Come cenere nel vento

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view post Posted on 17/9/2010, 21:45
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Adoro giocare pulito. Ma sono troppo bravo a barare

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Scisma Ya'aqov-Luna Calante

E' come cenere nel vento che egli si muove, sinuso ed elegante, al passo di un ritmo che solo lui può sentire. Quell'uomo oggi ha deciso che risponderà ad un solo nome, solo che ancora non ha scelto quale. Prova a sforzarsi di ricordare quale fosse quello originale, ma muti versi di parole lasciate al vento si perdono nella sua mente, vanneggiando su chissà quale titolo nobiliare potesse portare quando ancora non aveva conosciuto Gli Amici. Solo un nome risuona nella sua mente, ed è il nome con il quale è stato chiamato da non pochi negli ultimi anni. Il suo nuovo nome, il suo unico nome, tutti gli altri, anche quello con cui è stato battezzato sotto al sole cocente, sono fasulli.
Ma oggi, ha intenzione di mascherarsi ancora, tramutare la sua natura in una nuova sagoma, come creta molle e malleabile che plasmerà a seconda del suo volere. Questa è la vita. Questa è la sua vita.
Assoluta libertà, totale controllo di sé stessi, un potere che va oltre il concetto umano. Per lui uomini e donne per quanto possano essere originali nel loro grossolano essere sono ineluttabilmente condannati ad una vita falsa, ipocrita, fasulla. Libertà, chiedono, ma la vogliono davvero?
Questo è uno dei tanti aspetti di quell'uomo, lui sa bene che per avere qualcosa basta volerla, ma volerla davvero. E tutti coloro che vivono ai margini della sua euforia non vogliono davvero libertà e ricchezza. Altrimenti l'avrebbero, come l'ha lui.
E' in cammino da qualche giorno oramai ma il caldo che schianta al suolo e proietta le ombre non lo disturba affatto. Lui d'altra parte è un rettile, un camaleonte. Capace di mutare come gli pare e piace, capace di affascinare, sedurre, irritare, spaventare, persuadere, ingannare, odiare chiunque. Nessuna limitazione alla sua volontà.
La città appare scarna ed inospitale, ma lui cammina per la strada principale con passo di danza sinuoso, quasi una scossa lieve e soave gli serpeggiasse per il corpo, costringendo ogni arto ad sequenziale, ma elegante, movimento.
E' pieno pomeriggio, le ore più calde sono oramai tramontate all'orizzonte di un nuovo giorno ma la siccità si avverte ai margini della gola, richiamando a sé un dolce sapore d'acqua cristallina. Lui però decide di non averne bisogno. Così vuole, così è.
E' questo il segreto del potere. Non mera magia, non meri poteri, non forza, non inganno, ma volere. Volere è potere si dice? Sì, è proprio così. Lui può decidere ciò che vuole, può decidere di essere felice quando vuole, può decidere quando avere sete, nessuno può mutare questo in lui. Solamente lui stesso è artefice delle sue sensazioni e nessuno è in grado di variarle. E tutti gli stolti cercano la forza al di fuori di loro, cercano vendetta, usano cattiveria oppure cercano di ottenere un certo carisma chiudendosi in sé stessi e fingendo che il parere del mondo non li tocchi. Quell'uomo, però, ben sa che son solo manifestazioni di patetico autocompiacimento, uno spettacolo ben inscenato e posato avanti agli occhi di un mondo indifferente solo per ottenere il plauso.
Ma non lui.
Non lui.
Sotto il sole cocente si muove ed è cenere nel vento quella che porta. Gli Amici presto gli parleranno, oh sì. Di certo vogliono rivelargli quanto è realmente accaduto nel deserto, quale misterioso volto si celava dietro a quello di Madama Morte. Loro di sicuro gli riveleranno tutta l'eccezionalità di quell'incontro, e sarà molto interessante svelarne ogni ombra.
Come cenere nel vento, lui danza per la strada e cammina al contempo, canticchia sottovoce un ritmo improvvisato.
Arriva la Morte. La Morte, la Morte. La Morte vigliacca, la morte carogna, la Morte che ha il muso di un topo di fogna. La Morte elegante, la Morte infame, la Morte che viene a lenire ogni male. La Morte oscura, la Morte lucente, la Morte, la Morte, la Morte splendente.
E tu sarai il primo, come vuol la sorte, a ballare con lei la danza della Morte

Era un allegro motivetto, malgrado le sue parole, dedito all'onore di quella dama oscura che pochi giorni addietro aveva increspato la nuda quiete del suo vagare tra la sabbia.
La Morte ha danzato, la Morte gloriosa, la Morte benigna, la Morte tua sposa
 
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Aascaroth
view post Posted on 5/10/2010, 22:06




