Addestramento Scisma Ya'aqov, CONCLUSO

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† Yuffie
view post Posted on 18/5/2010, 18:37




Addestramento Scisma Ya'aqov
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Si era spinta ormai oltre i suoi limiti; Si, capace di arrivare sino al deserto delle Terre del Sud, là, dove la luce perenne -o quasi- della stella artificiale splendeva senza alcun remore... Memore ormai, di un passato opaco.
Camminava, col suo cappuccio alzato in viso, cercando riparo dietro alcune piccole dune sabbiose.
Perchè? Cosa aveva spinto sino a quel luogo la vampira?
Eppure camminava, e non era intenzionata a fermarsi... Ella bramava la luce. Ma Ayame non avrebbe mai potuto avere il sole.

Ma domani potrebbe piovere... Così io seguirò il sole... Seguirò il sole...

L'ombra creata dal drappo di stoffa logoro copriva il candido viso della fanciulla, ma sul suo viso era stampata come l'ombra di un sorriso: la sua follia l'aveva di nuovo portata nel pericolo.
Alzò le mani verso la luce fioca, verso il luogo dove ogni luce proviene -Flames City-. La vellutata stoffa, costretta dal movimento del braccio, si ritirò, lasciando scoperte le cadaveriche mani della giovane, che fremevano dinanzi a tale desiderio.
Mosse le dita come per afferrare la luce tra di esse, quando profonde e dolorose piaghe iniziarono a scavarsi nella pelle, lasciando della brama folle solo l'unto e scivoloso ricordo...
Scattò veloce, nascose gli arti nell'oscurità e si lasciò cadere sul terreno freddo.
Genuflessa sul pavimento osservava le proprie mani, ed il dolore. Si, la sua condanna eterna, la sua punizione.

Maledizione...

Diede un pugno alla sabbia, poi si volse ad osservare il paesaggio.
Nulla, era un semplice deserto, adornato qua e là da dune sabbiose e rovi secchi. La luce copriva con tepore il luogo, ma nonostante cio' era assai pericoloso per Ayame addentrarsi oltre quel luogo.
Attese: sentiva il lento fruscio di passi, in lontananza.
A quanto pare avrebbe presto ricevuto "dolci" visite.
 
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view post Posted on 18/5/2010, 19:30
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Scisma Ya'aqov-Luna Crescente

Ah, quale miglior modo di apprezzare la poesia del silenzio, turbato solo ogni tanto da un soffio di vento o dal verso di un animale lontano, se non trasgredendo alle sue rigide regole e spaccandone l'integrità con qualche nota bassa? Jazz, così si chiama.
L'uomo che un tempo rispondeva al nome di Iacòbus è appoggiato ad un arbusto essiccato e disteso su una roccia a torso nudo, in un'estasi di relax, con il cilindro calato sugli occhi. Il saxofono tra le sue mani emette un dolce suono regolato dal suo fiato e dal movimento delle sue dita sullo strumento. Quale magnifica giornata.
Pace, silenzio, calma ed un sole che lo avvolge in tutta la sua amorevole maternità con calore e luce che risplendono sui suoi tatuaggi madidi di sudore. Sono in molti a temere le insidie del deserto, ma lui ha imparato ad apprezzarne la quiete, ha appreso non senza fatica quale sia il vero valore di un luogo in cui tutto ti è avverso. Solitudine, ecco cos'é. E la solitudine è il suo svago, il suo mondo privato ove nessuna legge lo ostacola, nessun rancore lo disturba, nessun parere estraneo al suo può consolidarsi. Il suo jazz si disperde nell'aria, trascinato dal vento attraverso le roccie per poi morire sulla sabbia. Una brezza leggera si alza da ovest, leggera e piacevole che lo accarezza nel suo passaggio.
Non riesce ad immaginare situazione migliore. Lì, dove nessuno osa lui risiede per godere di quella solitudine così dolce e pacata, placida e amorevole quasi lussuriosa. Lì dove egli non risponde a nessun nome, né a Iacòbus né a nessuno che abbia mai avuto. In quest'oasi di relax lui non è nessuno, non deve rispondere a nessuno, è solo lui.
Ha visto molti luoghi e conosciuto molte persone ma non riesce ad immaginare nessun'altro luogo dove quella soave calma possa accoglierlo con altrettanta gentilezza; gli occhi chiusi gli permettono di apprezzare di più la musica, potendo immaginare che esista solo quella e si lascia trascinare nel subconscio dall'amalgamarsi sfumato di sensazioni e fantasia.
Un vero orgasmo di pace.
Poi, improvvisamente, tutto sfuma. Sente che quell'equilibrio perfetto e fragile viene infranto da un leggero spostamento d'aria. Il silenzio si rompe e la calma scema. Non è più solo.
Smette di suonare, si sposta leggermente il cilindro dagli occhi e scruta, senza muovere la testa, verso sinistra. Le labbra gli si increspano in un'espressione amara. L'uomo che non doveva rispondere ad alcun nome rimane addormentato, ed é Scisma Ya'aqov a destarsi. Ora è questo il nome a cui risponde.
Poggia il saxofono e si rimette stancamente in piedi, si stiracchia lentamente sbadigliando e scruta nella gola sotto la collina di pietra ove risiede. La sagoma che vede è densa di nero, un colore che risalta all'occhio in quelle lande desolate.
Scisma inclina leggermente la testa studiando l'integrità di quella persona. Chissà chi è. A vedere quella specie di sfumatura dark gli passa per la mente l'idea che possa essere la Morte. E' già venuta a prenderlo? Accidenti, e lui che contava di campare ancora per un paio d'anni. Si allaccia la camicia e rimette la giacca, raccoglie i suoi averi e si siede sul crepaccio, guardando sempre la sagoma scura che sembra così piccola da quassù.
Sorride e si chiede se davvero sia la Morte, sarebbe interessante conoscere la Morte, d'altra parte, però, una parte di lui gli dice ostinatamente di fare marcia indietro, ignorare la presenza e tornare al solfeggio, magari accompagnato da un buon tiro di vecchio tabacco essiccato. Ma c'é anche qualcos'altro che mette la sua pressione in gioco, anche se lui preferisce non dar nome a quella sensazione.
Si spinge con le mani giù per la gola, atterra su una roccia poco più in basso del crepaccio ed inizia a scendere, piano piano, acrobaticamente tra un sasso e l'altro. Chiunque abbia disturbato la sua quiete deve avere un nome e lui vuole saperlo, è morbosamente curioso di sapere quel nome.
O magari è la Morte.
E' interessante.
Stiamo a vedere

