora vedi con gli occhi di Angela!”
Li raccolse da terra e me li porse.
La domanda era ovvio: come avrei potuto vedere con quegli occhi?
Non feci in tempo a cercare una risposta, non vidi più nulla… Solo dolore ed il calore del sangue lento che colava sul mio viso. Mi erano stati strappati gli occhi, e qualcosa premeva sulle cavità oculari vuote. Faceva terribilmente male, ma le mie mani non si muovevano, nulla del mio corpo si muoveva. E le urla mi morivano in petto, tremende e sofferenti!
Non vidi nulla per parecchi minuti, poi delle strane forme iniziarono a farsi largo dinanzi a me. Uno strano luogo, un prato verde, oscurato dal buio della notte. Un uomo che con uno sguardo malizioso parve fissare ogni angolo della mi carne, come fossi stata spoglia. Mi allontanai di corsa, appoggiandomi le mani sugli occhi che ancora dolevano. Piangevo… ma le mie lacrime non erano salate e neppure trasparenti. Erano rosse e viscose… come il sangue.
Correvo irrefrenabile, terrorizzata da quell’uomo, che tanto mi ricordava un lontano dolore.
Mi fermai, dinanzi a me c’era una casa, una casa che riconoscevo, ma non seppi dire perché. Vi entrai e trovai seduto ad un tavolo in vetro un uomo dall’aspetto magro e sciupato. Mi fissava con sguardo vacuo. Si alzò e si avvicinò a me con le mani allungate, intento a toccarmi.
“Torna da me… per sempre”
Diceva, e lo ripeteva a bassa voce, come un sibilo, poi le sue mani mi sfiorarono la pelle e accarezzarono il mio viso, ma ad ogni tocco si creava sulla mia pelle una ferita profonda. Altro dolore…
Corsi di nuovo lontana con la voce dell’uomo urlante.
“Non andartene! Ti prego! Non andare!”
Ripeteva, e la sua voce veniva trasportata dal vento anche quando fui certa di essere così distante da aver già rimosso quel ricordo.
Poi il vuoto, il silenzio che pian piano veniva rotto da uno strano suono…

Una sinfonia distante…

Il carillon suonava la sua malinconica melodia -rompendo quell’immutato silenzio- quando mi svegliai.
Ed io ero sveglia, Si. Adesso ero lucida. Fissavo il soffitto spaurita e con le tremanti mani toccavo i miei occhi, le mie braccia, il mio corpo: nulla. Solo il confuso ricordo di tutto quel dolore. Eppure era ancora con me tutto quel dolore. Ma non era uguale. Non era fisico. Era mentale. Eppure era così vivido su di me.
Un sogno?
Solo un maledetto incubo? Si, parve essere così!
Era finita! Ne ero felice. Così felice da non accorgermi subito dell’evidenza…
Andai in bagno, mi lavai la faccia fissandomi allo specchio. Il volto tirato dal sono turbato e le ciocche bionde che ricadevano sul mio viso bagnato. Ed i miei occhi, identici a quelli della bambina… parevano contenere la stessa paura, la stessa tristezza…
Tornai nella camera spoglia. Guardai il pavimento, là dove rammentavo la bambina all’inizio di tutto.
A terra vi era un disegno. Era lo stesso che la bambina aveva dipinto nel mio sogno… Uno strano paesaggio con un albero al centro, un albero scheletrico e lugubre. Reso però incredibilmente macabro dalle curvature e le scolature di colore delle lacrime… Il rosso dei frutti si era sfumato, creando quasi una strana illusione. Sembrava che l’albero piangesse sangue…

Il carillon aveva smesso di suonare, eppure mi parve di sentire il cigolio delle molle come se qualcuno lo stesse ricaricando.
Eppure non c’era nessuno.

Non avevo sognato… ero io, ero io quella bambina…
 
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view post Posted on 29/1/2010, 20:03
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Stupenda T___T per oggi posso considerarmi imparanoiata a sufficienza! XDD
 
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† Yuffie
view post Posted on 2/2/2010, 18:21




bha xDD se lo dici tu...
 
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