Era in viaggio già da parecchi giorni e il treno sembrava non dover arrivare mai a destinazione.
Lasciate alle spalle le dorate mura della bella città, il giovane Lord si andava dirigendo verso le sperdute terre del Sud... in cerca di niente, senza curiosità alcuna...semplicemente perché voleva andare a Sud.
Diamine, però faceva caldo in quel posto. Le prosperose terre del centro, coperte da città maestose e lunghi vigneti stava rapidamente scomparendo, andandosi a fondere con un devastato paesaggio desertico.
Le piccole collinette erbose avevano lasciato spazio a grandi dune ondose, e la splendente stella che illuminava a giorno le tenebre, andava lentamente sparendo, mescolandosi con una seconda fonte di luce più rossa e debole ma esageratamente più cocente.

Davanti a lui, in quel piccolo abitacolo in legno di frassino, vi era seduta un’anziana signora in veste scura;
Il volto protetto da un organza di sottile seta bruna ne lasciava intravedere le rugosità ben marcate, il resto del corpo era invece infagottato da numerosi strati di vesti in varie stoffe: dal velluto al raso più fine, dal broccato damascato al tweed con tessuti motivi geometrici. Per tutto il viaggio ella non emise fiato, eccezione fatta per quelle rare volte in cui il treno rallentava per guasti improvvisi oppure il vagone sbandava, costringendola così ad emettere gemiti contrariati.

Eccolafinalmente, l’ultima fermata della carrozza.

Il paese era triste, desolato, e ciò provocò nel lord un senso di odiosa nostalgia per le strade formicolanti nel mercato del centro città, tra la banca ed il fornaio...poco distante dalla sarta Mme Pedot.
Amava quei mercoledì di svago tra le bancarelle colorate, anche se mai si sarebbe abbassato a comprare quella merce di così scarso Gusto.

Ma ora, in quel luogo così vuoto e senza vita, egli si sentiva solo e mille e mille volte desiderò di incontrare un piccolo mercatino...ma non vi era nessuno..
.nessuno a parte...eccola...
Si, si, non era impazzito: aveva sentito una voce cantare...non capiva le parole poiché troppo basse, ma aveva sentito una voce...



Edited by Aascaroth - 6/10/2010, 18:44
 
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view post Posted on 6/10/2010, 20:15
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Ma d'altra parte cos'é un sorriso? Forse un tenero assaggio del Paradiso? Ma è lei che recide il tuo canto, la Morte, la Morte, la Morte...
La danza s'arresta. Le parole muoiono. La salvina di silenzio gli crolla addosso mentre l'uomo senza nome rimane immobile in una posa quanto mai curiosa. Il suo volto è l'espressione di una profonda riflessione, un pensiero mero e villano che approfondisce il concetto dentro sé stesso. Sa che è importante.
Cosa fa rima con canto?
Il suo concetto di importanza è molto fuorivante.
Vanto? Si chiede.
Manto?
Santo?
No. Lui non sta improvvisando una ballata folk per il piacere lussurioso di orecchie indiscrete, egli compone per sé stesso. Ed è assai azzardato come cerchi in ogni minimo frangente di ottenere una puntigliosa perfezione che si amalgami per bene con il resto dell'opera. Perfetta anch'essa.
Le parole riprendono come un fiume in piena quando la voce ispirante di una dama senza volto gli sussurra all'orecchio.
...La Morte il tuo cancro però il tono è poco convinto. Faceva schifo.
Ma non si perde d'animo né di tono colui il quale nome non è stato ancora deciso; anche la perfezione è un soggettivo concetto di astrattezza. E comunque non crede più che sia così importante.
Il calore si fa più arido ma l'umidità è mancante, questo asseconda i suoi movimenti, riproiettati in una lunga ombra sul manto di sabbia ai suoi piedi. Ah quanto ama stare a vedere le voluminose acrobatiche evoluzioni che può far apparire con l'inchiostro della sua sagoma su qualunque superfice. E' capace di riprodurre serpenti, cani, gatti, aquile, scorpioni. E' un'artista dell'ombra. E l'ombra è un illusione.
E' un illusionista.
Compiaciuto da quella conclusione cambia anche il suo modo di muoversi, da un sinuoso ma lento cammino plagiato alle movenze dei rettili striscianti passa ora a qualcosa di un po' più piacevole, una ballata country che vorrebbe assai accompagnare con il piacevole rumore prodotto dal fiato dentro un'armonica. Non ne ha mai usata una in vita sua, ma è perfettamente consapevole che, se la prendesse in mano, saprebbe guidare la sua musica verso la più piacevole delle intonazioni. L'ispirazione è una musa dal dolce bacio. Tuttavia pensa che quello strumento, fine a sé per sé non possa donargli la soddisfazione che attende. Ci vorrebbe qualcos'altro, magari scambiare i suoi eleganti vestiti di polvere e stoffa con qualcosa più alla mano con l'ispirazione corrente. Ecco. Magari un giubbotto con le frange, stivali con gli speroni e un buon liquore alla mano.
Sì, sarà un ottima giornata.
Mentre fantastica sui come e sui perché, l'uomo senza nome non s'accorge del passo lento di una carrozza in moto uniformemente decelerato. E come potrebbe? Tant'é preso da quelli che molti definirebbero "pensieri" che nemmeno se la luce della stella s'eclissasse riuscirebbe a dissuaderlo dalla sua estasi creativa. Sa che a breve si fermerà e l'ispirazione prenderà un nuovo tono, accompagnata dalle tenere note del suo sax. Che strumento noioso.
Vuole un'armonica.
Ma d'altra parte s'accontenterà di stringere alla bocca anche una robusta aspirata del calumet nel suo zaino, l'importante nella vita è sapersi accontentare.
Accontentarsi è per i patetici idioti.
Quando infine alla sua vista si scorge la sagoma scura della carrozza egli ancora non s'accorge della presenza di alcunché. Non vede la strada, non vede la sabbia, non vede la città. Quando è così diventa un essere passivo nel mondo, che nemmeno si accorge d'essere vivo. Ed è la sensazione che prova nel ritornare con la mente alle sue carni spoglie che lo fa davvero sentire vivo.
La vita è.
Egli vive.
 