Edited by Baron Samedi - 10/6/2010, 23:42
 
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† Yuffie
view post Posted on 22/5/2010, 15:36




Una dolce melodia parve nascere nei malinconici pianti dell'aria, sì, Ayame la sentiva, da prima flebile e timida, poi sempre più forte, forse tutto cio' era dovuto al suo interessamento, da prima nulla ed ora completo.
Decifrava le dolci note, ancora ricordava delle lezioni di pianoforte, che la madre, un poco perché ella non aveva potuto perseguire il suo sogno, un poco per orgoglio, le aveva fatto seguire.
La lettura ed il riconoscimento dei suoni, questo era cio' che realmente adorava, quanto poteva essere armonioso un semplice La bemolle confrontato a qualunque ruvida nota di un principiante. Colui che tesseva questa ragnatela armoniosa doveva essere un bravo musicista, certo, poiché il suono basso, il dolce arrotondarsi delle note, l'armonia non erano freddi e ruvidi.
Poi... il silenzio...
Nulla più, il musicista aveva lasciato morire la musica, l'aveva per un attimo abbandonata alla sua essenza primaria: il silenzio...

Rimase immobile, ferita nella sua arroganza, nel suo orgoglio... Si guardò un'ultima volta le pallide mani, sorrise. Si. Ella non era altro che una peccatrice, e come tale doveva soffrire, sino alla sua morte... La morte? Sarebbe ella mai giunta dinanzi alle sue umili spoglie?
Lasciò che l'assenza di suoni penetrasse in lei, sino ad annullarne qualunque pensiero, per poi lasciarla vuota... come era sempre stata.

Un passo... un altro, forse era il musicista? Non lo sapeva, non volle voltarsi a vedere, le piaceva credere che potesse essere lui... che stupida!
Forse no, non erano rumori di passi, ma bensì di qualcos'altro, non sapeva ben distinguere, ma qualunque gesto l'altro stesse compiendo era sempre più vicino a lei, e cio' era l'unica cosa importante.
Era forse giunta l'ora di alzarsi e di vedere la realtà? No, ad Ayame piaceva sognare, le piaceva non sapere il vero, ma solo il desiderio. Non le piaceva rimaner delusa, e neppure rimaner sorpresa, lei viveva in un mondo prevedibile, dove ella era onnisciente, e perciò non vi erano pericoli né dolori... Eppure questo mondo era tutt'altro che prevedibile, ma alla vampira cio' non aggradava granché, bensì fosse conscia della dura verità.

Si alzò, era finito il tempo di piangersi addosso. Si volse ove il suono era nitido, ove la voce del vento portava un lieve odore del suo "compagno".
Attese. Prima o poi sarebbe arrivato.

Si abbassò il cappuccio, così da pararsi dal sole, ma in fondo fu anche un magro tentativo di celare, almeno in parte, il suo viso, al nuovo venuto.
Prese in mano la sua falce, posandone il manico a terra dolcemente, usandola infine come appoggio.
 
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view post Posted on 22/5/2010, 16:21
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Oh sì. Sì! E' la morte!
Quale fortuito caso l'ha portata tra le spoglie di quel deserto? L'uomo chiamato Scisma discende dalla rupe roccia dopo roccia; gradino dopo gradino. Aggraziato nei movimenti gli par ancora di odere la musica. La sua musica, ma stavolta non è jazz. Non è un malinconico blues né tantomeno un ritmo country. E' la dolce melodia classica, alla base di ogni altro suono e padrona di tutte le sinfonie di lì venute. E' sicuro di udire violoncelli, flauti, violini, arpe e persino un contrabbasso. Non ha idea di come si suona nemmeno uno di quegli strumenti, ma rivendica il suono di sua proprietà. La sua musica.
Rimane appeso con una mano ad una roccia, con il corpo penzolante verso il basso e sospira guardando il Tristo Mietitore fare leva sulla sua falce, lucida e vigorosa sulla luce del sole che lì batte forte.
E' morto? Forse saprebbe se é morto, ma non sente di esserlo. Magari è sprofondato troppo nel suo relax, fino a lasciare di sé solo una macchia su una roccia, corrosa dal sole e cotta a puntino in quella fornace a cielo aperto. Ma la cosa lo stuzzica, se è morto vuol dire che c'é da divertirsi ora in poi. Magari anche la Morte è uno degli Amici. Sì, non può che essere così.
Il pensiero razionale è, molto probabilmente, rimasto sui pendii della rupe o rinchiuso in un altro dei tre Scisma esistenti, quelli che porta gravidi sulle spalle. Le lune di un uomo. Ridacchia leggermente e lascia andare la presa, cadendo sulla sabbia bollente, di fronte e leggermente a sinistra della Morte. Tra loro ci sono almeno dodici metri di stacco, la cosiddetta "zona morta"? Che ironia, quale squallido senso del riso che può avere quell'infido fato, sempre che di fato si possa parlare. La vita è incredibile, il destino ci ripropone casualità su casualità che s'intersecano nell'immenso puzzle, o disegno, al quale partecipiamo; ma è molto semplice vederne il risvolto, per ora. Un uomo muore nel deserto, pochi sanno che è esistito e nessuno ne conosce la sorte, il Tristo Mietitore giunge con la sua falce per rivendicare l'anima di sua proprietà e condurla all'eterno, ma questi pare ancora aver la facoltà di scegliere quale strada possa avere ogni cosa. Potrebbe anche fuggire e cercare di rendersi un pasto piuttosto ostico da ingurgitare per Madama Morte, eppure sa bene quale sia la scelta più ovvia.
Quale meticolosa, splendida macchina è il destino.
Se il destino non esiste, forse dovrebbe.
Inclina di nuovo la testa e studia la sagoma della Morte. Pallida e dal volto apparentemente privo di ogni emozione, probabilmente mai esistite, probabilmente confinate in chissà quale baratro dell'anima. Un nero colore che la rivesta nella sua completezza ma difficilmente avvicinabile da quel gonniubio rosaceo che ne colora i capelli e alcune sfumature della pelle bianca e lucida. Gli occhi grandi e verdi sembrano voler attraversare ogni cosa, catturare l'oscurità dell'anima di ognuno di noi e farne scempio.
Gli torna in mente un casuale verso udito una volta a Ovest:

Getta uno sguardo freddo sulla vita e sulla morte. Cavaliere, prosegui il tuo cammino.

Ma parole ancor più cupe risuonano nell'aere, confondendosi con quell'aria umida di morte:

La corrente torbida di sangue è scatenata, ovunque. Il rito dell'innocenza è sommerso

Scisma, però, non da peso a parole che potrebbero benissimo privare d'ogni senso i suoi ultimi atti; per ora la curiosità ha la meglio e riposta lo sguardo in assetto. La musica continua ed il silenzio sotto di lei non si da pace. E' un'opera senza precedenti ma, contro ogni previsione, non è un requiem quello che ode.
Si fa roteare il bastone sulla mano per qualche secondo, infine lo ferma facendolo schioccare sul terreno ed alzando una sottile polvere di sabbia.
Si porta la sinistra sulla frontina del cilindro e lo toglie, inchinandosi teatralmente.
Madame...Ci si toglie il cappello Si rialza Il Dr. Ya'aqov La sua voce profonda riempie il silenzio che s'é colmato in quella landa, pare che d'ora in avanti l'intensità sarà destinata a crescere sensibilmente.
Lancia il cappello e bada bene a farselo riatterrare sul capo, infine le rivolge ancora la parola.
Dal colore della vostra pelle potrei pensare che siate qui in cerca di una facile abbronzatura, ma suppongo non sia il vero motivo della sua presenza; nevvero? Le sorride affabile, sebbene l'attraenza di quella donna è cadaverica e gli provoca una certa repulsione. Eppure un alone di fascino e mistero s'interseca su di lei, convogliando tutta la sua attenzione ai movimenti fluidi che possono scaturire dalla sua danza ma, soprattutto, dalla sua falce
 
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† Yuffie
view post Posted on 31/5/2010, 17:46




Quale strano e bizzarro essere era capitato ora sulla strada della vampira?
Non distolse mai lo sguardo da quella buffa figura, seguendone i gesti e le parole con estrema attenzione. Era incuriosita ed interessata, eppure qualcosa dentro di lei la spingeva ad ancorarsi alla sua diffidenza ormai troppo radicata nelle sue fredde membra.

E di stranezze ne aveva vedute ormai troppe, ma quest'uomo pareva contenerne in sè una quantità eccelsa!
Egli era come un pozzo d'acqua; dalla forma ben delineata, ma dalla profondità incerta, sconosciuta. Infatti se è possibile concepirne l'utilizzo e lo scopo è impossibile sapere se esso darà mai acqua al povero viandante assetato. Cosa nascondeva quella consueta figura umana sotto l'ingannevole aspetto?
Non volle farsi troppe domande, in fondo egli non era altro che una passeggera figura, solo l'ennesima persona inciampata nella sua inutile esistenza.

No, Ayame non era particolarmente affamata questa volta, eppure le dolorose ferite tardavano a guarire, come se il sole bruciasse lentamente le sue forze, costringendola a risparmiarne un quantitativo minimo necessario alla sopravvivenza.
Colui che aveva dinanzi non sarebbe divenuto preda... Non ancora!

Voi mi parlate di abbronzatura, ma non trovate inconsueto che io vaghi coperta di un così pesante mantello?

Il tetro viso fu come sfregiato da un pallido e macabro sorriso malinconico: sarcastica risposta alla domanda dell'uomo. Strano, già, quale inconsueta azione da parte della giovane fanciulla.

E qualcosa le scosse le membra, -ah! Divertente- una piacevole sensazione di pericolo ed instabilità. Nel suo lungo vagar ella mai sentii tanto bruciar dentro il suo petto tanta inquietudine, mai tanto rammarico... Il suo istinto la richiamava alla fuga, il suo intelletto le pregava di andarsene, ma ella no, non voleva. Ayame era folle... folle come non mai, e voleva rimanere là dove il cuore pareva premerle con tanto furore da renderla cieca dinanzi a tanta paura.

...E voi, gentil signore, cosa vi ha imprigionato in questa landa deserta? State per caso programmando di svolgere un concerto presso questo luogo fantasma?

Il suo era un chiaro riferimento alla melodia da poco udita proprio nella direzione dalla quale la curiosa figura era venuta. Ne era ormai certa:
Il musicista era dinanzi a lei!
 
