Addestramento Merry Devastator

« Older   Newer »
  Share  
Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 12/12/2009, 20:15




Addestramento Merry Devastator
Sono Assolutamente Vietate Intromissioni da Altri utenti



"...sgominati i settecento malfattori che da tempo imperversavano fra le strade compiendo ogni genere di malefatta. Quello che le forze dell'ordine non riuscivano a compiere è stato fatto da una sola..."

Vox stringeva nelle mani due fogli. Uno era vecchio foglio di giornale. Ingiallito dal tempo, rovinato dal vento e dalla pioggia. Frammento di ben più lungo articolo e primo indizio che gli capitò fra le mani. Da quello Arken dovette lavorare molto per giungere a qualcosa di concreto. Tre anni erano stati in grado di accrescere la leggenda del glorioso eroe e del terribile assassino, a seconda di chi narra la storia, della caduta della banda mafiosa che minacciava i sobborghi della capitale della Terra del Centro. Forse i tutori della legge non erano intenzionati a ripulire le strade dalla banda perché corrotti, forse i membri dell'organizzazione criminale erano davvero tropo potenti, forse era tutta una grande menzogna creata dai potenti per chissà quale scopo. Ma nel suo cuore il Dottore sperava che così non fosse, che una creatura avesse potuto far tutto ciò da solo con null'altro che le proprie forze. Ah, quale magnifico essere doveva essere! La curiosità cresceva ma dovette frenarla. A breve la verità sarebbe venuta a galla. Si guardò attorno per pensare al luogo dove lo avrebbe incontrato.
Una strada stretta, solitaria e, per gli standard di Star City, buia. Rispetto allo squallore delle altre città pareva essere una via ricca e gloriosa. Ed invece era fra le vie più misere della capitale più potente di tutto il mondo. La poca ricchezza del pianeta era mal distribuita e di certo gli abitanti dei sobborghi di Star City ne erano un esempio eclatante. Le famiglie che nei tempi antichi vivevano nella città quando fu introdotto il pedaggio dovettero compiere una scelta: Rimanere o andarsene. Coloro che se ne andarono sapevano che non avrebbero fatto mai più ritorno. Coloro che restarono scoprirono che anche la modesta cifra per l'uscita sarebbe stata troppo per le loro misere tasche. Imprigionati in una gabbia dorata furono sempre più confinati e sdegnati dai potenti e dai facoltosi nelle vie più periferiche, lasciandole pullulare di poveracci e malavitosi. Ovviamente i disordini da quelle parti erano e sono tutt'ora all'ordine del giorno.
Ci sono storie di poveri che sono riusciti a mettere su la cifra necessaria a fuggire, ma la verità e che molti di più hanno provato a scappare senza pagare e quasi nessuno è mai riuscito nell'impresa. Per Vox tutto questo era una fortuna. Così aveva avuto modo di adescare il misterioso uomo. Dopo molte ricerche scoprì che esiste. Dopo ulteriori ricerche scoprì anche in quali luoghi abitasse. E una volta sparsa la voce che il permesso di uscita era nelle sue mani e pronto per essere consegnate alle sue era convinto che lo avrebbe attirato a sé... o per cogliere l'offerta o per declinarla...
 