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Aascaroth
view post Posted on 13/10/2010, 20:52




-Ma cos'è questo, un mondo di Clochard?
di fatto Arthur aveva intravisto per le vie della città, la fonte di tale cupo canto, ed a prima vista non ne ebbe una gran bella impressione.
una figura ingobbita, piegata sotto il peso opprimente della miseria nonostante gli abiti che, notò, erano comunque di una certa pregiata fattura.
era un povero. questa sua condizione risaltava agli occhi... eppure vestiva come un suo pari.
No. Nessuno è suo pari, nessuno ha il diritto di considerarsi tale.
riflettè parecchio prima di trarre le sue conclusioni: aveva letto qualcosa nella biblioteca del padre...qualcosa su degli stregoni...quei simboli...quell'aura cupa che lo circondava...
Ma certo! Egli era un chiromante che di certo risultava molto influente in quella città. come alle feste di Lady Willender, che invitava sempre numerosi lettori di tarocchi per intrattenere gli ospiti, ed essi erano spesso pagati fior di denari.
questo spiegava l'abbigliamento.

- Mi scusi buon uomo...- era curioso di scambiare qualche parola con quello strano tizio, una curiosità così morbosa che lo avrebbe logorato se non avesse continuato quella frase.
-mi farebbe il piacere di leggermi la mano? o le carte? o comunque qualsiasi strumento di preveggenza voi usiate!
attese...
-Posso pagare!
 
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view post Posted on 13/10/2010, 22:11
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Ed è quando l'attenzione varia su un dettaglio di poco conto in un contesto diverso dal quale lo si trarrebbe altre volte, che tutto un intero universo di attenzione e disattenzione si sposta. E' incredibile quanto certi piccoli processi siano manifestazioni del potere della mente. Ma d'altra parte sono lì custoditi i maggiori segreti, ed è l'uomo senza nome che rivendica il compito di scavare come un provetto archeologo tra le membra del cervello per riportare alla luce questi perduti segreti. Ma ora come ora la sua attenzione si sposta seguendo il vento, sulla sagoma di quell'uomo dagli abiti scuri, i capelli dorati e lo sguardo di fuoco che, con fredda riluttanza squadra ogni cosa anzi sé. Un egocentrico, senza dubbio, ma d'altra parte non lo siamo tutti?
L'uomo senza nome non risponde subito, si prende i suoi attimi per ricomporre la sua figura, portandosi ritto sulla schiena e sorridendo affabile nonostante la visiera del cilindro gli copra gli occhi. Si poggia sul bastone e lascia che quel delizioso silenzio sia ancora una volta testimone dell'accaduto.
Mio signore! dice infine Il Dr. Taboo è ben lieto di fare la vostra conoscenza, per qualunque predizione del futuro si potrebbe far appello ad un volgare mago da strada; ma il Dr. Taboo fa ben altro forse sono state quelle due ultime parole pronunciate dal nobile leone dallo sguardo gelido ma determinato ad influenzare, nonché ispirare, il nome e la carettirizzazione di quel nuovo personaggio che l'uomo senza nome ora interpreta. "Posso pagare", una figura retorica che indica il più spregevole degli eccessi: denaro. Guarda caso una parola che fa fare alle persone le cose più strane.
Guarda caso uno degli argomenti che al Dr. Taboo interessano di più.
Ma lo spettacolo è solo al primo atto, perché lasciar morire un così ispirato balletto?
...realizzo i vostri sogni, messere, qualsiasi esso sia
Accenna un inchino, mentre rapido e preciso si sposta affianco a quell'uomo mantenendo un elegante passo danzerino.
Estrae i tarocchi e li sventola come il più abile dei prestigiatori da una mano all'altra, facendoli apparire e scomparire tra i movimenti delle dita.
Per 30 Marchi leggo le carte, per 20 la mano, ma per 40 posso veramente andare oltre questi banali schemi; ognuno ha il suo prezzo, messere, questi sono i miei
Ed ora tra le sue mani compare uno degli attrezzi che preferisce, uno strumento che ha imparato ad utilizzare da uno sciamano nomade anni addietro. Questo prima di rubare lui il cibo e le coperte per poter raggiungere le terre dell'Ovest.
Lo scacciaspiriti.
Lo fa penzolare come un medaglione dalla mano mentre avvicina il volto all'orecchio di quell'uomo.
Scelga ciò che più le aggrada con un'aggraziata piroetta gli si riporta davanti, facendo roteare il bastone tra le sue dita, ed infine schioccandolo a terra con il seguitivo sollevamento di una sottile striscia di sabbia rossa Sono al vostro serivzio
e quel teatrino si conclude con il Dr. Taboo inchinato davanti a quell'uomo, il cilindro su una mano in un reverenziale saluto.
Ma la parte divertente inizia ora.
Alzate il sipario, è Taboo che lo ordina
 