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view post Posted on 31/5/2010, 20:22
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Lo sguardo di Scisma non desidera posarsi su altro per ora, la sua attenzione è totalmente catalizzata dalla Madama Morte a sé d'innanzi. Ma il suo sguardo non è ostile, è catturato come se stesse ammirando un pregiato quadro o un reperto in un museo. Ne studia tutta la figura con minuziosa precisione, cercando di non dar peso agli oscuri presagi che marciano nella sua testa ogni qual volta posa gli occhi sulla lucente falce.
Milady, il vostro colore e la vostra eleganza lasciano ben poco spazio all'immaginazione circa la sua identità risponde divertito e constatando che in effetti è quasi del tutto ricoperta da un manto oscuro, ma è un dettaglio di poco conto nella Morte; è il suo abito che non svanisce mai alla moda, né il suo classico fascino potrà mai appassire.
Infine sorride divertito e si muove rapido lanciandosi a terra in una verticale e reggendo tutto il corpo sul braccio destro poggiato a terra. Tuttavia il volto rimane rivolto verso l'alto, sia per scrutare Milady Morte sia per non far cadere il cappello.
Può esser tale un concerto senza plebe? Scambia le braccia, reggendosi con la sinistra ma gli riesce difficile equilibrare il peso rapidamente, gli occorre qualche istante.
Sì, io penso di sì. Musica è tale anche se solo una persona sta a sentirla...sono il pubblico della mia musica Non le lascia il tempo di rispondere che ancora cambia il braccio reggente, tornando al destro e tenendo le gambe alte.
Quanto a me... ora si spinge col braccio capitolando di nuovo in piedi ed esprimendo una sorta di orgoglio per l'atto appena compiuto, quasi lo stesse dedicando ad un pubblico immaginario. Ma non si lascia che pochi secondi di margine, s'avvicina rapidamente a lei lasciando solo un palmo tra i loro visi.
Regno sovrano in questo deserto senza popolo dice muovendo le braccia elegantemente, come mostrandole quel luogo straripante di morte e desolazione Quale posto più affascinante, Milady Morte, se non dove nessuno osa, per contemplare in assoluta solitudine il proprio ruolo nel mondo? Riporta gli occhi concentrati sui suoi E io ho un grande ruolo sapete? Gli Amici mi hanno parlato dice con un entusiasmo che pare incontenibile.
Ed è vero. Gli Amici gli hanno parlato, più e più volte. Lui è il loro messia, il messaggiero più fidato, l'unico degno di poter aprire gli occhi sulla vera natura dell'esistenza. Lui ha potuto ammirare la luce, non quella di una stella ma una assai più foglorante che accecherebbe chiunque altro. Ma non Scisma Ya'aqov. Lui ora sa, conosce, ha imparato. Lui è l'eletto, colui che riscoprirà la magia dell'uomo e la farà rifiorire in un mondo oscurato da incertezza e fede pagana. Gli Amici gli indicheranno la via, è solo questione di tempo.
O...
forse...?
Che Madama Morte sia il primo tassello della via?
Potrebbe essere? Sì, potrebbe essere.
Molto intrigante.
Ora Scisma abbassa gli occhi, sembra che abbiano visto qualcosa che cattura tutta la loro attenzione. Riporta lo sguardo incontro alla ragazza e fa un passo indietro. Infine le s'inchina davanti porgendole la mano come se volesse prendere la sua e baciarla galantemente; ma il motivo è un tantino diverso.
Il Dr. Ya'aqov, maestro di magia, per servirla. Posso leggerle la mano Milady?
 
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† Yuffie
view post Posted on 10/6/2010, 18:34




Bizzarro, si davvero molto bizzarro.
Nel lento incresparsi dei minuti, pian piano ch'essi svanivano mangiati dal vento, colui che ora, interlocutore di Ayame, pareva aumentar il grado di follia.
Forse questo accadde perchè la giovane vampira non aveva mai veduto essere così bizzarro, sì. Di folli ne aveva veduti, molti e diversi, eppur egli non poteva essere definito "folle" ma bensì "strano".
Sospeso in una verticale, mantenutosi solo con la forza di un braccio, parlava!
Incredula, ma divertita, da tale scena non potè tralasciare quanto potesse esserne invece indifferente l'uomo dinanzi a se; egli pareva noncurante della sua postura così innaturale, e di certo Ayame non se ne sarebbe stupita. Eppur, dentro sè, era divertita.
Nel vitreo sguardo della donna non vi è spazio che per lo strano interlocutore, che ora si mantiene in equilibrio con il braccio destro, ora col sinistro, perdendo goffamente il controllo per qualche istante.

Le parole scorrono veloci, colui che vige su Ayame pare non lasciarle alcuna scelta: Si, ella deve ascoltare... poi, forse parlerà.
Un piccolo balzo, emblema della forza presente nelle braccia della strana figura, lo riporta "umanamente" eretto dinanzi a lei.
Egli le è vicino, troppo vicino, ella ne sente l'odore, l'inebriante calore del sangue, che ne irrora la pelle. Dio, quanto desiderava averne un poco per se, egli solo lo sapeva!
Mentre l'uomo continua il suo discorso ella si perdeva nell'orgia di pensieri ed emozioni ambivalenti tra loro...
Ed egli parla, le parole escono come un fiume in piena, la immergono sino a non lasciarla respirare, annegandola lentamente, persa ormai in un labirinto di pensieri...
L'uomo parve vaneggiare quasi inconsapevolmente, parlando di amici i quali gli avevano parlato, parlato di un grande ruolo il quale egli parve ricoprire...

Fuggito ormai, quello squallido profumo, parve dileguarsi come una giovane fanciulla innamorata, pretenziosa di attenzioni, voluttuosa di essere cercata. Ed Ayame ne segui la, quasi ormai, invisibile scia, titubante sulle masso da svolgersi d'ora innanzi!
Prima ancor che ella possa decidere egli, il Dr. Ya'aqov, le porge la mano.
Ya'aqov, dunque era questo il nome di costui, della bizzarra creatura, beffeggiante dinanzi a cio' che è etico o morale, scherno della civiltà. Forse non era poi così male, quest'umano!