Top
†Merry†
view post Posted on 13/12/2009, 18:32




.Era mattina. Una carina e simpatica mattina di primavera. Fuori, però non si sentiva alcun rumore di fringuello o di rondine. No. Nelle stradine di Star City, come ogni mattina, rumori, odori, pervadevano tutto il labirinto di viicoli attorno a quel sobborgo. Infatti, il mercato era in atto già dalle prime luci della mattinata. Urla e profumi troppo forti per qualsiasi persona fecero svegliare dolcemente un ragazzo temuto da tutto il borgo e che abitava in una squallida casetta dei bassifondi di Star City. Questi si alzò e si vestì molto velocemente. Alto.. basso.. gira.. strozza. rimenbrava mentre faceva il solito nodo perennemente fatto male. Camicia, come al solito sbottonata del tutto e un'apparentemente nuova giacca nera. Si guardò nello specchio più del dovuto: strano per un tipo come lui. Il povero letto ancora era tutto in disordine quando prese la katana, se la allacciò con quel magnifico laccio di seta rosso e uscì da quela stanza. La casa era un monolocale, soltanto che Merry fece, anni fa, con del legno che i "duchi", così chiamava lui i Nobili di Star City, avevano rifiutato, un soppalco dove mise un vecchio letto ed una specchiera rotta. Scendendo le scale, come ogni vota, tre alla volta, gli ultimi sei li saltò tutti assieme, atterrando perfettemente a terra con le mani ben riposte in tasca. Il piano terra, invece era grezzo, i muri di mattoni era ricoperti da un solo strato di mattonelle di cotto marrone che dava alla stanza, assieme al legno scuro del soppalco, un'aspetto da shalè di montagna. Un vecchio Juke Box, ad un angolo, attirava subito l'attenzione di chi entrava. Nel muro di fronte l'entrata, sotto il soppalco una scura scrivania ed una sedia stavano soli ad adornare la parete. Passando affianco al vecchio riproduttore di musica, diede un colpo di fianco, in basso, e questo si accese ed intonò perfettamente la canzone Taylor di Jack Johnson: un giovane figlio di "Duchi" che si è dato alla musica ed è scappato da Star City. Da anni questo ragazzo era diventato un po' il simbolo dei poveri e scoraggiati abitanti del sobborgo di una città ricca, troppo ricca. Gironzolando un po' per il largo, ma vuoto locale, Merry sistemava, poco a poco tutto quello che da tanti anni aveva accumulato come "cose da fare". Ma cos'era tutto questo tormento? Come mai c'era tutta questa eccitazione in lui? Guardandolo negli occhi non si deduceva assolutamente niente, ma dal comportamento, qualche sciocco, avrebbe potuto dedurre che stesse aspettando qualcuno di importante che l'avrebbe fatto uscire una volta per tutte da quel posto. Finalmente, dopo tanti giri attorno le quattro mura della casa, si fermò. Si sedette a testa bassa nella sedia della scrivania, e mettendo i piedi su quest'ultima, fece un breve sospiro.
Passarono pochissimi minuti che tre colpi alla porta riportarono dal mondo dei sogni il ragazzo.
Chi cerchi?
urlò calmo dal fondo della stanza verso la povera e malridotta porta di vecchio legno.
S-sono io. Giok.
disse a bassa voce una vocina da dietro la porta mentre la spingeva e si faceva avanti. Da quella entrata infatti entrò, oltre a molta luce che invase la stanza con una sola finestra ed una porta, un bambino. Questo poteva avere una decina di anni e i vestiti sporchi e poco bene trattati, facevano intuire vivamente che veniva dal quartiere povero di star City.
Ciao. Spero che hai sentito la notizia.
continuò sorridendo felice il ragazzino. A poco a poco questo si avvicinava sempre di più al centro della stanza. Intanto Merry, sempre con il capo basso emice un suono come per dire:
Ovvio.
E non sei felice? ribattè quello inarcando anrcora di più il suo sorriso.
A quelle parole Merry si alzò con calma dalla sedia e si avvicinò al ragazzo, tenendo una mano sul manico della Katana. Si geruflesse davanti quello e gli sussurrò faccia a faccia:
Vai a casa ora.
A quelle parole Merry fece un sorriso che convinse e soddisfò il ragazzo che ridendo a bassa voce uscì dalla stanza. Però, qundo arrivò davanti la porta, si girò verso Merry che dal centro della stanza lo guardava, e gli lanciò un sorriso, e subito uscì. La porta si chiuse senza fare alcun rumore e Merry, ancora pensieroso, si andò a sedere di nuovo comodamente nel suo posto, aspettando il Destino che bussasse alla sua porta.