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Aascaroth
view post Posted on 14/10/2010, 15:32




Era vicino. Tanto vicino.
Riusciva a sentire il suo odore, sentiva l'alitare caldo dell'uomo che si infiltrava nell'incavo del suo orecchio. Come un serpente egli si muoveva dinnanzi e di fianco al ragazzo, quasi danzando tra quelle piccole nuvolette di sabbia che vorticavano attorno ai due uomini, tenendo in mano quello strano oggetto.
Aveva un buon odore, particolare, come di foglie secche e sudore; la sua voce era cupa, profonda come un pozzo oscuro e senza fine.
Quegli occhi, così particolari...due colori diversi che rendevano quel volto marcato a teschio, molto affascinante.
Quell'uomo risvegliava nel Lord desideri reconditi.
Nell'udire la presentazione che gli fu posta, provò uno strano senso di eccitazione: "Realizzo i vostri sogni (...) qualunque esso sia"
Come suonava bene nella sua mente...
-Ogni mio sogno...qualunque mio sogno! si sentiva febbricitante, aveva le pupille dilatate, e già abbracciava l'idea di riavere ciò che era suo di diritto.
Ah, dolce sapore del Potere...perchè era quello che lui voleva: il Potere.
Rimorso, dubbio, paura...niente di questo trovò spazio nell'animo del giovane, che già pregustava l'effluvio del denaro, i sapori di regali banchetti...il sapore della sua nobiltà.

-Mostratemi cosa sapete fare buonuomo...Stupitemi!
 