Dunque a voi cedo il mio destino in questo infausto giorno? E sia!

Ayame non sapeva, no, ella non sapeva per quale assurdo e masochistico motivo si fosse così avvicinata e fidata di quell'uomo appena incontrato. Fatto sta che gli porse la mano e tutto il resto andava morendo lentamente. La sua attenzione era solo per Ya'aqov, al diavolo il resto!

 
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view post Posted on 10/6/2010, 19:55
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Sorride. Sorride veramente.
Lei gli ha porto la mano, quale grande onore poter leggere le righe della Morte in persona. Ma è davvero la Morte? Sì? No? E' importante?
Forse non lo è davvero, ma se così non fosse...dovrebbe esserlo.
Ma perché Scisma, o meglio il Dr.Ya'aqov, si lascia trasportare da futili pensieri che non fanno altro che intorpidire il disegno di cui fa parte? Perché è così che vive. Ecco perché.
La vita è. Scisma vive.
E questo è tutto.
Non si rialza, resta chinato su un ginocchio e afferra saldamente la mano della Morte con la sinistra. Passa qualche istante, quello che intervalla un battito di ciglia, a valutarne silenziosamente la consistenza, la misura e la temperatura. Gelida, non promette nulla di buono. Scisma sorride.
Ma d'altra parte era ovvio che la mano sarebbe stata fredda come l'acciaio, doveva essere così. Dopotutto se fosse stata calda e amichevole avrebbe già agito diversamente. Inizia a schioccare le dita della mano destra, come cercando di seguire un certo ritmo. Inspira profondamente e aspetta che la sua ancora sensoriale faccia perno sulla sua anima. Uno dei tanti esercizi compiuti dal maestro di magia Scisma Ya'aqov è appunto quello di riuscire a controllare le proprie sensazioni. Benché sia convinto che non esista una sensazione categoricamente "buona" o una "cattiva" è certo che imparare a controllare quelle sensazioni che danno l'impressione di benessere sia un gran vantaggio nella propria esistenza. Così hanno detto gli Amici. Così lui si confà.
La sua ancora sensoriale non è altro che l'evocazione interna di una particolare sensazione, una sensazione positiva che gli consenta di evitare inutili agitazioni e quelle pacchiane reazioni che sfociano in rabbia e violenza. Una volta gli serviva più tempo per entrare in quello stato, era necessario che lui si ricollegasse ad un determinato episodio piacevole della sua vita, ma ora è perfettamente capace di autoconvincersi di star provando un certo stato emotivo, e tutto il resto del corpo agisce di conseguenza. Per questo è sempre a suo agio, le spalle rilassate all'indietro, il respiro regolare e lo sguardo curioso.
Certo, gli stessi concetti di "giusto" e "sbagliato" sono fattori relativi. E comunque lo "sbagliato" è tale solo se si viene scoperti. A quella considerazione il suo sorriso s'allarga.
E così è pure per le sensazioni. Non esistono sensazioni catalogabili in bene e male, la sensazione è neutra, pura ed ogni esperienza ce ne regala di eccitanti, esplosive, galvanizzanti. Siamo noi a scegliere. Sì.
L'autoconvincimento è tra le forze più potenti del creato.
Scisma agisce così. Accetta ogni sensazione per quel che è, ma non oggi. Non ora. Ora lui si controlla, anche se freme dall'eccitazione.
Sono passati circa dodici secondi da quando ha preso la mano della ragazza. La sua ancora sensoriale ha fatto breccia già sette secondi fa, ma lui non ha smesso di battere il ritmo. Ora si ferma e con la destra apre lentamente la mano di lei studiandone le linee. Quella gelida morsa non si è attenuata con il contatto fisico, e nemmeno il calore che, per definizione, regna nel deserto. E' come se quel corpo fosse in grado di dissipare gli aumenti di temperatura, indipendentemente dalle condizioni esterne. Di certo quella donna non sa che farsene di una stufa a legna.
Ora l'attenzione del Dr.Ya'aqov è totalmente focalizzata sul palmo, sul suo colore e sulle righe che lo disegnano. Lo scruta come se non esistesse niente altro, niente. Né il deserto né la musica né la donna stessa.
Infine espira.
Ha tratto le sue conclusioni.
La linea della vita...
Si rialza lentamente, prima la testa, lo sguardo, poi il resto del corpo. I suoi occhi sono di nuovo d'innanzi ai suoi. Un soffio li divide.
La linea della vita è finita molto tempo fa...
Sorride più che mai.
Ha uno schema da seguire: passato, presente e futuro.
Adesso siete in uno stato di limbo, una vera tortura per chi ama i contatti umani ma sareste in questo deserto se così fosse? Domanda retorica No, non credo.
Il vostro cuore è cupo, così nero che a stento lo si può scorgere. Ma la vostra anima invece?

Le lascia la mano e inizia a ridere. Non sta ridendo di lei. Non sta ridendo con lei. E' felice e basta.
Euforico, oserebbe dire.
Ah Milady Morte, quante anime si sono contorte in quella gelida stretta che è il vostro tocco? Il suo riso è partito basso, poi sale di un ottava e infine si rilassa di nuovo sino a spegnersi così com'é arrivato. La sua voce è bassa, profonda, suadente e, alle volte, seducente. Ma la sua risata è ancora molto simile a quella di un ragazzino sui quattordici, quindici anni. Esattamente nell'età del cambiamento della voce.
Non è cosa che lo imbarazza.
L'imbarazzo è questione di scelta.
Si piega leggermente sulle gambe e gira intorno alla ragazza, come se stesse ballando, muovendo il bastone al suo ritmo immaginario e continuando a parlare. Deve comprarsi un'armonica.
Ma nel futuro, lo sa che c'é? Questa non è una domanda retorica. No, non lo è.
Le si ferma alle spalle, portandosi accanto al suo orecchio e trasformando la sua voce in un sussurro.
Volete saperlo, Milady? E' nel futuro che riponiamo le nostre speranze...è pronta per saperlo?