CITAZIONE

.Track



 
Top
Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 13/12/2009, 19:50




SPOILER (click to view)
Scegli un colore per il parlato del tuo personaggio (anche il nero va bene). Se nello stesso post altri personaggi parlano scegli un colore (possibilmente differente dal tuo) per meglio evidenziare l'appartenenza delle frasi ^^


La luce splendeva ininterrotta per le squallide strade, dimora di dolore e tristezza mal celata se non agli sguardi più superficiali degli stupidi e dei nobili. Vox si guardò attorno: a fargli compagnia poteva solo disporre di un topo, piccolo e dolce, inusuale per il luogo. I suoi movimenti erano aggraziati e nulla avevano in comune con i classici ratti di strada sporchi e malaticci. Il suo grigio pelo, quasi argenteo, brillava sotto i riflessi della Stella e il suo nasino roseo rapidamente cercava fra i venti i migliori odori, evidentemente a caccia di cibo. Mentre con un leggero sorriso il Dottore continuava a mantenere lo sguardo sulla bestiola prese in mano una fiala lucida e trasparente. Distrattamente iniziò a farla roteare fra le sue abili dita per poi lanciarla verso il cielo e agguantarla durante la ricaduta. Una volta riaperta la mano l'interno dell'oggetto mostrava un denso fumo bianco che aviluppandosi creava molte fantasiose forme. Il Dottore, inginocchiandosi cautamente per non spaventare la bestiola, posò a terra la fiala e, indebolendone l'apertura col pollice, la fece rotolare verso il topo. Questa si fermò a pochi centimetri dalla creatura che, dapprima in fuga per la timidezza, si fece coraggio e spinta dal desiderio e dalla curiosità, o forse solo dal proprio istinto, si avvicinò per annusare la novità. Ed ecco che il tappo cedette rilasciando il gas. Troppo tardi l'animale si accorse della terribile minaccia e inalando i terribili fumi stramazzò a terra, immobile. Il debole petto si sforzava a mantenere il fragile corpo sempre più preda dell'attacco batterico di cui era vittima. Era una lotta disperata, impossibile. Il topo non sarebbe morto subito, anzi. Per ore avrebbe continuato a patire fino all'agognata fine delle proprie sofferenze. Vox sapeva esattamente il tempo richiesto dal proprio cocktail per portare alla morte la creatura. Non restava che aspettare ora.

...
...
...

Il topo giaceva a terra, immobile. Era appena spirato e il ragazzo non si era ancora mostrato. Il tempo era scaduto, sarebe toccato a Vox andare da lui. Abbandonando la stanza saluto per sempre il suo grazioso "orologio" per dirigersi verso il quartiere dove avrebbe dovuto abitare il suo "ricercato".
Le case che si ergevano ai margini delle strade intraprese erano grottesche. Sebbene mostrassero un'apparenza di integrità e bellezza celavano orrori, peccati e decadenza. Tutto poteva essere fatto o compiuto purché non attirasse l'attenzione delle persone importanti. Di fuori bambini che giocavano, dentro prostitute obbligate al loro lavoro, spacciatori, strozzini. Un'ambiente perfetto per diffondere...
Vox si stava fdistraendo per l'ennesima volta. Deformazione professionale. Nessuno lì attorno di cui fidarsi. tranne forse...

Un ragazzino che giocava a palla contro un muro. Se solo avesse saputo cosa accadeva dall'altro lato sarebbe inorridito ma ancora protetto dalla propria fanciullezza sembrava essere in grado di mantenere la gioia e l'allegria tipica dei fanciulli.


Ragazzino. Vuoi guadagnarti un Marco facile? Come ti chiami?

G-Giok...

...
...
...

Ed ecco la porta. al fianco il ragazzino con un sorriso tanto largo da mostrare tutti i suoi piccoli denti ingialliti mentre si rifletteva sulla moneta brillante. Vox avanzò l'ultimo passo che lo distanziava dall'ingresso, alzò la mano e, infine, bussò.
 