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view post Posted on 14/10/2010, 21:06
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Ed ecco che un'altra parola magica gli viene pronunciata, ed il Dr. Taboo non può mancare quest'appello così sensuale. Lasciamo che lo spettacolo vada avanti, che il pubblico si accomodi e diamogli ciò che desidera.
Con un leggero cenno del capo, segno d'assenso, l'enigmatica figura in ginocchio comprende che ora dovrà interpellare gli Amici.
Dall'inchino improvvisato, il Dr. Taboo alza di nuovo lo scacciaspiriti blu e bianco, che rotea lentamente nella sua mano per l'inerzia accumulata nel movimento. Lo fissa intensamente così intensamente che si potrebbe quasi pensare che a lui non appartenga altro. Ogni verità, ogni menzogna viene oscurata; lì non esiste nulla, solo i tre concetti fondamentali della natura dell'essere: passato, presente e futuro.
Il contatto che crede d'instaurare con il Metamondo è solo immaginazione, ma attende in religioso silenzio che gli Amici gli sussurrino all'orecchio. Loro parleranno, loro sanno.
Interpellarli è sempre materia di buon gusto.
Ma è quando le labbra del Dr. Taboo si muovono che la menzogna torna a far parte di quel mondo di ombre e sabbia. La storia che narra non è un parto di una fantasia bacata, non è un volgare insieme di mezze verità, è una storia. E come ogni storia travolge nel suo insieme.
Ciò che vedo, Milord, è un insieme di passato e presente. Mi viene detto che voi foste, in vero, un uomo dai modi e le supposizioni garbate, un uomo che ricopriva ben più di quei poveri sciocchi zappaterra che vivono ai margini dell'esistenza. Un uomo che poteva avere ogni cosa, ogni suo volere era una realtà ineluttabile
Niente che una mera deduzione non potesse suggerire al più stolto degli stolti, ma la voce degli Amici ora comincia a farsi sentire. Ora il contatto con il Metamondo è stabilito, ora sa cosa deve dire. Chiude l'occhio azzurro opaco, "l'occhio veggente" quello ora non gli occorre, può vedere gli Amici nel passato di quel messere misterioso solo con il suo "occhio auspice" e sente di poter comprendere ogni cosa.
Lui sa.
Il pubblico freme nell'attesa del verdetto.
Mi viene suggerito che voi foste in passato un uomo potente, ricco, molto molto ricco. Il vostro stesso nome era un sinonimo di forza, un nome che vi avrebbe permesso ogni cosa. Ogni richiesta assecondata, ogni vizio saziato. Il vostro lussurioso appetito era rigorosamente il primo interesse di coloro che vi servivano, e voi potevate ogni cosa. Voi avevate il potere
Non è frutto di fantasia. Non è una menzogna.
Quella che il Dr. Taboo narra è una storia vera, una storia che un tempo aveva un protagonista che rispondeva al nome di Iacòbus.
Iacòbus Ya'aqov.
Buffo che gli Amici gli suggeriscano quella storia, ma egli non è nessuno per criticare la loro parola.
Quella storia gli era stranamente familiare, oramai aveva dimenticato.
Aveva dimenticato la sua storia.
Eppure c'era qualcosa, qualcosa di violento ed oscuro. Qualcosa dentro di voi che nessun'altro avrebbe saputo vedere come io lo vedo ora: ambizione, potere, giustizia. Voi eravate una stella ben più luminosa di quella falsa verità di luce che ci viene concessa in queste terre. Sì. Voi eravate qualcosa di grande.
Si ferma un momento. Sente quella storia così vicina. Così vicina a sé.
Oh, il dolore è così forte.
Ma nessuno lo vedeva per ciò che era. Tutt'altro temerono per questo grande potenziale, voi avevate tutto ciò che vi spettava ma le voci di pochi s'affiorarono nel fiume in piena dell'invidia e le ali vi vennero tarpate.
Vedo che vi vennero confiscati gli averi che vi spettavano, qualcun'altro aveva deciso per voi di togliervi ogni cosa

Non sta più solo raccontando una storia. La sta rivivendo, vede senza offuscamenti ogni singolo secondo di quegli attimi così dolenti.
Spogliato della ricchezza vi rimase solo quel potenziale a consolarvi. Solo quell'oscuro potere che dal vostro cuore venne a galla prendendo ogni fibra del vostro essere.
Un certo potere.
E' come se il senso della vostra vita vi fosse stato rivelato e si chiamasse odio
Si alza in piedi, ma non stacca l'occhio aperto dal cacciaspiriti.
E quell'odio è orribile s'avvicina cauto, lento e sinuoso verso di lui.
E quell'odio è bellissimo
Ora "l'occhio auspice" castano si chiude ed è l'altro, quello azzurro "veggente" a fissare l'oggetto tra le sue dita. Ed è come se l'intero universo delle falsità si fosse rivoltato. Ma la voce degli Amici lo guida e prosegue per lui quel racconto, la sua voce è solo lo strumento che segue pari pari.
Voi meritate più di quanto vi spetti e desiderate riaverlo. E' vostro. Non ve ne dovevano privare
il sentimento nella sua voce bassa e profonda è assolutamente inconfondibile.
Voi lo riavrete, messere, oh lo riavrete. Nulla di ciò che vi è stato rubato resterà nelle mani dei parassiti che mangiano dal vostro piatto. Non sono degni di tanto onore, e solo voi potete ristabilire quale sia l'ordine di tutto questo universo. Voi insegnerete a quei vampiri che la stella dorata che ci fa dono del suo luminoso potere non nasconderà mai le loro fetide esistenze. Esiste solo un'antro ove quella luce non arriva
Pur permettendosi di avvicinarsi e di allungare la mano, il Dr. Taboo non sembra avere troppi ripensamenti nel posarla leggera sulla parte sinistra del petto di quell'uomo. Non ha ancora finito, ma la prima ripresa del suo spettacolo deve lasciare il pubblico senza fiato.
Così almeno gli Amici gli suggeriscono.
Il palmo si posa leggero sul petto di quel messere misterioso, ove c'é il cuore.
Quaggiù la luce non arriva
 
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Aascaroth
view post Posted on 16/10/2010, 19:36