Edited by Baron Samedi - 11/6/2010, 00:01
 
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† Yuffie
view post Posted on 15/6/2010, 14:30




La linea della vita...
Si, più volte aveva sentito parlare di tali blasfemie, di gente che, pur essendo solo poveri rinnegati dalla società, avevano il "dono" di leggere passato, presente, e, perchè no? Anche futuro.
Ayame però non riteneva eretico colui che vantava tali qualità, anzi, forse credeva maggiormente a codeste sciocchezze piuttosto che ad un Dio in cielo...
In fondo come poteva, un essere maledetto quale se stessa, non credere in un entità o meglio, in uno spirito, onnisciente ed onnipresente?
Che la sua fosse una vecchia maledizione pagana, oppure una folle beffa di un Dio, Ayame credeva, ben ancora non sapeva in cosa... Ma ella credeva, ed era forse questa fede a farla ancora camminare...

Caddero i pensieri, si, era tempo di abbattere il muro.
Ed Ayame lo lasciò cadere.
Un sordo rumore, il dolore delle schegge conficcate nelle carni dell'animo della vampira. Doveva smettere di piangere la sua trista figura.
E smise... Sollevò il capo, che sino ad allora era rimasto concentrato sulla sua stessa mano... e... su quel tiepido tocco... Così piacevole.
Guardò gli occhi del folle, così in profondità, da rendere quella pazzia così tangibile... forse... forse se solo l'avesse potuta toccare. Chissà quali ambigue conseguenze ne sarebbero derivate?

La mano fu lasciata, cadde, come morta, e dondolò nell'aria sino a che no nsi fermò, lunga e distesa, seguendo il braccio, sul fianco di Ayame...
Forse fu proprio colpa di quella risata... Perse l'essenza di se... per un attimo, un fugace istante. Ayame non era più Ayame. Ora era smarrita dietro i resti del muro...
Quale peggior condizione, se non quella di essere abbandonata ai suoi simili?
Ayame aveva peccato. Si, nessuno prima d'ora, come lei, aveva meritato la peggiore delle condanne. E per la sofferenza causata a coloro che amava, e per il suo sadismo, ella meritava di essere uccisa. Si, uccisa nello spirito.
Abbattete il muro!
La voce sbatteva nella sua mente, picchiando in ogni angolo della sua testa, facendole male, un male incurabile, invisibile...
Aveva mostrato la sua paura...
Il muro... non c'era più...

Sentì un forte dolore al petto, come se una forza maggiore la trascinasse con incredibile forza dentro il suo vecchio corpo, distruggendone ogni ricordo.
Ferite intangibili... dentro di lei.
Ora le parole del Dr. Ya'aqov era nitide, e potevano essere realmente decifrate entro l'oscuro labirinto della donna. Era tornata nel mondo mortale. In quello squallido luogo di pena ed infamia. Era scossa, ma non abbattuta, fredda sì, ma non insensibile. Era tornata. Ora doveva solo controllare la sua follia... Non doveva cadere nuovamente in quello strano mondo... L'altro mondo...

Il futuro non è altro che l'elaborato di mille scelte presenti. Esso varia, per ogni scelta, per ogni errore. Cosa le fa credere che il mio futuro sia delineato in quest'unico momento?
E se un domani io scegliessi la via di destra, anzichè la sinistra?


Non cercava risposta, infatti non diede all'uomo il tempo di rispondere, subito, dopo una breve pausa per schiarirsi le idee, rispose.
In fondo cio' che aveva appena detto non era altro che un pensiero, un leggiadro ricordo della sua umanità.
Ma morì presto.

Eppur, nonostante cio', si, desidero sapere cosa c'è inciso ormai nella vostra mente, a riguardo mio.
Nonostante le speranze mie siano morte già in un lontano passato, posso considerarmi pronta, pronta per sapere...
 
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view post Posted on 15/6/2010, 16:14
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Adoro giocare pulito. Ma sono troppo bravo a barare