Top
†Merry†
view post Posted on 14/12/2009, 18:26




CITAZIONE

Narrato


Pensato

Parlato Merry

Parlato Altri

Citazione


.Merry era del tutto intento a leggere un libro. Vcchio, malridotto, ma ancora leggibile. Era un saggio di psicologia, di cui il ragazzo era sempre stato un grande appassionato. Lettere, parole, punteggiatura, tutto questo scompariva nella lettura profonda e intensa che solo un grande conoscitore di quell'arte ritenuta solo da pochi medicina, poteva capire. Proloni, astrattismi, racconti e citazioni erano alla base di un'ottimo libro ulla Psicologia de criminali, come quello che stava leggendo Merry in questo momento. Era arrivato, ormai da un giorno, in un capitolo molto vicino a lui: la criminalità organizzata nei sobborghi delle grandi città. La psicologia e lo psicologo soprattutto, erano cose che lo rispecchiavano. Entrambi lavoravano per il bene comune. Salvano entrambi delle vite. Entrambi sono sempre soli nel lavoro. Hanno lo stesso compito, però utilizzano rmi diverse. L'uno utilizza la Katana per cambiare le cose, l'altro invece, ottenendo gli stessi risultati soltanto con le parole e con la mente. Da questo punto di vista, lo psicologo era una specie di modello agli occhi di Merry.
Lo sviluppo di un'individuo è sviluppato da quello degli altri. I malavitosi hanno capito questo, e così hanno abbassato, o almeno tentano, il livello di ricchezza distribuita nella popolazione; così facendo hanno creato i poveri e i ricchi.
La prefazione già piaceva al ragazzo. Infatti aveva da sempre tentato di capire come mai il suo popolo, la sua gente, il suo quartiere, non potesse andare all'ascesa diventando loro i "duchi". Convinto della prefazione del capitolo continuò a leggere.
La psicologia del Mafioso è stato da sempre un chiodo fisso per i migliori Psicologi e Psico-Terapeuti del mondo. Infatti in molti paesti, soprattutto i paesini della Terra del Sud, esiste un vero e proprio Racket; un giro di soldi di svariate migliaia, che opprimono i poveri cittadini, per lo più contadini, e che li costringe a pagare una quota mensile che loro intascano, camuffandola per un dono al Dio Ragno, Pitsek.
continuando a leggere, questa volta più velocemente, lo colpì un pezzo che lo fece rimanere fermo così per qualche minuto a pensare:
La volontà di far finire la Malavita nella città, sta proprio alla ribellione a questa oppressione di cittadini, organizzati e guidati anche da solo un'uomo o più.
.
Rivolta? Sono in grado di attuare una Rivolta? Il consenso popolare ce l'avrei.... la forza d'animo e di corpo non mi manca.. quindi...

alla fine di quella parole, le sue orecchie udirono dei farfugli di parole fuori dalla sua porta. Troppo vicini per essere bambini che giocavano oppure il mercato. Farfugli, solo farfugli riusciva a sentire, finchè non udì infine una parola pronunciata da una voce infantile:
Sì.
Dopo un breve attimo di silenzio. Un silenzio grande come il vuoto dell'unimerso anche se breve come la molecola. Un silenzio assordante che poteva fare impazzire chiunque. Chi, in che modo, e cosa stava facendo chiunque fosse dietro la porta.
Dei Ladri? ... Non oserebbero, a me, e poi in pieno giorno.
Degli Assassini? ... Durante il mercato e poi mentre sanno che sono già sveglio è impossibile.
Bomba? .. Ci sono troppe persone per strada e poi i palazzi sono troppo vicini tra loro, creerebbero un'effetto a catena.

A poco a poco, andando scartando le ipotesi più varie e disastrose, invece di andare sempre più a diventare felice, si preoccupava sempre di più, poichè quei nemici si potevano affrontare, lui infatti aveva sempre avuto più paura di coloro che si presentavano come "amici". Mentre questo rimembramento sembrava non finire più, tre colpi alam porta lo riportarono nel mondo da cui era partito. Fissò per qualche secondo la porta.
Poi posò lentamente il libro in un cassetto della maltrattata scrivania. Dopo disse con tono pacato:
Entra ignoto, e bada bene di non portare sventura nel mio paese, ma porta soltanto pace
e dopo una beve pausa aggiunse
... o te ne pentirai.
a quelle parole, cigolando la pesante porta di legno si aprì lentamente. La tensione nell'aria era gigantesca. Non si poteva quasi respirare.