-Messere, sono davvero esterrefatto!-
In realtà si sentiva pienamente turbato: quell’uomo era riuscito a descrivere la vita del giovane Lord come se avesse sotto gli occhi un qualunque scritto inerente. Era a conoscenza di fatti che solo a pochi erano noti, e il suo modo di parlare era così audace quali pochi ancora si permettevano di usare.
Era sveglio, bisognava ammetterlo, sapeva che parole usare e quando usarle, le sceglieva una ad una al solo scopo di far leva sulla sua vanità...e ci stava pienamente riuscendo.
La cosa che però impressionò maggiormente il bell’Arthur, fu il timbro emotivo con la quale egli parlava; sembrava che le avventure appena narrate fossero vicine a lui più di quanto lo siano al Lord, e ciò era davvero curioso.
Tristi ricordi che lentamente vanno a svegliarsi da una precedente fase di diniego auto illusorio.
In fondo, la vita è bella anche se sei povero...
Ma chi voleva ingannare, egli odiava la sua situazione ed il Dr Taboo sembrava averlo intuito.
Un contatto.
Quel bizzarro personaggio osava toccarlo. In passato non avrebbe perso tempo prima di farlo punire severamente per tale gesto non consentito; ma ora non ne aveva i mezzi...
Era accaldato, era eccitato, era intimorito ed aveva voglia di piangere. Si sentiva come un bambino a cui rivelano che il mondo di dolci e balocchi alla quale è abituato in realtà non esista, e che al suo posto scoprirà un mondo di insidie e pericoli in cui tutto è troppo amaro.
Si sfilò la giacca, con essa i guanti ed il cravattino. Aveva troppo caldo, ed ingoiato il magone che lo attanagliava scelse di seguire con lo sguardo lo svolazzare di una piccola zanzara, ed in fine si tastò distrattamente le tasche.
-Avete un sigaro? Ho bisogno di fumare!
 
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view post Posted on 16/10/2010, 23:27
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Adoro giocare pulito. Ma sono troppo bravo a barare

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Il Dr. Taboo sorride affabile. Sapeva che gli Amici l'avrebbero condotto sulla giusta via, l'ispirazione che gli avevano consegnato su di un piatto d'argento è stato l'approccio ideale per avanzare sul messere dagli occhi di fuoco. Gli Amici non lo deludono mai.
Il tocco leggero della sua mano sul petto dell'uomo si dissolve rapido come un'ombra furtiva ed il Dr. Taboo, con una piroetta su sé stesso seguita dalla rotazione del bastone, lo riportano indietro di qualche passo rispetto a quell'uomo così elegante. Il sorriso non svanisce dal suo volto, compiaciuto ed emozionato per i possibili sviluppi che gli si presentano. Ma d'altra parte è la sua stessa vita: ogni occasione gli si apre con infinite possibilità, bene e male, e tutte le mezze direzioni tra di essi. Curiosamente è da assai che non sceglie una strada tendente alla prima opzione.
Chi avrebbe mai immaginato che Iacòbus Ya'aqov avesse vissuto una storia così simile a quella di quell'uomo elegante? Solo gli Amici potevano. Loro erano i potenti Loa manifestabili dai suoi occhi di passato e futuro. Il presente, invece, è tutta l'esistenza terrena. Ma il suo rituale spiritico ora è a termine, ora dovrà aizzare una nuova arma: fascino.
Il cacciaspiriti scompare tra le pieghe della sua mano destra mentre, con l'altra, estrae velocemente una lunga pipa ornata da incisioni runiche dall'aspetto antiquato. Un vero pezzo di storia, per chi non ha l'occhio esperto.
L'uomo anzi sé gli ha chiesto di fumare, una passione spesso condivisa dal Dr. Taboo...e se non ricorda male nemmeno Ya'aqov disprezzava quel vizio. Ma chi diavolo è Iacòbus Ya'aqov proprio non lo ricorda.
E' passato così tanto tempo da quando è stato spogliato delle sue ricchezze materiali e gli è stato fatto dono dell'Illuminazione. Così tanto che la sua intera psiche si è spaccata. Scisma. Ma non ha importanza quante anime alberghino in quel contenitore di carne ed ossa. L'importante è utilizzare quella giusta ad ogni mano.
Ed ora, lì in quel deserto, mentre contempla l'infinità generosità della sua miseria che gli ha aperto gli occhi sulla libertà, che gli si ripresenta una ghiotta occasione. E' vero, con la umile povertà è stato finalmente libero. Ma chi mai darebbe un calcio al denaro trovandoselo davanti? Uno stolto, poco ma sicuro.
Gli occhi bicolore fissano sorridenti l'uomo elegante mentre la voce bassa e rincuorante r'affiora dalle corde vocali.
Sigari? Purtroppo son lussi che l'umile casta non si può permettere. Tuttavia vi porgo quanto di mio costume sia gradito per potervi allietare dice, anche se c'é un pizzico d'eufemismo nelle sue parole. Non con malo intento, poiché nemmeno lui ricorda di avere quattro succulenti sigari nascosti all'interno della giacca. Casualmente gli passa per la testa una sagoma altezzosa ed egocentrica solita fumare quel genere di abitudinale, eppure ora come ora gli sfugge il nome. Ma se la luna piena della sua anima fosse sorta allora, ecco che miracolosamente si ricorderebbe ove siano i sigari e perché nella sinistra abbia un volgarissimo calumet.
...concedetemi il lusso di offrirle un fiato di questa misera pipa. Molte culture non degne di nota ne fanno pieno uso per poter vivere delle esperienze...se vogliamo "particolari". Il sapore di questo tabacco non è secondo ad alcuna prelibatezza dell'alta gerarchia, ed il fatto che sia poco usato dalla gente che sprofonda nella monotomia lo rende ancor più raro e sopraffino
Il sorriso con leggera tendenza all'arroganza s'accentua mentre mani sicure porgono il calumet al nobil uomo. Ma le movenze del Dr. Taboo sono aperte e cordiali, apre le braccia descrivendo l'aroma di quello strumento ed accentuandone il valore. Non senza condizione di causa.
Una sola aspirata, messere, e vi garantisco che potrete bearvi di visioni quantomeno uniche
Pare più un venditore intento a convincere l'acquirente della qualità del suo prodotto, ma è il modo particolarmente convinto con cui lo fa ad accentuare il vero tra le sue parole. Ciò che ha omesso di dire è che nella miscela di tabacco vi è un leggero allucinogeno; niente di potenzialmente dannoso o che possa far perdere la cognizione, da una curiosa ma tenue sensazione di leggerezza e di spossamento. Quasi se la realtà fosse un pizzico più ilare, colorata ed animata. I popoli che a lungo han fatto uso di questa leggera finestra su un mondo più giocoso han sempre confuso l'effetto allucinogeno a visioni spiritiche d'altro grado. Il Dr. Taboo le chiama "porte sul Metamondo", la dimora degli Amici. Sente di dover stupire il galtant'uomo che ha l'onore di intrattenere. E cosa di più che una visione divertente di quella paradossale situazione? Un effetto solo di qualche minuto che lascia quel leggero margine di disappunto per la breve durata di quella sensazione che porta il desiderio di una replica. Ma è proprio su questa piccola sorpresa che il Dr. Taboo fa appello per stupire il suo interlocutore. La prima regola del fascino è sorprendere...
 