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E Ya'aqov sposta la testa da una spalla della donna all'altra. Non si poggia su di lei, no di certo, ma le resta accanto come uno spirito che le aleggia intorno. Un angelo. Un demone.
Ma Scisma non si ritiene nessuna di queste aleggianti creature della mente, che coronano solamente i nostri pensieri più infidi. E' convinto che l'uomo sia l'artefice di un destino meraviglioso, unico, assuefaccente. Ma questo destino è scelto dagli Amici.
E' libero arbitrio, che sia chiaro; ma è influenzato da quelle entità, le uniche secondo Scisma, che escondo dalla mente e dal cuore per trovare il proprio ruolo nella realtà. Quella tiepida, insulsa, affascinante, a dir poco patetica ma eccitante realtà.
E quell'attimo...
Già...quell'attimo pensa Scisma. Ma quell'attimo non è ancora giunto.
Scaccia via un pensiero furente dalle membra del suo cervello e ascolta la voce profonda della donna. Ne ha sentite di molto più intense e sonoramente piacevoli, ma questa è tranquilla, pacata, come un piccolo ruscello dalla profondità ben maggiore dell'oceano. Ma Scisma Ya'aqov non si perde d'animo. Una vita è in pericolo...la sua.
Sussurra ancora una volta all'orecchio di lei, stavolta quello sinistro. La voce di lei può essere suadente, ma quella di Scisma è più profonda, bassa ed il tono si confonde tra l'illuminato ed il rilassato.
E' per ragion di causa, Milady, che il futuro si riflette in noi si sposta sull'altro orecchio.
Destra... e ora torna al sinistro O sinistra? Quali profonde scelte possiamo architettare e quali strade possiamo intraprendere. Ma il risultato è scontato? Una domanda che richiede risposta, ma Scisma in realtà non è così ansioso di conoscerla. Gli Amici hanno tutte le risposte, se volesse davvero saperlo lo chiederebbe a loro.
Infine torna all'accettazione della Morte al futuro che lui le può rivelare. Sorride. Sembra che non sappia fare altro. Ma è una comune espressione di felicità e Scisma nella sua luna crescente è sempre felice, perché si sente al centro del mondo.
"Il mondo non gira intorno a te" Sì, ne ha sentito parlare di quel pacchiano modo di dire. Ma ogni eccezione ha la sua regola e Scisma è l'eccezione di ogni regola.
La legge umana non ha giurisdizione in lui perché non esiste creatura che marci sul terreno gelido o caldo che sia che possa dirgli cosa può o non può fare. Semmai è lui a dirlo, non così apertamente, certo, ma quando gli serve sa come trasformare anche la più intensa personalità in una marionetta da maneggiare a proprio piacere.
Oh, somma abilità del carisma.
E non è nato con questo dono, oh no. Lui l'ha acquisito.
Ma torniamo al presente...o meglio, al futuro.
Il suo respiro è lento e regolare, sembra che stia pensando se rivelare tutto d'un fiato ciò che ha letto nella mano di lei oppure giocare ancora un po' con frasi senza termine ed espressioni enigmistiche. L'idea lo stuzzica. Lo spettacolo sarebbe molto gratificante.
Ma, ahimé, vi è una legge di vita alla quale niente e nessuno potrà mai sottrarsi. Non è una vera regola, è un bisogno. Un sostentamento. Sopravvivenza.
Il vostro futuro... comincia con tono eccitato, parlando lentamente. Lascia che la frase resti sospesa un momento e permette al suo fiato caldo di toccarla appena.
Infine si sposta da lei e, con una capriola, le si riporta davanti, in ginocchio, con una mano protesa e le dita che si muovono lentamente avanti e indietro, come invitando qualcosa.
...costa 40 Marchi Scisma l'affarista. Scisma il negoziatore.
Ma è davvero in denaro che si riduce tutta la faccenda?
Sorpresa sorpresa
 
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† Yuffie
view post Posted on 17/6/2010, 18:56




Vile denaro...

Un bisbiglio freddo, morente. Forse persino muto.
Dunque tali superficiali propositi davano man forte a codesto uomo?
Bhe, che dire? Non era certo insolito. Ayame sapeva, o meglio ancora; riconosceva, gli umani come creature egoistiche ed approfittatrici, dalle sole losche intenzioni. Eppur, talora, aveva incontrato magnanime anima, pie al peccato, scarne nello spirito, da desideri materiali.
Il suo futuro era dunque dipinto in tali irrisorie cifre? Un numero può forse mutare e mostrare su pergamena simboli e verità a lei collegate? Se così era -e certamente solo così poteva esser- ella non voleva sapere. Prima o poi tal destina si sarebbe cicatrizzato sulle sue nude carni, macchiandola di peccati velati, orrori funesti. Ma ancor no, ancor non era tempo di conoscere.

Sorrise pigramente, quasi ansante, mosse pochi passi verso l'uomo, e ne scostò delicatamente la mano. Impose il suo sguardo, vigile, eppur vitreo, annebbiato da ormai logori ricordi, sul dottor a lei dinanzi, egli così ambiguamente flesso al suolo.

Comicamente pare che il misterioso signor Destino voglia tenermi nell'ignoranza più completa... E da tal ignorante, continuerò a vivere. Il futuro? Pare che, nonchè involontariamente, priva o poi sveli il suo corso, e qualora fosse astioso verso la mia penosa figura, pare che io debba agire nell’incompleta conoscenza del "poi"...
Il "poi" è relativamente un "ora" che ancora deve schiudere i suoi petali e fiorire, nel bel giardino del tempo... Ma prima o poi germoglierà, e la pigmentata croma avanzerà maestosa e arroganza verso il cielo...


Quando mai, prima d'oggi ella aveva così serenamente parlato? Non rammentava. No. Davvero, ella non poteva ricordare una simil cosa, accaduta forse decenni fa...
Retrocesse senza volgere il capo, sempre stretta nel suo manto, aggrappata alla silenziosa compagna -la falce-. Guardò un'ultima volta l'uomo prima di volgersi interamente.

Pare che io debba ritirarmi...

E s'incamminò...
Mai lande desolate furono così silenziose attorno a lei. Mai il cielo le parve così cupo e triste da voler in cor suo piangere di una pioggia furiosa... Forse Ayame si aspettava di esser bloccata, nel suo cammino, dallo sconosciuto appena veduto e salutato.
Ma in fondo, neppur ella sapeva cosa desiderava realmente...
Chissà...
 