 
Top
Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 16/12/2009, 20:16




SPOILER (click to view)
So di essere pignolo, ma essendo maestro non posso farne a meno! Per i dialoghi bisogna seguire il Regolamento GdR


La portà si aprì sinistramente lasciando libera strada alla luce che invase l'ingresso e mostrando al ragazzo due figure. La prima, da un lato, era conosciuta. Era Giok, tutto felice con una piccola moneta luminosa. La seconda apparteneva ad uno sconosciuto, probabilmente. Dietro alla a becco di un bianco osseo qualunque volto si sarebbe potuto celare. Ma la postura, i gesti e movimenti di quell'uomo erano del tutto estranei dalle conoscenze del ragazzo. Alto, magro, orbite oscure al posto degli occhi, ma forse create artificialmente per mezzo del volto fittizio. Abiti comuni coprivano il corpo ma non sembravano calzare la misura, come se non fossero i suoi. Maglietta troppo corta, giacca troppo lunga... Un accostamento caotico e particolare. In mano una bella borsa in scuro cuoio di medie dimensioni Il nuovo arrivato parlò con voce deformata dalla maschera.

Pentirmi? Casomai potrei provare disappunto! Giusto ieri avevo un appuntamento ma il mio "ospite"...

Lo stranierò sottolineò in particolar modo quest'ultima parola.

...non si è fatto vivo. Preoccupato ho ritenuto che fosse il caso di farmi avanti per sapere se tutto andava bene! Dopo tutta la fatica che ho fatto credo che un minimo di comprensione sia dovuta in fondo...

La voce alternava toni ironici, inquietanti e alludenti dando numerose sfumature e diverse interpretazioni al discorso, pure se chiaro. Il bambino ascoltò tutto ma non vi prestò particolare attenzione. Discorsi da adulti.

Io sono Albert Mulvore, piacere di fare la vostra conoscenza. Solo un attimo e sarò da lei giovane ragazzo.

Un falso nome. Sempre utile non diffondere i propri dati personali, soprattutto per chi come Vox era dedito ad azioni non sempre socialmente accettabili. Chinandosi e puntando col becco Giok gli parlò a bassa voce, seppur udibile da tutti.

Ottimo lavoro piccolo! Se mai avrò bisogno di te ci vedremo ancora... Sempre se la mia paga ti va bene! Vai pure adesso.

Certo! Quando vuole signore!

E il ragazzino corse via come un lampo sparendo fra i vicoli che ormai conosce alla perfezione.

Ah, in gamba quel ragazzino! Magari qualche volta gli farò visita. Dicevamo...

Vox si voltò nuovamente verso il ragazzo fissandolo negli occhi.

...Non mi inviti ad entrare?
 
Top
†Merry†
view post Posted on 17/12/2009, 10:34




Le parole di quell'essere l'avevano travolto in un primo momento e poi trafitto come una lancia brandita da lontano. Dopo quell'ultime parole, non pensò molto alla risposta, che subito sentenziò:
Te l'ho detto, amico, puoi entrare, però bada bene a portare pace.
Senza essere scocciato nè scocciante pronunciò qulle parole come se fossero le parole finali di un giodice quando condanna un pluriomicida. Quelle parole riecheggiarono in tondo nella stanza, creando cerchi astratti di suono. Dopo il pensiero di Merry andò lì, dove non doveva andare mai: Genzon.
Perchè era con lui?
Cosa facevano?
Gli avrà fatto del male?

Mentre queste risposte vagavano senza risposta nella mente del ragazzo, la canzone di Jack Johnson continuava a suonare magistralmente nel disco di vinile all'interno dell'antico ma funzionante JukeBox. Dopo, sempre collegato a questo filone di pensiero, cominciò a chiedersi:
Chi è questo?
Come mai mi vuole aiutare?
Mi vuole autare davvero?

In effetti questo l'aveva pensato ance prima, quando gli arrivò la voce che qualcuno volesse farlo uscire una volta per tutte il ragazzo da quel posto. Merry era stato indeciso allora, infatti dopo decise che se quello volesse aiutarlo davvero, sarebbe andato a casa da lui, anzicchè andarci lui di persona. Così, quella mattina non si mosse da casa, e così anche questa mattina, questo strano personaggio che si professava come Albert Mulvore, mascherato, si presentò alla porta di casa sua. Pensò ancora Merry he chi si presentava come amico, era l'ultima persona di cui si dovrebbe fidare. La testa ricominciò a viaggiare nella Valle delle Domande, facendogli chiedere astrattamente:
Come mai è mascherato?
Come mai tutta questa fretta di incontrarmi?