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Aascaroth
view post Posted on 17/10/2010, 19:31




Cosa mai può avere di tanto speciale un calumet?
Non è un oggetto sconosciuto alla bocca del Lord, e forse nemmeno ciò che lo riempiva. Ne possedeva uno anche lui a palazzo, era certo di dimensioni più piccole, e lo aveva acquistato nella grande bottega di Wiirj il Moro.
A prim'occhio non aveva niente di tanto particolare: una comunissima pipa lunga, dal cannello intarsiato e marchiato da diversi simbolismi.
Probabilmente era riempito di droghe, anche perché le semplici graminacee non davano un effetto troppo stupefacente... D'altronde, conosceva quel tizio da così poco tempo che non era dubitabile la sua follia...
Orsù, magari altro non era che un semplice gesto di cortesia; magari un gentile segno di amicizia... eppure temeva il peggio.
Per quanto egli potesse essere persuasivo, Arthur scelse di declinare la gentile offerta.

-Fumo solo sigari...grazie!

Con un gesto della mano allontanò da se quel piccolo fornello in pietra e con l’altra si tirò indietro i capelli sbarazzini. Con quel gesto sciolse via tutta la tensione e le paure che lo attanagliavano e, rimasto così “vuoto” si riempì di nuovi enigmi.
Chi era quell’uomo? Da dove veniva?
Come conosceva tutte quelle cose della sua vita?
-Mi par ovvio presentarmi... Io, sono Lord Arthur III, del nobile casato dei Van Heusen. Sostenitore del nostro sovrano, e pieno esponente dei Pari nella Camera delle Quattro alleanze!-
Assaporò quel momento di sfoggio per parecchi istanti prima di rivolgere lo sguardo all’uomo che stanziava dinanzi a lui!
 