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view post Posted on 19/6/2010, 13:52
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Scisma fissa il terreno. Mentre la donna gli è davanti e parla la sua mente vaga altrove. La sente, ma non ascolta. Sta ragionando su un dettaglio molto importante. Le ombre.
La donna che gli sta parlando non è la Morte, ora lo sa. Sperava che il vil denaro potesse mettere a nudo la sua identità, ma è bastato anche meno. Guardando a terra ha visto la sua ombra, la Morte non ha ombra. Lo Psicopompo in cui riveste le sue mortali spoglie è comunque etereo e superiore alla maggior parte delle tendenze comunemente umane. Ergo, come è possibile che sia materialmente presente? No, non è possibile.
Lo sguardo di Scisma si stringe, gli occhi, uno marrone e l'altro azzurro, si fermano sul dettaglio avvertendo il cambio di tutto ciò. Non gli piace quando le cose girando attorno ad uno stesso dettaglio tornano immediatamente al loro fattore di origine. Lo irrita il sapere di non aver davanti la Morte.
La sua mente galoppa in cerca dell'identità di lei e non ci vuole molto per giungere alla conclusione di aver davanti una vampira.
L'aria ora si volta ad est, ed il Dr.Ya'aqov percepisce come ogni cosa stia voltandosi verso est. Anche lui deve seguire quel disegno. Il suo disegno.
Si porta la sinistra sulla cercando con i polpastrelli un punto particolare, unico. Proprio alla destra della terza vertebra cervicale, e preme con forza.
Il sorriso svanisce, il respiro si ferma per un istante. Il silenzio non regna più sovrano.

Scisma Ya'aqov-Luna nuova

L'uomo che non risponde più ad alcun nome si alza in piedi, fissando la donna anzi sé con un indifferenza che rasenta il disprezzo. Ne studia i lineamenti del volto senza far alcuno sforzo per trattenere un'espressione di disgusto. Tuttavia non sembra nervoso, è perfettamente rilassato, conscio della situazione e controllato. Il tono di voce sé abbassato ulteriormente, parla sforzando il diaframma facendo sì che la sua voce risuoni con forza nonostante il tono rimanga pacato.
Tuttavia non dice nulla. Un silenzio vale più di mille parole? Non saprebbe dirlo, ma di certo sa che le due paroline che gli ronzano in testa ora possono perfettamente essere intrinseche in quel silenzio. Specie quando guarda in quel modo.
Infine sospira e si stringe nelle spalle andando a distendersi su una roccia ai piedi del burrone dal quale si è calato poco prima.
Estrae il saxofono e riprende il suo solfeggio.
La luna nuova è sorta
 
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† Yuffie
view post Posted on 22/7/2010, 19:04




Nessun rumore -se non quello del vento- turbava quel silenzio, velato di mille significati... Nemmeno il respiro della vampira... Già, nemmeno i suoi passi... così leggeri e stanchi. Avanzava, e non si sarebbe fermata.
Fin'ora la confusione dei suoi pensieri non aveva fatto altro che picchiarle la testa con tale forza da farle male, da assordirla. Ma ora, ora i pensieri scemavano proprio come sabbia portata via dal vento...

Lo strano incontro da poco avuto l'aveva turbata, esaltata, scoraggiata, rallegrata e persino cambiata... Un'orgia di sentimenti contrastanti. Ed il profumo intriso di mistero e silenzio ormai non era che un effimero ricordo... A breve sarebbe svanito nella nebbia del suo dolore nero come la pece.
Camminava, e cio' era l'unico pensiero che ancor voleva ascoltare.
Un passo, due... tre, e ancora la sua mente non era sgombra!
Quattro, cinque... sei... ancora dubbi... ancora paure...

No.
Basta domande!
Basta risposte vaghe!
Il vuoto stava penetrando anche dentro il suo corpo, sino alle carni... sino alle ossa. Il vuoto che ora le abbracciava la mente. Si, questa era una gradevole sensazione. E concentrata solo sul suo cammino ella vagava, ignara ancora della vita da seguire. Eppur ella parve convinta, ogni passo, ogni svolta. Chissà ove sarebbe giunta? Non volle chiederselo, e anche il solo vago accenno di tale domanda veniva ucciso dalla sua follia furiosa. Che sia solo stanca? Stanca di andare avanti in questo modo?
Ma cosa cerca realmente?

Nelle mani stringeva la sua falce... Unica compagna, unica amica... Un futile oggetto, troppo ingombrante per nascondere la sua identità, troppo leggera per proteggerla realmente, troppo tagliente per abbracciarla nel momento del bisogno... Troppo tetra per rallegrare le sue offuscate giornate di tristezza. Eppure rimaneva al suo fianco.
Perchè?
Oh... ahimè nemmeno Ayame lo sapeva.
La stringeva con cura tra le sue mani, e nemmeno ne ricordava più il vero motivo. Già... il vero motivo. Quel'era?
Basta! Basta domande! Doveva svuotare la mente ancor più radicalmente, ancor più a fondo, sino all'annullazione di se stessa. Almeno per ora... doveva farlo. Poi, un giorno, i sentimenti sarebbero tutti ritornati a lei, sbattendola a terra con tutte le loro domande senza senso... Le avrebbe fatto male. I suoi sentimenti erano come una bomba inesplosa... All'apparenza innocua, ma pronta invece a scoppiare da un momento all'altro... creando centinai e centinaia di vittime... E le vittime qui, erano la sanità mentale e fisica della giovane.

La strinse un'ultima -la logora falce- volta con ambe le mani poi la lasciò cadere tenendola sul fondo del manico con una solo mano stanca, trascinandola sul suolo e così lasciando dietro di lei una lieve traccia solcata nelle sabbie del tempo...

Si abbassò un'ultima volta il cappuccio in viso e poi, alzando il volto al cielo sorrise.



[/OT Aggiungi questo codice in un nuovo post nella tua scheda.
Ricorda infine di modificare i dati della tua scheda asseconda del punteggio ricevuto (seguendo il regolamento) e di linkare questa discussione o in un nuovo post della scheda o nel post principale della scheda sotto la voce che ti aggrada.

CODICE
[color=red]Addestramento concluso
Maestro: Ayame Missing
2400 EXP[/color]


Se lo desideri puoi rispondere un'ultima volta per terminare l'addestramento. Così da dargli un finale anche da parte tua, se invece non t'interessa puoi finirlo così. /OT]
 
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12 replies since 18/5/2010, 18:37   92 views
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