Il ragazzo lo sapeva che queste domande non avessero mai avuto risposte, nè ora nè domani. Così improvvisamente, slacciò il magnifico laccio di stoffa rossa che legava la custodia della Katana ai suoi pantaloni, e mise quest'ultima sul tavolo, sussurrando, ma sicuro che quello sentisse:
Io non sono una Bestia. Infatti anche la più feroce delle Belve ha un minimo di pietà verso colui che sta affrontando, io non ne ho neanche un minimo, quindi non posso essere una Bestia.
Merry era sempre stato un ragazzo profondo. La stessa profondità era racchiusa nelle sue frasi, ricoperte da un sottile strato di ironia, al loro interno facevano capire dei forti significati. Con il tono della voce, aveva fatto capire al suo, almeno per ora, Antagonista di non aver voglia di combattere, ma di essere comunque essere pronto a combattere.
Scintille... scintille nell'aria adesso si riusciva a percepire in quella stanza.



SPOILER (click to view)
ma scusa.. deciditi! XD
Io avevo capito che dovevo mettere all'inizio del post la legenda, come mi hai detto tu:
CITAZIONE
Scegli un colore per il parlato del tuo personaggio (anche il nero va bene). Se nello stesso post altri personaggi parlano scegli un colore (possibilmente differente dal tuo) per meglio evidenziare l'appartenenza delle frasi ^^

e io l'ho fatto.
Invece ora mi dici di seguire alla lettera il regolamento! XD
nn ci sto capendo niente X.X
 
Top
Count Cidolfas Orlandu
view post Posted on 18/12/2009, 19:07




SPOILER (click to view)
Prima hai usato un singolo colore per due personaggi (Merry e Giok), dopo hai utilizzato una legenda per suddividere il parlato, il pensato e il narrato. Quando ti dicevo di usare e scegliere un colore intendevo esattamente come è scritto sul regolamento ^^

Esempio: Scegli per Merry il colore rosso. D'ora in poi Merry parlerà in rosso. Per distinguere gli altri personaggi devi utilizzare i loro colori (per esempio puoi facilmente vedere che Vox ha voce color verde) oppure assegnarne uno se non lo hanno (se introduci un nuovo personaggio dovrai decidere quale colore utilizzerà).
Per il pensato bisogna utilizzare un colore differente dalla propria voce e le frasi pensate devono essere racchiuse da virgolette ("..."). Questo ovviamente vale solo per i pensieri in prima persona.

Se hai ancora dubbi rifatti letteralmente al regolamento gdr. E' piuttosto stretto in questo senso per facilitare la comprensione dei post altrui durante le giocate e gli scontri.


Con gesto distratto rispose al nuovo invito ad entrare.

Oh, che sbadato! E' vero, mi avevi già concesso l'ingresso...


La voce si fece sempre più bassa, cupa. Ascoltò con attenzione il discorso del ragazzo e ne osservò i movimenti, le espressioni, l'arma. Frasi bizzarre e facilmente fraintendibili, troppo per non stuzzicare l'ironia del Dottore.

Vuoi forse dire di essere meno di una bestia? Oh, lascia perdere, chiedo venia. Non avevo intenzione di essere offensivo!

Vox si mise sulla difensiva come seriamente dispiaciuto per l'infelice battuta. E, finalmente, varcò la porta. Ignorando la tensione che sempre più cresceva, con attenzione osservò l'abitazione del suo ospite.

Immagino che tu sappia chi io sia. O meglio, cosa io abbia da offrirti. Sarei stupito del contrario. Sono in possesso di qualcosa che sono certo potrebbe interessarti ma, ovviamente, ogni cosa ha un suo prezzo. Voglio sapere la tua storia. Voglio conoscere i dettagli. Sai, sono uno studioso e ho bisogno di molte informazioni, alcune delle quali sono in tuo solo possesso. Come ad esempio hai sgominato una certa banda criminale da questi vicoli...

La voce ridotta ad un sussurro pareva rivelare i veri interessi di "Albert". Le informazioni, se veritiere, erano sufficienti a ripagare gli sforzi per ottenere quel permesso. In fondo se mai avesse voluto affrontare il giovane non avrebbe avuto bisogno del suo consenso. Sarebbe bastato aggredirlo. E se non si fosse difeso evidentemente non era poi una creatura così interessante...
 
Top
6 replies since 12/12/2009, 20:15   65 views
  Share