Addestramento Lord Arthur
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Terre del Nord, la stazione principale è vuota e malinconica a quest'ora... tardi, troppo tardi per mostrare la minima traccia di vita. Qui Ayame trova rifugio in una notte troppo burrascosa...
Stanca ed affaticata, la fame contorce ogni suo muscolo lasciandola intontita e confusa.
Si sedette su di una piccola panca in legno, e si mise ad osservare la ditta neve che cadeva macchiando tutto di un bianco candido... eppure il vento soffiava con tutta la sua forza, quasi volesse sradicare gli alberi circostanti...
Un luce. Si, stava arrivando il treno... Si, forse sarebbe stato il caso di fuggire, alle prime ore del giorno la stazione sarebbe stata illuminata, e non solo, anche popolata da molta gente... Ayame era troppo stanca per riuscire a fuggire distante, se solo quella maledetta burrasca fosse finita!
Un rumore infastidì notevolmente l'orecchio della vampira e fu così costretta a tapparsele con entrambe le mane per diminuire il dolore alla testa...
Dinanzi a lei il treno era fermo, imponente in tutta la sua fierezza, freddo però come il ghiaccio, rimase un attimo a contemplarlo, poi quando scorse le portiere iniziare a chiudersi si gettò di scatto entro il piccolo vagone.
Non c'era nessuno, eppure l'aria era stantia, e i sedili logori lasciavano percepire che quella dovesse essere proprio una delle classi più basse su cui poter viaggiare.
Ayame non aveva mai preso un treno, questa cosa la eccitava parecchio, come un bambino che trova un nuovo giocattolo. Eppure qualcosa le incuteva timore... Si, ora ricordava! Ella non aveva il biglietto, e se fosse stata scoperta avrebbe dovuto rispondere a parecchio domande e pagare un prezzo assai costoso per la sua libertà, di certo uccidere il controllore non sarebbe stata una prova d'intelligenza, così con grande sforzo si fece spazio sotto i sedili ingialliti per arrotolarsi come un gatto fradicio. Forse il fallimento sarebbe stato penoso, eppure rimase lì ed attese... attese la prossima fermata.
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Ancora nessuno, per ora il viaggio era stato silenzioso e noioso, quando lo stesso suono avvertito alla stazione infastidì i suoi sensi, si aggomitolò con quanta forza avesse in corpo e con le palme delle mane tappò fortemente le orecchie... Il Treno si era fermato?
In quel momento un rumore di passi frenetici la scossero dalla sua dormi-veglia. Svariati uomini erano saliti, ma costoro non avevano l'aria dei passeggeri, ma bensì di militari... Controllarono con vigore ovunque, per essere certi che nessuno fosse sul treno, quando un paio di stivali neri bloccarono la visuale ad Ayame, il cuore le salì in petto... Divertente pensare che esso l'avesse realmente fatto!
Qualche parola e poi gli uomini se ne andarono, lasciando Ayame inquieta e dubitante sul da farsi... poi il treno ripartì... pochi minuti dopo si fermò di nuovo...
Rimase in attesa, nulla... allora con fare silenzioso uscì veloce dal treno, attenta a non farsi vedere.
La stazione qui era assai più animata di quella delle Terre del Nord...
Corse veloce tra la folla, gli odori forti della pelle umana le inebriavano i sensi, ma ancora non era in grado di fronteggiare un'intera massa di persone... Così corse sino a trovare rifugio in un vicolo stretto, privo di vita. Si lasciò scivolare sulla parete sino a cadere a terra, poi coprì il proprio capo con il mantello, appoggiando la testa sulle ginocchia si lasciò un attimo cadere in un vuoto indescrivibile... abitato unicamente dalla sua malinconia.
La falce era appoggiata accanto a lei, e come una fedele amica pareva consolarla del suo male...
Ma ella, dov'era finita?