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view post Posted on 18/10/2010, 12:46
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Adoro giocare pulito. Ma sono troppo bravo a barare

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Con un sorriso galante, il Dr. Taboo fa scomparire nuovamente il calumet nella sacca mentre ascolta con attenzione e senza staccar gli occhi da quel nobil uomo la sua presentazione.
Lord Arthur III, del casato dei Van Heusen. Gli Amici ancora una volta non l'avevano tradito, aveva fatto centro. Con un reverenziale inchino, il Dr. Taboo assente. Ma il leggero solleticare il proprio ego con una presentazione di tale peso par compiacere Lord Arthur III, ma d'altra parte ogni persona ha un ego incredibilmente sensibile.
Siamo disposti a credere a tutto purché sia un complimento dice tra sé e sé il buon dottore.
Ma non è né tempo né luogo di contemplazioni di quel genere.
Con l'attenzione totalmente rivolta a Lord Arthur, il Dr. Taboo si schiarisce leggermente la voce e si toglie il cilindro con fare reverenziale.
Lieto di essere al vostro cospetto, my lord. Posso solo immaginare le motivazioni che l'abbiamo spinta in una così remota regione del nostro irrispetoso mondo, qui è sol di cenere e sabbia che son fatte le speranze; ma capita alle volte che sia il terreno meno fertile a donar più ricchezza. Dal letame si concima la terra che regala la pianta, dal diamante non nasce nulla.
Il sorriso beffardo s'accentua leggermente. Il cilindro è delicatamente riposato sul capo.
Ma se volesse onorare i miei servigi comincia Taboo alludendo chiaramente al prezzo delle sue "visioni" sarei ben lieto di poter illuminare per voi la strada che porta al futuro.
E' nel futuro che la speranza riposa beata, ma non tutti i destini conducono al più roseo di quelli. Magari volete sapere quale cammino conduce verso la galvalizzante ricchezza, e lustro per il vostro nome; il Dr. Taboo è al vostro servizio
Un'altro inchino, ma stavolta lo sguardo non s'abbassa sul terreno, resta teso sugli occhi di Lord Arthur
 
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Aascaroth
view post Posted on 18/10/2010, 16:04




-Amico mio, non lo prenda a male se rifiuto questo suo...servizio...- ora lo fissava, non sapeva dove voleva andare a parare, quel tizio sembrava ostinato a fargli spendere soldi...voleva il suo denaro, ma poi...chi non lo voleva?
Era onorato del fatto che qualcuno riconoscesse la sua superiorità, ma quelle frasi, dette da quell'uomo...avevano un non so che di terribilmente viscido...
Doveva in qualche modo allontanarsi da lui...tutta l'attrazione che provava era svanita in un piccolo sbuffo d'aria. La sua ostinatezza lo rendeva ansioso.
-...Conosco bene il mio futuro, ed esso comprende Fama, potere ed eterna Gloria!
dalla giacca, che teneva appesa al braccia sinistro, tirò fuori un piccolo sacchetto in tela contenente tutti i suoi danari.
-Preferirei investire i miei soldi in qualcosa di più fruttuoso...non si offenda!
con questo ringraziò la sua disponibilità e si rivestì avviandosi verso il deserto centro-città...
 
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view post Posted on 18/10/2010, 21:22
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"Posso pagare" avevi detto eh? Il Dr. Taboo assume un'espressione pesantemente accentuata al disappunto. Non gli andava di perdere così l'acquirente, specie dopo tanto parlato. Ma è ben evidente che Lord Arthur non è intenzionato a cedere alle lusinghe, e di certo minaccie o menzogne non avrebbero effetto migliore. Il Dr. Taboo socchiude gli occhi nella speranza che sian gli Amici a chiarire ciò che deve fare ora.
La sua concentrazione vacilla da un mondo all'altro, mentre il silenzio si r'impossessa delle sue carni.
Nulla.
Gli Amici non hanno altre voci per lui, è evidente che contano sulla sua capacità di agire indipendentemente. O forse ciò che doveva sapere gli è già stato rivelato, magari proprio in quella conversazione? Ma certo. Deve essere così. Ora il Dr. Taboo sa. Sa cosa deve fare.
Il sorriso sagace riaffiora nelle sue labbra mentre una risata sordida si leva verso il cielo. Il Dr. Taboo viene accantonato assieme alla lunga serie di nomi fasulli che l'hanno accompagnato sin oggi. Scisma Ya'aqov compare di nuovo.
E, vedendo la sagoma di Lord Arthur allontanarsi, Scisma sorride e ridacchia ancora tra sé mentre si leva il cappello ed imita un ultimo inchino a mò di saluto.
Con un sussurro dedica il suo ultimo saluto a quel singolare personaggio.
Ou revoire, Lord Arthur. Ma siate cauto, potreste trovare esattamente ciò che state cercando
La sua camminata riprende per la strada deserta dalla parte opposta, il passo di danza riprende e anche la dolce cantilena, che par essere ispirata da una nuova musa.
E tu sarai il primo, come vorrà la sorte, a danzare con lei la danza della Morte

CITAZIONE
Scisma si sposta

 
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12 replies since 17/9/2010, 21:45   90 views
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